Il messaggio segreto nel quadro di Leonardo

Laura Pace (November 25, 2019)
Un messaggio nascosto, per di più in chiave musicale, all’interno di un quadro: “Il Ritratto di Musico” di Leonardo da Vinci. Lo ha svelato lo storico d’arte e ricercatore siciliano Giuseppe Petix alla Fordham University di New York.

Alla Fordham University - Lincoln Center Campus di New York si è svolta la presentazione sulla ricerca del “Ritratto di Musico”, attributo recentemente a Leonardo da Vinci. Una presentazione introdotta e voluta a New York dal Porfessor Joseph Perricone, insegnante del corso di italiano e letteratura comparatea alla Fordham. 

Per questo ha ospitato il ricercatore siciliano-agrigentino, e storico dell'arte, Giuseppe Petix; che ha affermaro con sicurezza: <<Questo quadro a mio avviso è di Leonardo, non si può non attribuirlo a lui>>. E' importante la sua dichiarazione perchè, se avesse ragione, sarebbe il primo quadro dell'artista che ha come soggetto un uomo, e non una donna.

La ricerca di anni svolta da Petix è partita dal 2013 con la pubblicazione del suo “Dentro lo sguardo”, un libro ora conservato e archiviato nella biblioteca Leonardiana a Vinci.

Figlio d’arte da parte di madre, ma anche di scienziato da parte di padre, Giuseppe ha sempre unito il ragionamento artistico a quello scientifico; con uno ricercava il bello, con l’altro soluzioni. Questo suo modo di lavorare lo ha contraddistinto nelle ricerche in ambito artistico, in particolare in quelle mirate al Rinascimento e alle opere pittoriche leonardiane, portandolo così alla decodificazione del Ritratto di Musico.

Questa è sicuramente la prima ricerca al mondo mirata a decodificare il messaggio nascosto all’interno del quadro. Prima di lui, altri hanno studiato quest’opera, attribuendogli significati completamente differenti, ma non per questo errati come ci dice Petix stesso.

Ciò che ha scatenato la curiosità di Petix sul Musico, infatti, è stato il modo con il quale il quadro si presenta allo spettatore. Datato intorno al 1485, il Ritratto di Musico è una tempera ad olio su tavola, molto piccola, un 40x30 centimetri, conservata alla veneranda biblioteca ambrosiana.

Il soggetto del quadro tiene in mano un cartiglio, il quale non è rivolto dalla parte del soggetto raffigurato, ma è rivolto dalla parte degli spettatori, quasi come se Leonardo volesse mostrarne il contenuto. Inoltre, le luci e le ombre del quadro vanno a focalizzarsi su un punto ben preciso del cartiglio come a voler dire: “C’è qualcosa qui, presta attenzione”.

Altro indizio della presenza di un messaggio nascosto ce la da anche l'amore che Leonardo aveva per indovinelli e rebus. Infatti, il pittore era famoso per portare questi giochi di parole nelle corti, solleticando così la fantasia dei reali. Non ci dovremmo sorprendere quindi che le note presenti nel cartiglio siano leggibili come un rebus musicale, non solo per la posizione particolare con la quale sono state scritte le note, ma anche per l’inserimento di segni, lettere e colori tra una nota e l’altra.

<<L’importanza di Leonardo sta sempre nei particolari, non dimentichiamocelo. E in questo foglio è evidentissimo che vi è segnato un messaggio. Un messaggio che diventa unico ed immortale, come la pittura di Leonardo e come il mito che vi è dietro a questo personaggio.>> 

Petix ci racconta anche: <<Il rebus all’interno del cartiglio è stato trovato grazie alle conoscenze musicali che abbiamo del periodo di Leonardo. Un rebus che se decifrato forma il versetto o meglio il rondò “Oh Re fammi lagnar: Sol l’amore mi fa sollazzar”, che in versione prosaica potrebbe essere visto così “Oh dio, permettermi di lamentarmi, concedimi un lamento da uomo, solo l’amore mi rende felice”. 

Un inno, quindi, una preghiera, una richiesta di aiuto verso un ipotetico dio o verso un regnante vista la presenza della parola “re” all’interno della frase. Il fatto che si parli dell’amore dà però la percezione di un qualcosa di superiore e quindi di ultraterreno. Ragionamento che ci viene rafforzato dalla informazioni che abbiamo su Leonardo e sulla sua profonda conoscenza delle sacre scritture. Questa frase ricorda le lamentazioni presenti nei salmi della bibbia, e di preciso il "dio" del quale si parla potrebbe rappresentare l’anima del Davide Biblico.

Petix dopo le sue innumerevoli ricerche giunge a questo: << Questa mia interpretazione è una delle tante interpretazioni che si possono dare al quadro. La mia opinione è che questo versetto sia stato inserito all'interno della pittura per arricchirla, per darle voce. Poichè come sostiene anche Leonardo, la pittura è una poesia, che pur non avendo voce è possibile osservare.>>

Ed ecco come la poesia, inserita all’interno di un quadro renda l’opera ancora più completa, ancora più amabile. 

In conclusione Petix ci dice: <<Una volta impressa un’informazione dentro un’opera, quella rimarrà così per sempre>>.

Ed è proprio vero, è questa la forza dell’arte, è questa la sua bellezza, che non muore mai anche a distanza di secoli.

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