I giovani dell'Accademia Teatro alla Scala si esibiscono a New York
Una volta preso posto nella platea del Peter Norton Symphony Space, osservando i leggii posti in fila sul palcoscenico, era difficile non rimanere incantati di fronte all’effetto neon dato agli spartiti dalle luci blu; un aspetto che ha reso l’atmosfera dell’attesa quasi fiabesca.
Quando i musicisti sono entrati, nonostante i loro abiti da sera e i papillon, non si poteva non notare la loro giovane età. Ma la leggera tensione che traspariva dai loro occhi è scomparsa non appena hanno preso in mano gli strumenti.
Composta da più di settanta musicisti, tutti under30 e provenienti da tre diversi continenti, dopo essersi esibita al Clarice Smith Performing Arts Center dell'Università del Maryland e all'Auditorium Richardson dell'Università di Princeton nei due giorni precedenti, l’Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala approda a New York, concludendo un tour condotto sotto la direzione del Maestro Iván Fischer, uno dei più autorevoli e acclamati direttori d’orchestra del mondo. Fondatore della Budapest Festival Orchestra, ha diretto la Berliner Philharmoniker e la Royal Concertgebouw Orchestra di Amsterdam, e da sempre conserva uno stretto rapporto con gli Stati Uniti: ha condotto a lungo la National Symphony Orchestra di Washington DC, ed è stato ospite frequente di importanti orchestre quali la New York Philharmonic e la Cleveland Orchestra.
Con il patrocinio dell'Ambasciata d'Italia e dell'Istituto Italiano di Cultura di Washington, promosso da Milano per la Scala e UBI Banca, in collaborazione con l'American Society of Friends del Teatro alla Scala, il concerto era ovviamente aperto a tutti, ma un occhio di riguardo era rivolto ai giovani studenti americani di arti performative, in modo tale da promuovere uno scambio basato sull’amore per la musica e la cultura tra gli artisti di domani.
Così, alla presenza di colleghi e di personalità come il console generale italiano Francesco Genuardi, l’Orchestra dell’Accademia alla Scala ha suonato il programma scelto dal Maestro Fischer con l’intento di celebrare la cultura italiana e europea nell’America settentrionale: l’ouverture del La gazza ladra di Rossini, del quale quest’anno ricorre l’anniversario dei 150 anni dalla scomparsa, la Sinfonia n. 4 in la maggiore (detta Italiana) op. 90 di Mendelssohn-Bartholdy, e la Sinfonia n. 5 in mi minore op. 64 di Čaikovskij.
Vedere la passione di questa nuova generazione di artisti, notare il segno sul collo dei violinisti, gli sguardi d’intesa, incoraggiamento, complicità tra loro, fa comprendere ancora meglio, semmai ce ne fosse bisogno, quanta vocazione sia necessaria per portare avanti un percorso così lungo e senza mai una vera fine nella formazione.
È stata un’ottima occasione per questi giovani di misurarsi con un pubblico esigente come quello newyorkese, e al contempo incontrare colleghi d’oltreoceano, in un meeting dal respiro più che mai internazionale, dove imparare e insegnare insieme, e soprattutto confrontarsi.
Un’opportunità auspicabile in ogni campo.
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