Fuochi d'artificio per l'Italia unita

Antonella Iovino (July 05, 2011)
La Casa Belvedere di Staten Island si è unita ai festeggiamenti dei 150 anni dell'unità regalando una serata di ricordi, musica e giochi pirotecnici.


La Casa Belvedere si estende per quasi tre acri di terra nella zona di Grymes Hill e gode di una vista panoramica sul ponte di Verrazzano-Narrows e sul porto di New York City. Si tratta di una villa acquistata nel 2008 da Gina Biancardi-Rammairone e Luciano Rammairone e restaurata per essere convertita in un centro di promozione della cultura, della lingua, della storia, la cucina e la moda d'Italia. Gli strumenti sono mostre, eventi, programmi per studenti che possano mostrare il patrimonio storico italiano ma anche il contributo che gli italo-americani hanno dato alla storia di New York e degli Stati Uniti.


Lo scorso 3 giugno il centro ha ospitato l'evento 'Una Notte Sotto Le Stelle', un incontro di cultura, storia e musica per festeggiare insieme i 150 anni dell' Unità d'Italia e i 350 anni di Staten Island.


I-Italy ha intervistato Lou Cavelli, direttore esecutivo del centro, che ci ha raccontato la serata.

 
Cosa vi ha spinti ad organizzare questo evento?

Volevamo celebrare i 150 anni dell'unità d'Italia insieme l'anniversario dei 350 di Staten Island, dal momento che  la comunità italiana a Staten Island costituisce oltre il 42% 43% della popolazione, una percentuale molto cospicua che sente la vicinanza con l'Italia e la sua cultura.  

Quali sono stati i momenti principali dei festeggiamenti?

Sono stati assegnati tre premi a personalità importanti della comunità italiana: innanzitutto al consoleTalò, grande sostenitore della realizzazione di questa fondazione; poi a Guy Molinari – presidente del borough di Staten Island dal 1990 al 2001 e infine a James P. Molinaro – attuale presidente. I presidenti sono entrambi italo-americani: è importante far capire come gli italo-americani abbiamo raggiunto posizioni importanti all'interno della società, a dispetto degli stereotipi.

Poi c' è stato il concerto “Italia, And I Love You So” con Giada Valenti e Christopher Macchio.
Per I'occasione i locali della Casa Belvedere hanno ospitato tre le mostre: “Una Storia Italiana” che raccoglieva le foto storiche dei 350 anni di storia di Staten Island in prestito dal 'Center for Migration Studies'; la mostra “Garibaldi Larger than Life” in concessione dal Garibaldi Meucci Museum e la mostra “Italian Staten Island – Images of America” di Andrew Paul Mele.


La serata si è conclusa con i fuochi pirotecnici a far da cornice alla bellissima vista di cui si gode dalla centro.

Quali sono i progetti in cui è impegnata attualmente la Casa Belvedere?

La villa ospiterà dei corsi di cucina italiana, aperti a gruppi di 14 cuochi per volta, in più ci sono  locali per la ristorazione. Stiamo lavorando su progetti che valorizzino insieme l'arte, la cultura e la cucina italiana: non siamo un vero ristorante ma facciamo delle dimostrazioni con vari chef, non siamo un vigneto ma abbiamo fatto delle degustazioni di vini dedicate a determinate regioni, non siamo museo ma facciamo delle esposizioni, non siamo un teatro però abbiamo fatto delle rappresentazioni e quest'estate faremo quattro film italiani sotto le stelle. Vogliamo dare agli italo-americani un'immagine nuova dell'Italia. Spesso infatti sono legati ad un'idea ancestrale dell'Italia rurale che avevano abbandonato i loro nonni emigrando.

Siamo poi molto legati alla lingua italiana: realizzeremo un progetto che coinvolge i giovani italo-americani delle università di State Island: l'idea è che la casa Belvedere diventi per loro un punto di riferimento per riscoprire le loro radici.



Le iniziative della Casa Belvedere sembrano dunque molteplici e diversificate e mostrano l'intenzione di mantenere un legame attivo con l'Italia non solo del passato ma anche di oggi: l'intenzione è riavvicinare le nuove generazioni alla cultura d'origine, non perderne la lingua, non rifugiarsi nel solo ricordo, ma essere parte di un popolo e di una tradizione che può essere viva al di là dei suoi confini, arricchendosi di nuovi elementi dati dal paese di arrivo, in uno scambio e in un arricchimento reciproci.


 


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