Le Sardine nuotano oltreoceano e diventano Sardine Atlantiche. Ma chi sono?

Laura Pace (November 26, 2019)
Una di loro fa la gelataia, un’altra la ricercatrice, un altro è un chimico, uno fa il pizzaiolo e un altro il musicista. Queste le storie dietro le sardine atlantiche. Vite che si sono intrecciate grazie a una chiamata sui social. Una chiamata che li ha portati a scendere in piazza anche a New York.

Quando si dice che le idee non dipendono dall’età è proprio vero e ce lo dimostrano loro. Michela, Carmen, Martina, Alberto, Ilaria, Arianna, Sofia, Annalisa e Simona: questi sono i nomi del team iniziale delle sardine atlantiche. Un gruppo di sconosciuti, nato per caso, del tutto eterogeneo; tra loro infatti c’è chi fa il gelataio, chi la studentessa, chi il musicista, chi invece ha 80 anni e continua a lottare per la sua patria da lontano e chi invece con la sua famiglia italo americana scende in piazza.

Dieci sconosciuti che non avevano nulla in comune se non una cosa: l’essere italiani all’estero. 

Tramite una chiamata partita da un post su Facebook, si sono mobilitati, e nel giro di tre giorni sono scesi nella piazza di Washington Square Park a New York per manifestare. A quella chiamata hanno risposto altre 200 persone, che condividevano gli stessi ideali e l'amore per la loro patria.

Una manifestazione che ha fatto passare di mano in mano un microfono, un microfono che ha raccontato le storie di queste sardine:

<<Mi chiamo Simona e ho 36 anni. Sono una scienziata e una mamma e da questa settimana sono anche una sardina transoceanica. Scendo in piazza oggi con la mia famiglia e i miei due bambini che tra l'altro sono statunitensi grazie allo "ius soli"…>>

<<Mi chiamo Michela, ho 24 anni e sono una studentessa. Sono emigrata, e in quanto tale sono parte di un profondo e diffuso fenomeno sociale che il nostro paese sta vivendo: una nuova emigrazione massiva…>>

Il fenomeno sardine, che sta attraversando l'Italia, è quindi sbarcato a New York. Non di certo con gli stessi numeri di Bologna, ma abbastanza incisivo da lasciare il segno anche da questa parte del mondo. In una città frenetica come la Grande Mela fare comunità è quasi impossibile. Quasi. Però, domenica 24 novembre la comunità italiana, gli italo americani e chi sostiene l’Italia era presente in piazza a manifestare.

Dalle 6000 sardine di Bologna si passa dunque alle Sardine Atlantiche di New York. Un caso mediatico che si sta facendo sentire, piano piano, silenzioso, facendo il giro del mondo e gridando: NO al fascismo, NO al razzismo, NO alla xenofobia, NO a questo governo pieno di odio. Tutti temi importanti ma anche semplici, legati ai Dirtti dell'Uomo.

Il luogo scelto: la piazza. Un posto simbolico che appartiene alla storia delle nostre città da sempre. Il cuore degli scambi di opinione, e come tale anche qui a New York una piazza è stato il punto di incontro per tutte le sardine italiane d’oltreoceano. Si fanno chiamare Sardine Atlantiche e nascono in supporto alle sardine nate in Italia. Lo scopo è chiaro fin dal principio: vogliono rappresentare gli italiani espatriati all’estero. Creando, così, una nicchia all’interno del movimento stesso, arricchendolo con la loro prospettiva.

Michela, una delle sardine, ci racconta: <<Non abbiamo paura del nostro anonimato, anzi è il nostro punto di forza. Questo ci rende un movimento massivo fatto di cittadini e cittadine che stanno rivendicando il loro diritto per avere una politica più seria che risponde ai loro problemi. Siamo tutti facce sconosciute, dopotutto. Mentre all’interno, tra di noi, ciò che tentiamo di fare è quello di conoscerci e di creare dialogo. Cerchiamo quindi di mettere la faccia solo con chi ha voglia di ascoltarci>>

Carmen, ricercatrice di 32 anni foggiana, parlando delle sardine di Bologna dice: <<Oltre alle Sardine Atlantiche, però, stanno nascendo tanti altri movimenti come il nostro. Ci scrivono dal Canada, dal Brasile e questo ci dà la forza di cui avevamo bisogno. Significa, dunque, che stiamo davvero creando una rete di persone. Una rete di italiani che sostengono l’Italia, pur essendo dall’altra parte del mondo; degli italiani che hanno voglia di risvegliare quelli che sono i sentimenti di attivismo, di senso civico e di partecipazione alla vita politica del paese. Non semplici elettori passivi ma finalmente elettori attivi>>

<<Il web è la chiave e ancora di più i social. Grazie a questi abbiamo scoperto l’immagine di Sergio Ricciuto Conte, che ora è l’autore della nostra locandina. Ci ha dato un grande appoggio dal Brasile per prendere il via>>

Infatti, la locandina del movimento è stata realizzata da Sergio Ricciuto Conte, un artista di Foggia che vive ora in Brasile, ed è davvero d’impatto: un pugno chiuso in segno di resistenza e di protesta, formato da tante piccole sardine. Sergio lo ha messo nella sua pagina Facebook per appoggiare le sardine italiane ed ora è diventato il simbolo delle Sardine Atlantiche.

A fine della prima manifestazione le sardine atlantiche dicono: <<Quanto avvenuto ha sicuramente un valore doppio se non triplo per noi, ci dà la speranza e la forza di cui avevamo bisogno>>.

Tante le testimonianze raccontate in piazza e tante le sardine di carta sulle quali sono stati scritti dei messaggi; messaggi che verranno poi portati ai nostri amici di Bologna. Intanto la chiamata si espande e questo è sicuramente la via giusta per usare i social: fare rete tramite delle idee ed infine concretizzarle incontrandosi fisicamente.

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Per vedere i futuri progetti delle Sardine Atlantiche seguite le loro pagine FacebookTwitter e Instagram o potete contattarle alla loro mail: [email protected] 

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