Baci rubati!

Monica Straniero (February 16, 2021)
Sulle piattafome digitali BACI RUBATI - Amori omosessuali nell'Italia fascista, il film documentario di Fabrizio Laurenti e Gabriella Romano, prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, già presentato con vivace attenzione al Bellaria Film Festival, e al Florence Queer Festival – dove ha ottenuto una Menzione speciale della giuria. Baci rubati racconta la condizione degli omosessuali durante il fascismo, usando principalmente la voce di chi ha vissuto in quegli anni. Il film offre un mosaico sfaccettato e complesso che mette in evidenza la persecuzione che i gay e le lesbiche italiani hanno subito, ma allo stesso tempo smonta gli stereotipi e ricostruisce la molteplicità delle loro esperienze, gli svaghi, le amicizie, gli affetti, gli amori e le consuetudini. Sull'argomento si sa ancora oggi molto poco poichè il silenzio che ha circondato l'omosessualità si è protratto ben oltre il Ventennio.

Sulle piattafome digitali BACI RUBATI - Amori omosessuali nell'Italia fascista, il film documentario di Fabrizio Laurenti e Gabriella Romano, prodotto e distribuito da Istituto Luce-Cinecittà, già presentato con vivace attenzione al Bellaria Film Festival, e al Florence Queer Festival – dove ha ottenuto una Menzione speciale della giuria. Baci rubati racconta la condizione degli omosessuali durante il fascismo, usando principalmente la voce di chi ha vissuto in quegli anni. Il film offre un mosaico sfaccettato e complesso che mette in evidenza la persecuzione che i gay e le lesbiche italiani hanno subito, ma allo stesso tempo smonta gli stereotipi e ricostruisce la molteplicità delle loro esperienze, gli svaghi, le amicizie, gli affetti, gli amori e le consuetudini. Sull'argomento si sa ancora oggi molto poco poichè il silenzio che ha circondato l'omosessualità si è protratto ben oltre il Ventennio.

Pur sottolineando la persecuzione e le numerose restrizioni e sanzioni imposte dal regime agli omosessuali, l’intento è quello di riportare in luce per la prima volta alcune storie di chi, nonostante tutto, ha “resistito” ed è riuscito a vivere seguendo le proprie scelte.

"Chiunque (...) compie atti di libidine su persona dello stesso sesso, ovvero si presta a tali atti, è punito, se dal fatto derivi pubblico scandalo, con la reclusione da sei mesi a tre anni."  Così enunciava nel 1927, in prima stesura, l'articolo 528 del nuovo codice penale Rocco riguardo la repressione dell'omosessualità, che veniva in tal modo per la prima volta contemporaneamente riconosciuta e sanzionata. Sul sanzionarla tutti d'accordo, ma sulla necessità di riconoscere che in Italia fosse diffuso il "turpe vizio" - come veniva allora definita una relazione non eterosessuale - mai e poi mai! Sarebbe stata messa in discussione la virilità stessa del maschio italiano.

Così il film interpella storici che si sono occupati di omosessualità durante il regime di Mussolini.  Ma predilige le voci dei protagonisti che raccontano le proprie vicende, sentimenti ed avventure. Tra il serio ed il faceto, il sentimentale e lo sfacciato, si alternano pagine di diari, lettere, poesie e ricordi di amori proibiti, osteggiati, censurati, ma esistiti, vissuti, cantati e ricordati con orgoglio. 

Sono così di notevolissimo interesse le parole di scrittori assoluti come Aldo Palazzeschi, de Pisis, Sandro Penna, Radclyffe Hall, posti accanto agli inserti di letteratura 'scientifica' dell’epoca; e più di tutto interessante che il film raccolga voci di estrazioni sociali, mentalità, esperienze differenti. 

Parole che nel film vivono dell’interpretazione da manuale di Luca Ward, che restituisce con sottigliezza sulfurea la prosa scientifica sul ‘problema’ degli omosessuali, accanto alle voci partecipi e coinvolgenti di interpreti popolari come, Valentina Cervi, Sabrina Impacciatore e Neri Marcorè.

Attraverso le parole dei protagonisti, il film documenta alcuni aspetti della repressione dell’omosessualità come gli arresti, l’internamento in manicomio, le ammonizioni, le indagini dei commissari, le dichiarazioni dei prefetti, le violenze degli squadristi.

Baci Rubati si avvale di materiali di repertorio molto preziosi provenienti da collezioni private, interviste radiofoniche risalenti all’inizio degli Anni Ottanta e brani di diari inediti, a cui fanno da controcanto le immagini ufficiali del regime, quelle dei cinegiornali Luce, che illustrano l’ideale fascista di virilità e femminilità.

Un montaggio serrato di immagini di repertorio illustra il culto della virilità del regime, il clima delle sue campagne di moralizzazione, la creazione dello stereotipo dell’uomo “effeminato” e della donna “mascolina” ed al contempo racconta il vissuto di omosessuali e lesbiche, testimoniato da fotografie e filmati provenienti da archivi privati. Attraverso questi materiali preziosi e inediti il film celebra il coraggio di chi ha affermato le proprie scelte di vita, nonostante l’azione repressiva della dittatura.

L’uscita on demand su piattaforma dal 14 febbraio, giorno di San Valentino, è una dedica speciale al coraggio e alla libertà di tutti gli amori.

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