Articles by: Mila Tenaglia

  • Art & Culture

    Do you love Futurist avant-garde and music?

    If you love the Futurist avant-garde and music, let yourself get swept up by the sonic vibrations of pianist, composer and visual artist Daniele Lombardi. The Florentine pianist garnered international fame for pioneering a personal and unique musical vision that combines sounds, lights and action. Over the course of his artistic career, he has devoted a lot of energy to the musical side of the most important avant-garde movement of the 20th century.

    And like the Futurists, Lombardi practices various forms of expression, including 
    painting, music and video art. No listener can walk away untouched from a show driven by such overwhelming creative energy. The lighting effects and interactive systems always fascinate audiences. Lombardi’s interest in music has also led him to write several books, including Il suono veloce: Futurismo e futurismi in musica (Fast Sound: Futurism and Futurisms in Music).

    Last summer the music label Mudima Edizioni Musicali produced Musica Futurista, a box set of 8 CDs. The music is a mix of spoken word, sounds and noise—elements dear to Futurism.  It embodies the personal and artistic research that Daniele Lombardi has conducted over the years, a cohesion of action and sound produced by the energy of thought. And that energy is visualized as a metaphor for space.

    The CDs were advertised by the Guggenheim Museum in New York, site of maestro Lombardi’s recent concert, FuturisMusic  Wearing a futurist waistcoat and a charming white moustache, the maestro once again enchanted audiences. The concert was just one of many events surrounding the exhibit Italian Futurism, 1909–1944: Reconstructing the Universe, which ended recently and was sponsored in part by Lavazza. 

  • Art & Culture

    The Birth of a New ‘State’

    A couple years ago, I read about the Garbage Patch. It made a big impression on me, and since then I have examined the environmental disaster more closely. I had to do something.” So Maria Cristina Finucci—a brilliant Tuscan artist, architect and designer who has lived and worked in New York, Paris, Brussels, Moscow, Madrid and Rome—decided to spotlight a specific environmental issue involving the disposal of waste in our oceans.

    First, explains Maria Cristina, she symbolically founded the ‘Plastic State’ with a major
    installation on April 11, 2013 at UNESCO headquarters in Paris. “We needed a synthetic and symbolic representation to capture this image, which I created using a transmedia technique, i.e., releasing various bits of ‘evidence’ of a different nature. I placed large transparent plastic bags filled with bottle caps to symbolize the island and created postcards” (‘Greetings From the Garbage Patch State’).
     

    Then, a few months later she went to Venice and opened her pavilion at Ca’ Foscari University. She got students involved and created the “founding myth” of the new state. “I got them to tell me stories, and we talked about religion, geography, ethnic groups.” The State continued to travel. It went to an international art festival in Madrid, where maria Cristina put up a major installation. A year later she celebrated the Garbage State’s first National Festival by placing a large wave of plastic in the piazza of the MAXXI Museum of Rome.

    And then they couldn’t resist opening its first Embassy! “I made a civil registry. I registered thousands of objects—possible inhabitants of the Garbage Patch State. Sandals, glasses, plastic forks, detergents. I made birth certificates for anyone who wanted to become a citizen and adopt an object. Ever since then, media around the world has been talking about these installations.”
     

    Of course there was no way she was going to skip New York. “For me it’s an honor to be present at the United Nations with my installation on September 29. Ambassador Cardi was enthusiastic about the idea and he is a very pleasant preson to work with.”

    ENI, Italy’s major oil company and a true “Corportate Ambassador” of Italy around the world, last year picked up this project as the official sponsor. “It’s an intelligent project which immediately got our support not only because of its ethical message but because of its innovative way of depicting it,” explained Stefano Lucchini, then Director of International Relations and Communication at ENI.
     

    Here’s a little taste of the installation: a large serpent made with 132, 500 caps will be displayed in the inside lobby during the UN’s general assembly.  But don’t worry. If you can’t make it to the UN, a documentary on the Garbage Patch State by director Miguel Angel Tobia will soon be released.

  • Arte e Cultura

    Off Site Art: l'Aquila rinasce coperta di arte

    Non manca nessuno alla conferenza stampa al comune di Villa Gioia all'Aquila: Veronica Santi è seduta nel mezzo, gli occhi le brillano, le mani in movimento. La passione e la tenacia con cui si è dedicata alla realizzazione di Off Site Art - OSA, organizzazione di arte pubblica con sede a New York, è stata ufficialmente presentata e apprezzata. 

    Alla destra della curatrice il lato politico e burocratico: il sindaco Massimo Cialente, l'assessore alla cultura Betty Leone, il presidente di ANCE L'Aquila Gianni Frattale e il presidente dell'Ordine degli architetti Tarcisio Fornaciari. 

    Alla sinistra la parte intellettuale, universitaria: la rettrice Paola Inverardi, il direttore del Gran Sasso Science Institute Eugenio Coccia e infine Antinisca di Marco del Dipartimento di Informatica dell'Università dell'Aquila, da cui ha preso vita il sito di Off Site Art.

    Tutte persone essenziali alla riuscita del progetto.

    La curatrice d’arte Veronica Santi ha presentato in chiave culturale, intellettuale e filosofica il progetto Off Site Art. Tra i presenti non mancano alcuni degli artisti che sono stati selezionati. 

    Off Site Art  è stato creato grazie all'incontro tra Veronica e Rodney Durso, fondatore dell'associazione newyorkese ArtBridge. Rodney da subito si è mostrato entusiasta all’idea di poter favorire il dibattito culturale tra arte e cittadino supportando il primo intervento oltreoceano in Europa. Infatti l'organizzazione di cui fa parte Rodney Durso "utilizza le impalcature, le recinzioni e i ponteggi presenti nel tessuto urbano come tele bianche su cui esporre gigantografie di opere di artisti emergenti".
     

    Off Site Art sta rivelando al capoluogo abruzzese di essere una iniziativa di grande spessore e valore che ha visto la partecipazione di oltre 300 artisti e più di 1200 immagini inviate.

    Le impalcature dei vari cantieri nel centro storico Aquilano, distrutto dal terremoto nel 2009, diventano così dei grandi quadri bianchi dove le singole opere degli artisti si trasformano in gigantografie che con colori e immagini colpiscono l'attenzione del passante regalando a una città ancora ferita emozioni e vita.

    “Queste immagini, che richiamano  in qualche modo il terremoto - continua Veronica - si avvicinano a qualcosa di tremendamente mostruoso per quello che è successo, danno calore. I palazzi sono freddi, dentro non c’è niente e si sente ancora l’odore del terremoto”.

    Come una delle prime opere installate: quella della giovane Federica Payrolo per esempio.

    Una costellazione di oggetti della propria camera che formano un robot, un umano in movimento 

    che sembra proprio uscire di corsa dalla propria casa.

    Un agglomerato di oggetti pop.

    “Come una danza in questi giorni sono cominciati ad apparire delle immagini in questa città che sta vivendo una situazione gravissima da cinque anni. Le gigantografie saliranno e scenderanno a seconda delle costruzioni fino a che i lavori non verranno terminati” continua Veronica Santi.

    Un comitato intellettuale internazionale ha valutato le opere per arrivare a selezionare i lavori di 19 artisti emergenti. La giuria d’eccellenza è stata composta da Ida Panicelli (Direttrice di ArtForum 1988-1992, New York), Cecilia Alemani (Donald R. Mullen, Jr. Curator & Director di High Line Art, New York), Cecilia Guida (Curatore indipendente e Docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti de L’Aquila), Giuseppe Lignano (Fondatore e Presidente di LOT-EK, Napoli e New York).

    “La magia dell’arte pubblica è che non si nasconde dietro una scatola chiusa fatta da muri ma innesca un processo che portare le persone a spostare lo sguardo dalle proprie battaglie in direzione dell’arte contemporanea”.

    "Questo messaggio deve essere consolidato fuori e dentro l'Aquila per poi parlarne a livello internazionale nelle conferenze. Questa operazione - ci tiene a precisare Veronica Santi - non è nuova nel mondo dell'arte ma è unica in una città disgregata come l'Aquila. Una ciambella con un buco dentro".
     

    Quando si parla di ricostruzione infatti è facile spostare l’attenzione sul futuro ma bisogna invece vivere il presente di questa città che ogni giorno vive di persone che camminano in un centro storico ormai distrutto e devastato.

    Il sindaco Massimo Cialente prende la parola “Finalmente il Centro storico chiuso e distrutto comincia ad avere dei primi sprazzi di vita. La città vuole presentarsi con le sue ferite. C’è la volontà di recuperare gli spazi, la voglia di vivere di nuovo il centro storico. Ci voleva qualcuno come Veronica che con determinazione mettesse insieme queste risorse culturali e le persone”.

    Ma non solo presto ci sarà anche un’application creata dal Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell’Informazione e Matematica dell’Università degli Studi dell’Aquila che diventerà una guida virtuale delle opere installate nella città.

    Proprio in questi giorni durante la Perdonanza, evento civile e spirituale molto sentito dagli aquilani, presentare alla città questo progetto è stato fondamentale proprio perché è il momento in cui si mettono insieme le istituzioni artistiche.

    E’ possibile ora camminare in piazza Regina Margherita e gustarsi le opere di Federica Peyrolo e Carmen Mitrotta. Passare in Corso Vittorio Emanuele e osservare le gigantografie dei lavori di Daniele Davitti, Arianna Lodeserto e Antonella Finucci e molti altri ancora compariranno nelle strade.

    Le persone camminano e puntano il dito su quel lavoro, si stupiscono, sorridono, magari non tutti apprezzeranno i lavori ma per un momento non penseranno a cosa rappresentano quelle impalcature sui palazzi antichi distrutti.

    Per non dimenticare una tragica catastrofe naturale ma per andare avanti grazie al seducente potere dell’arte contemporanea. Off Site Art - OSA... per una città che non vuole cadere nell'oblio ma risorgere più bella di prima. Veronica "OSA", aquilani, abruzzesi e italiani osate in nome dell'arte!

    I nomi dei 19 artisti: Dritan Hyska, nato nel 1980 a Korce (Albania), Federica Peyrolo, nata a Susa nel 1989, Iacopo Pasqui, del 1984, residente in Abruzzo, Elena Adamou, originaria di Cipro, 1991, Daniele Davitti, di Firenze, 1987, Edoardo De Falchi, Pietro Del Bianco, 1948 di Marotta, Iolanda Di Bonaventura, aquilana del 1991, Sandro Di Camillo, del 1976, Federica Di Carlo, 1984, Marjan Fahimi, Teheran (Iran), 1982, Antonella Finucci, Roma, 29 anni, il duo G&G Gabriella & Giannicola, composto dagli abruzzesi Giannicola De Antoniis e Gabriella Sperandio, Arianna Lodeserto, Carmen Mitrotta di Grottaglie, 1987, Danilo Susi, medico ed artista, Claudia Esposito, romana del 1991, Lucia Uni, di Lecco, Gianni Zanni, di Bari.

    Con la collaborazione di: Camilla Inverardi dello studio di architetti Terrae Mutatae e la ricercatrice del Dipartimento di Ingegneria e Scienze dell'Informazione e Matematica dell'Università dell'Aquila Antinisca di Marco.

    Per saperne di più visitate i siti: Off Site Art - OSA e ArtBridge.

  • Art & Culture

    Maestro Daniele Lombardi and His Futurist Music

    Maestro Daniele Lombardi, a renowned international composer and artist performed a concert last week within the fascinating spiral of the Guggenheim Museum.

    The Florentine musician passionately performed for the New York audience during the evening filled with futurisim pieces from the 1900 retracing a historical concept very dear to futurism: "the noise music," theorized by the Futurist painter Luigi Russolo.

    The pieces played by the artist took the audience back in time to when the futurists were playing with speed, the sounds of words and architecture of sound itself.

    It’s a well-known fact that Futurism drew inspiration from the concept of movement, new technological discoveries and communication and machines, which produced noise and speed. Moreover, artistic fields such as painting, publishing, music, theater, fashion and dance became the center of experimentation for Italian, Russian and French artists.

    In the words of maestro Lombardi "It has been said that music begins where sign and gesture ends, but it is also true that sign and gesture begin where music ends. History of languages ​​is a continuous circular motion."

    Over the course of his career, the pianist has worked extensively on some of the most important historical avant-garde musical pieces of the 1900’s. One of his most successful events was the first large-scale performance of modern composers of Italian and Russian futurism: Alberto Savino, Alexander Mossolov, George Antheil.

    His great interest in music led him to write various books, including "The fast sound:
    Futurism and futuristic music."
    It is for this reason that the pianist and visual artist Lombardi wanted to offer to the
    public a series of pieces by some of the most famous composers such as Francesco
    Balilla Pratella, Silvio Mix, Aldo Giuntini, Alfredo Casella and many others.

    The concert was introduced by Susan Thompson, Assistant Curator of the
    Guggenheim Museum. She stressed the importance of the Futurist avant-garde art
    and its strong impact on the artistic level for audiences around the world.

    After the brief introduction Thompson gave the floor to the well-known Maestro.
    The lights dimmed, magical silence fell and out came Lombardi, his face focused yet
    friendly, long white mustache, and a black cylinder hat, giving him a bit "futuristic"
    look.

    Behind him a magical play of lights and color began ... depending on the musical
    notes the colors changed, blending into the magical and surreal atmosphere and
    taking the audience back in time.

    One cannot help but reflect on the concept of the revolution of the concept of
    futurist-theater and the interaction between the artists, visual arts, the public and
    the "musical noise" that they tried to achieve.

    Once the concert ended (with the last piece of Louis the Great Horse + Steel, 1935)
    there was a reception, with coffee by Lavazza, the official sponsor of the exhibition
    on Futirism, as well as Prosecco and snacks.

    To complete the futurist evening the entire exhibition on Futurism currently on
    view at the Guggenheim was offered free of charge to further appreciate, love, and
    understand better one of the most powerful and fascinating historical avant-garde
    art movement of the twentieth century.

    For additional information about Daniele Lombardi click here >>>

  • Arte e Cultura

    FuturismMusic: la musica futurista del maestro Daniele Lombardi

    Nell'affascinante spirale del museo Guggenheim la settimana scorsa ha avuto luogo il concerto dell'artista Daniele Lombardi, rinomato compositore e artista di fama internazionale.

    Il musicista fiorentino ha suonato con dedita passione regalando all'audienze newyorkese una
    serata all'insegna dei brani futuristici del '900 ripercorrendo uno storico concetto molto caro al futurismo: "il noise music", teorizzato dal  pittore futurista Luigi Russolo.

    I brani suonati dal maestro hanno portato il pubblico indietro nel tempo, quando i futuristi giocavano con la velocità, il rumore delle parole e l’architettura del suono.
     

    È risaputo infatti che il futurismo traesse ispirazione dal concetto di movimento, dalle nuove scoperte tecnologiche e di comunicazione e dalla macchina che produceva rumore e la velocità. Infatti campi artistici come la pittura, l'editoria, la musica, il teatro, la moda, la danza divennero centro di sperimentazione per gli artisti italiani, russi e francesi.

     
    Come dice lo stesso maestro Lombardi "È stato detto che la musica comincia dove finisce il segno ed il gesto, ma è anche vero che il segno ed il gesto cominciano dove finisce la musica. La storia dei linguaggi è un continuo moto circolare".

    Il pianista nel corso della sua carriera artistica ha lavorato approfonditamente sui brani musicali delle 

    più importanti avanguardie storiche del '900. Tra gli eventi che hanno riscosso maggior successo ci fu la prima performance moderna su larga scala di compositori italiani e russi del futurismo del calibro di Alberto Savinio, Alexander Mossolov, George Antheil.

     Il suo grande interesse per la musica lo ha portato a scrivere differenti libri, tra cui "Il suono veloce: Futurismo e futurismi in musica".

    È sulla scia di questo discorso che il pianista e artista visivo Lombardi ha voluto proporre al pubblico una serie di brani di alcuni dei piu' famosi compositori come Francesco Balilla Pratella, Silvio Mix, Aldo Giuntini, Alfredo Casella e molti altri.

     
    L'apertura del concerto è stata fatta da Susan Thompson, Assistan Curator del museo Guggenheim che ha sottolineato l'importanza del Futurismo come avanguardia artistica ancora di forte impatto a livello artistico per il pubblico di tutto il mondo. 

     
    Dopo questa breve introduzione Susan lascia la parola, o meglio la nota al noto maestro.
    L'atmosfera si fa buia, il silenzio  magico e arriva Daniele, il volto concentrato ma simpatico, lunghi baffi bianchi, un cilindro nero che lo rende un po' "futurista".

    Dietro di lui comincia il magico gioco di luci e colori sul muro... a seconda delle note musicali i colori cambiano, si fondono nella magica e surrealistica atmosfera e porta indietro nel tempo.
    Non si può fare a meno di riflettere sulla rivoluzione stessa del concetto teatrale futurista, sulla interazione che questi artisti volevano tra l'arte visiva, il pubblico e il "rumore musicale".

    Una volta terminato il concerto con l'ultimo brano di Luigi Grandi (Cavallo + Acciaio, 1935) è stato offerto un piccolo rinfresco, immancabile il caffè Lavazza, Sponsor ufficiale della mostra sul Futurismo, ma anche il Prosecco e degli stuzzichini.

    Per completare la serata futurista il tour gratuito dell'intera mostra sul Futurismo per poter apprezzare, amare e comprende ancora meglio una delle più potenti, affascinanti avanguardie storiche del XX secolo.

    Per informazioni aggiuntive riguardo Daniele Lombardi <<<

  • Survival Violin Project: Musical Notes of Memory

    Neapolitan pianist and composer Giuseppe Devastato was back in New York with his latest musical performance dedicated to the victims of the Tsunami which struck Japan back in 2011.

    Devastato was recognized by international criticts as one of the most exciting pianists of his generation. He was awarded the position of Artistic Advisor of the Neapolitan Music Society of
    New York, Mario Cuomo and Mrs. Matilda Cuomo for artistic merit in the revaluation of the Neapolitan repertoire of the XVIII century.

    The concert took place recently at the Italian Cultural Institute of New York. The Italian musician offered the audience a wonderful preview of his work, playing together with a renowned Japanese violinist Sumiko Tajihi (also creator of the project).

    Violinist Sumiko Tajihi has been widely recognized by press all over the world: "Every single bit of tune Sumiko creates is like human voices" (La Stampa from Italy).

    From the most classical music repertoire duet Devastato and Sumiko played Veracini, Paganini, Vivaldi, Pergolesi and much more.

    On May 30th at Carnegie Hall, Devastato opened his concert with a debut duet of “Homagge á Mozart,” a musical composition which was awarded the Silver Medal at the Global Music Awards 2014 in Los Angeles.
     

    At the concert in the Big Apple, present was also the Saratoga Spring Youth Orchestra, composed of young talented musicians and directed by Gioacchino Longobardi, which elegantly accompanied the violin of Sumiko Tajihi and the piano played by Giuseppe Devastato.

    The initiative was entirely dedicated to the victims of the Tsunami. Specifically for this
    occasion, Giuseppe Devastato composed the "Sembazuru Fantasy" for violin, piano and orchestra. The piece was interpreted for the first time in a world premiere. On this important occasion, Sumiko Tajihi played the “Tsunami Violin,” a special violin made from wood debris returned from the sea after the earthquake. This violin, every year, is lended to a Japanese performer.  

    The concert was sold-out and it was a great success. The audience loved the performance, proof of which was the final standing ovation which lasted for more than 10 minutes. Both soloists offered the audience a bis. Giuseppe Devastato enchanted the audience performing Traümerei di Schumann and Sumiko Tajihi seduced them with the magic notes of the Largo di Veracini.

    On June 5th, Devastato, in collaboration with the Italian Cultural Institute, debuted also in Tokyo with his "Sembazuru Fantasy."

    For more information about the Tsunami violin you can visit the link: <<<

  • Art & Culture

    From Street to Art: The Journey of Public Art towards Galleries

    From the heart of Rome, one of the world’s most ancient and fascinating cities, Simone Pallotta brings to New York, cosmopolitan capital and graffiti and Street Art mecca, “From Street to Art”.

    The Opening took place on June 20th at the Italian Cultural Institute and was a success amongst young and not-so-young audiences alike.

    The exhibit seeks to explore Italian Public and Urban Art with the names that have marked the Italian and international Art scene, including: Agostino Iacurci, Aris, BR1, Cyop&Kaf, Dem, Eron, Hitnes, Sten&Lex, Ufo5, 2501.

    According to what Simone told us, although they have completely different attitudes towards art and artistic research, these authors have a common, deep sense of authorship.

    Born in Rome in 1979 and raised in Nuovo Salario, a neighborhood of the city, Simone has always dedicated himself to Street Art, gradually becoming a curator and critic.

    “My artistic foundations come from Street Art, from the graffiti of the 90’s. Once I had specialized in Art in Udine in 2000, with my cultural baggage, I looked around and I noticed that a lot of the people coming from the world of graffiti had started looking for ways to express themselves by initiating a dialogue with the city rather than confronting it.

    In Italy I’ve been the curator of many festivals and projects involved in presenting Contemporary Art in public spaces. Here in New York I’ve worked with the Italian Cultural Institute for the first time.

    The exhibit “From Street to Art” has been made possible by Fabio Troisi, with whom I have found it easy to see eye to eye.” Simone relates.

    Fabio, cultural attaché to the Italian Cultural Institute in New York, walks amongst the art pieces, satisfied.

    “Right as I entered the Ministry of Foreign Affairs I dreamed of bringing a collective Street Art exhibit here to the Institute. I selected Simone as the curator and I have to thank the cultural association ‘Walls’ and Chiara Mariani for everything relating to logistics. I have always loved Art and Street Art and I was familiar with Simone’s project works already in Rome. “From Street to Art” is a dream come true for me”.

    The Italian Cultural Institute, supported by LaFondazioneNY, stepped out of its institutional attire to be literally covered by the paint and the works of the artists, to give the idea of continuity between the outside and the inside.

    The wall that follows the staircase up to the second floor has in fact been painted by Hitnes, one of the two artists present: a huge turkey surrounded by a spiral of feathers takes up the center stage. Numerous tiny sharks float in the background.

    We find Hitnes at work inside the Institute. Animals have always been included in his themes. His hands are covered in paint as he holds a paintbrush. He is at ease in his solitary work.

    A few days ago, in collaboration with the gallery Exit Room, he worked on a wall on the rooftop of a building in the colorful Bushwick neighborhood. This gallery organizes Public and Street Art events and has come to represent a significant reality for Bushwick. Its founders, the videomaker Daniela Croci and Dariel Martinez, didn’t hesitate to collaborate with Simone and to look for a large wall for Hitnes.

    Hitnes tells us a little about himself as he puts the finishing touches on the wall of the Institute.

    “I started out in a traditional manner, with illegal graffiti, on trains for example. I then moved from letters to animals. It’s what always came easiest to me and I’m happy in doing it.

    Traveling has always been important to me, I like the idea that the walls I do are seen by people casually passing by.

    In Italy Street Art experiences a very powerful scene, there’s an interesting originality.  It’s a Country where there are masters of the abstract, the figurative, of just about anything”.

    BR1, the other artist present, is from Turin. His works, which focus on the theme of religions and the effect they have on people, have a strong emotional impact.

    “I seized the opportunity, provided by the curator’s invitation to the United States, to create a piece aimed not only at Islamic population but also at Jewish people, seen as, right here in Brooklyn, there is one of the world’s biggest Jewish communities”

    “I spent quite some time on Bedford Avenue, examining the community, I looked for inspiration on those streets and I focused on the encounter-collision between the Jew and the Muslim in Palestine. The work was produced on posters I found on those Brooklyn streets. With time, I have started to also focus on the impact that publicity and the mass culture of the western world has on religious communities”.

    The great work so artfully put together is very representative of the way in which Urban Spaces have become a new human and artistic bridge, allowing exchanges between artists and people.

    The exhibit will be open through August 20th at 686 Park Avenue.

  • Arte e Cultura

    From Street to Art: il cammino dell'arte pubblica verso le gallerie

    Dal cuore di una delle città più antiche e affascinanti del mondo, Roma, Simone Pallotta porta a New York, capitale cosmopolita, mecca dei graffiti e della street art, From Street to Art.

    L'opening si è tenuto presso l'Istituto Italiano di Cultura il 20 giugno riscuotendo grande successo tra i giovani e non.

    La mostra vuole eplorare l'arte pubblica e urbana italiana con i nomi che hanno seganto la scena made in italy e internazionale dell'arte di tra cui: Agostino Iacurci, Aris, BR1, Cyop&Kaf, Dem, Eron, Hitnes, Sten&Lex, Ufo5, 2501.

    Come ci ha raccontato Simone questi artisti sono accomunati da una profonda autorialità nonostante abbiano un atteggiamento nei confronti dell'arte e della ricerca artistica totalmente differente.  

    Classe 1979, nato e cresciuto a Roma, Nuovo Salario, Simone si è sempre dedicato all'arte della strada diventando piano piano curatore e critico d'arte.

    "La mia formazione viene dalla strada, dai graffiti degli anni '90. Una volta finita la specializzazione in arte a Udine nel 200o con il mio bagaglio culturale mi sono guardato intorno e ho visto che molte di quelle persone che provenivano da il mondo dei graffiti avevano cominciato a cercare una via espressiva improntata sul dialogo verso la città e non più una presa di posizione su questa. 

    In Italia curo molti festival e progetti impegnati nella diffussione di Arte Contemporanea nello spazio pubblico. Qui a New York è la prima volta che collaboro con l'Istituto Italiano di Cultura.

    La mostra From Street to Art è stata possibile realizzarla grazie a Fabio Troisi con cui mi sono trovato molto in sintonia". Racconta Simone.

    Fabio, Attachè culturale per l'Istituto Italiano di Cultura di New York, cammina tra le opere soddisfatto.

    "Appena entrato al ministero degli Affari Esteri fantasticavo di portare qui in Istituto una mostra collettiva di Street Art. Ho selezionato Simone come curatore e devo ringraziare l'associazione culturale Walls e Chiara Mariani come referenti per quanto riguarda tutti gli aspetti logistici. Ho sempre amato l'arte e la Street Art e conoscevo gia' da Roma i progetti e i lavori di Simone. Per me From street to Art è un sogno che si realizza".

    L'Istituto di Cultura Italiano, supportato da LaFondazione NY, si è cosi spogliato dalla sua dimensione istituzionale per essere letteralmente ricoperto dalla pittura e dalle opere degli artisti proprio per rendere l'idea di continuità tra il fuori e il dentro.

    Il muro che accompagna le scale al primo piano infatti è stato dipinto da Hitnes, uno degli due artisti presenti: un grande tacchino in una spirale di piume regna sovrano, sullo sfondo tanti piccoli squali fluttuanti.

    Hitnes lo troviamo a lavoro dentro l'Istituto. I suoi temi da sempre riguardano gli animali. Le mani macchiate di vernice, il pennello in mano. E' a suo agio mentre lavora solitario. 

    I giorni precedenti ha realizzato in collaborazione con la galleria Exit Room, un muro su un rooftop che si affaccia sullo spazio colorato del quartiere di Bushwick. Questa galleria organizza eventi di arte pubblica e street art ed è diventata una delle realtà più importanti nell'area di Bushwick. I fondatori, la videomaker Daniela Croci e Dariel Martinez, non hanno esitato nel collaborare con Simone e cercare un muro di grandi dimensioni per Hitnes.

    Hitnes ci racconta un po' di se mentre finisce di ritoccare sul muro dell'Istituto il suo lavoro.

    "Ho cominciato in maniera tradizionale con i graffiti, l'illegale e i treni per poi abbandonare le lettere e avvicinarmi a disegnare gli animali E' la cosa che mi è sempre venuta meglio e sono molto veloce nel farlo.

    Viaggiare per me è sempre stato importante, mi piace il fatto che i muri che faccio vengono visti dalle persone che passano casualmente.

    In Italia la street art vive una scena molto forte, c'è un'originalità interessante. E' un paese dove ci sono dei maestri di astratto figurativo di qualsiasi cosa."

    BR1, l'alto artista presente, viene da Torino, i suoi lavori trasmettono un forte impatto emotivo poichè si incentrano sul tema delle religioni e sull'effetto che queste hanno sulle persone. 

    "Ho colto l'occasione dell'invito del curatore qui negli Stati Uniti per poter realizzare per la prima volta un'opera che andasse a toccare non solo le persone di religione islamica ma anche ebraica, in quanto c'e' una delle comunità più grandi al mondo qui a Brooklyn"

    "Ho passato diverso tempo su Bedford Avenue a studiare la comunità, ho cercato ispirazione in quelle strade e mi sono focalizzato tra l'incontro scontro tra l'ebreo e musulmano in Palestina. L'opera è stata realizzata su manifesti presi in quelle strade. Ho iniziato a seguire con il tempo anche l'impatto che la pubblicità e il mondo occidentale di massa ha sulle comunità religiose".

    Il grande lavoro di labor limae che è stato realizzato fa riflettere su come lo spazio urbano sia diventato un nuovo ponte umano e artistico di ragionamento tra gli artisti e le persone. 

    La mostra sarà presente fino al 20 agosto al 686 Park Ave.

  • Life & People

    "Pasta Poetry Battle" with Grandfather Rana

    Backbar, eleventh street of the finally summery Manhattan. Something truly unusual is about to happen.

     

    It's seven o'clock in the evening, The light outside is still shining strong, but inside the room is dim and all of our senses  are pleasantly surprised as the air carries the sent of freshly cooked ravioli and the sound of the "tic tac tic tac" of the old-fashioned  typewriters.  

    Above, on one side of the room, a balcony similar to the most famous one in Verona. There is no Juliet on it, and no Romeo below it, but above it there is a hashtag that reads #PastaPoetry. 

    Here we talk about pasta and about pasta we write.

    Sitting on the leather chairs are "The Haiku Guys" quickly stroking the keys of the typewrites. What are they writing? They're creating impromptu poems. "Give me a topic and  I will compose a verse," says a girl with a smile. I say: "Art," and a few minutes later I am handed a card with the words: "What comes unbidden is a blessing to receive always stay open," by Carolyn Silveira. 

    Energetic and always with a radiant smile, Antonella Rana comes to meet us, together with the most famous and beloved Italian grandfather, Giovanni Rana. 

    "The duel is about to begin soon," he says. There is a certain level of adrenaline in the air.

    In fact, a pair of impromptu poets, will hold a challenge reciting haiku composed on the spot, the topic is chosen on the spot.  Giovanni Rana is the deciding judge. Nearly all participants are American. 

    The atmosphere is sparkling, the "Haiku Guys" are all dressed "The Great Gatsby" style, they all look stunningly beautiful, especially the girls in blush colors, fringes and vintage hats. You can tell that even their choice of clothes was a studied one. One of them initiates the competition by asking the audience to silence. The gong? A spoon striking a shiny copper pot. How appropriate!  

    The first theme: "Mother." The contestants take the stage, take a sheet of blank paper, bend over and start writing ...  and on it goes, round after round, wins and losses intertwined with a glass of wine and a plate of pasta. The participants feverishly recite their short poems.

    Some laughter breaks through in the audience as someone is trying to say a few words in Italian. 

    Antonella Rana's chooses the word "Verona" as a theme. One of the challengers replies: 'Oh! Verona,  I would repeat this word without end, your language is so musical: "Romeo e Giulietta," " Ravioli," "Pesto." 

    The poets clearly are having fun while composing the short poems and as the jury swiftly decides their fate.

    Another theme? Pesto. Here we see a bit of lack of food knowledge in this young poet. He speaks of the green and attributes  the color of the Genoese sauce to peas! No... perhaps he doesn't know the smell of basil, since pesto - the real one - you can smell most of all! 

    The winner? The Italian filmmaker and writer Francesca Coppola. She certainly had the advantage of knowing about pasta d giving her the ability to play with words, but certainly having to write in English did not facilitated the task. 

    "I've always loved poetry and writing," she tells us after the awards ceremony and a photo with Giovanni Rana. "I heard about this event thanks to my friends Eric and Daniel who perform with me at the Bowery Poetry Club and love Italy," says Francesca, giving usa big smile.

    "My friends at the club enjoy writing haiku on the typewriter for random people and during certain types of events, so for all of us and it was very nice to play the game." 

    Living in New York for more than seven years now, Francesca was awarded last year for her short film "Flamingos" at MoMA and Lincoln Center as part of the "New Directors / New Films 2013." 

    Of course there is the final photo opportunity with the group and the always-present "Rana-Bag" containing a ravioli usb, a rolling pin and a package of fresh pasta that we can enjoy at home. 

    Pasta and poetry, what better way to celebrate Italy?

    Giovanni and Antonella Rana attended the event with great enthusiasm and curiosity, socializing with all the poets. The atmosphere was truly special. The smell of freshly cooked ravioli in the air transported the mind elsewhere and there was a pleasant dissonance between this classically New York place and what was occurring in it. Poetry, love, pasta and Rana. There could be no better combination. 

    And we will never forget the sweetness with which Giovanni Rana, at the end playfully posed together with all the participants for a group selfie. 

    The young poets gave him some poems written especially for him on a piece of paper. We are sure that Grandfather Rana will keep them among his treasured things.

  • Fatti e Storie

    "Poetry Battle" e ravioli, con Giovanni Rana

    Backbar, undicesima strada di una Manhattan finalmente estiva. Qualcosa di veramente inusuale sta per accadere.

    Sono le sette di sera, la luce e' ancora forte ma dentro il locale si fa fioca, i sensi e l'udito si lasciano piacevolmente trasportare dall'odore di inaspettati ravioli cucinati all'istante e dai "tic tac tic tac" delle macchinette da scrivere.

    In alto, in un lato del locale, un balconcino che richiama uno dei piu' famosi posti  di Verona. Non c'è Giulietta sotto, e neanche Romeo, ma sopra c'è un hashtag con scritto PastaPoestry.

    Dunque si parla di pasta e si scrive di pasta.

    Seduti su delle poltrone di pelle ci sono "Gli Haiku Guys" che battono su antiche macchine da scrivere.

    Di cosa si tratta?  Sono componimenti poetici estemporanei. "Dammi un argomento e ti compongo un pensiero", sorride una ragazza.  Diciamo  "Art" e pochi minuti dopo ci viene consegnato un cartoncino con su scritto "What comes unbidden is a blessing to receive stay open always" by Carolyn Silveira.

     
    Energica e sorridente Antonella Rana ci viene incontro, e' con il nonno piu' amato dagli Italiani, Giovanni Rana.

    "Il duello sta per cominciare, presto" ci dice e c'e' una leggera adrenalina nell'aria.

    Infatti una coppia di poeti improvvisatori si sfidera' recitando un haiku composto sul momento su un argomento deciso in quel momento. Giovanni Rana è il giudice. Sono quasi tutti americani.

    L'atmosfera e' frizzante, gli "Haiku Guys" sono in stile "The great gatsby", bellissimi, le ragazze hanno colori cipria, frange e cappellini. Anche i vestiti sono stati studiati. Uno di questi da' il via iniziale alla sfida invitando il pubblico a fare silenzio. Il suo gong? Un cucchiao sbattuto su una lucente pentola in rame.

    Il primo argomento: "Mamma". I contendenti salgono sul palco, prendono il cartoncino e si chinano a scivere... via di seguito i round procedono e seguono vittorie e perdite, tra un bicchiere di vino e un piatto di ravioli. I ragazzi recitano con calore e trasporto i brevi poemi.

    Qualche risata tra il pubblico per qualcuno che prova a dire qualche parola in italiano.

    E ancora su suggerimento di Antonella Rana viene scelta la parola  "Verona", una delle sfidanti dice "Oh 'Verona', direi questa parola all'infinito, e' cosi musicale la vostra lingua", "Romeo e Giulietta", "Ravioli".

    I ragazzi si sbizarriscono nel comporre brevi poesie e la giuria rapida decide la loro sorte.

    L'altra parola scelta? Pesto. Quì si intuisce un pò di ignoranza in un giovane poeta. Parla di verde e attribuisce il colore della salsa genovese ai piselli! No... forse non sa neanche che odore abbia il basilico, visto che il pesto - quello vero - si assaggia e sente anche  con il naso.

    Il vincitore? L'italiana videomaker e scrittrice Francesca Coppola. Aveva sicuramente il vantaggio di sapere cosa è la pasta e di poterci giocare con le parole, ma certo la lingua, l'inglese, non le facilitava il compito.
     

    "Ho sempre amato la poesia e scrivere" ci racconta dopo la premiazione e la foto con Giovanni Rana. "Ho saputo di questo evento grazie ai miei amici Eric e Daniel che si esibiscono con me

    al Bowery Poetry Club e amano l'Italia", sorride Francesca.

    "I miei amici del club amano scrivere haiku con la macchina da scrivere alle persone a certi tipi di eventi, quindi per tutti noi e' stato molto bello partecipare al gioco".

    Da oltre sette anni a New York Francesca e' stata premiata l'anno scorso con il corto "Flamingos" al MoMa e al Lincoln Center come parte del "New Directors/New Films 2013".

    Non manca la foto finale con il gruppo e l'immancabile "Rana-Bag" con dentro un simpatico raviolo usb, un mattarello e un pacco di pasta fresca da poter gustare a casa.

    Pasta e poesia, quale miglior modo per celebrare l'Italia?

    Giovanni Rana ed Antonella Rana hanno partecipato all'evento con grande entusiasmo e curiosità, intrattenendosi con tutti i poeti. L'atmosfera era veramente speciale. Quell'odore di ravioli appena cucinati portava la mente altrove e c'era una piacevole dissonanza tra il posto classicamente newyorkese e quello che stava accandendo. Poesia, amore, pasta e Rana. Non poteva esserci accostamento migliore.

    E la dolcezza con cui alla fine Giovanni Rana si è messo in posa insieme a tutti i ragazzi per un selfie generale,  è qualcosa di giocoso ed unico che non possiamo dimenticare.

    E i giovani poeti gli lasciano alcune poesie scritte apposta per lui su di un foglietto. Siamo sicuri che Nonno Rana li terrà tra le cose più care.

Pages