Per “salvare la statua di Cristoforo Colombo”

Riccardo Chioni (August 24, 2017)
Nella folle corsa alla caccia di statue detestate dedicate a personaggi controversi della storia americana, è incappato anche il Grande Navigatore che di monumenti a lui dedicati a New York ne conta 5, oltre a quello del centralissimo Columbus Circle, attualmente nell’occhio del ciclone. Siamo andati al rally oper lui a City Hall, organizzato dal consigliere comunale Joseph Borelli

A giudicare dal polverone sollevato sui social, al rally di oggi a City Hall per “salvare la statua di Cristoforo Colombo”, ci si aspettava di incontrare una vasta rappresentanza popolare di sostenitori italo americani, che invece hanno preferito vederlo in tivù.

Il numero dei media newyorkesi e nazionali presenti infatti era maggiore rispetto a quello dei politici locali e dei rappresentanti di organizzazioni comunitarie a protestare sulla scalinata di City Hall.

Non a caso. In pieno clima elettorale newyorkese si sono tuffati nella bufera delle statue da “purgare” i politici locali eletti e i candidati allo scanno del sindaco Bill de Blasio, in seguito alla proposta della presidente del Consiglio comunale Melissa Mark-Viverito, di inserire nel calderone delle statue dell’odio e razzismo da rimuovere anche quella del Grande Navigatore situata a Columbus Circle.

Nella folle corsa alla caccia di statue detestate dedicate a personaggi controversi della storia americana, è incappato anche il Grande Navigatore che di monumenti a lui dedicati a New York ne conta 5, oltre a quello del centralissimo Columbus Circle, attualmente nell’occhio del ciclone.

De Blasio, che ama ricordare le sue origini italiane, intanto prende tempo. Ha deciso di nominare una commissione ad hoc che avrà 90 giorni di tempo per valutare la situazione statuaria e proporre l’eventuale rimozione di quelle “indesiderate”.

“Lasciate in pace la nostra statua” ha esordito l’attore Joe Piscopo che ha partecipato al rally a City Hall, cui hanno aderito le principali organizzazioni italoamericane. “Basta con la political correctness che ci sta uccidendo” ha aggiunto Piscopo.

Il rally è stato organizzato dal consigliere comunale Joseph Borelli con l’adesione di altri consiglieri, la partecipazione della senatrice statale Diane Savino, dei deputati statali Ron Castorina, Matthew Titone, Edward Ra, oltre a John Viola presidente della National Italian American Foundation, Joseph Guagliardo presidente della Federeazione delle Organizzazioni italoamericane e alcuni rappresentanti di associazioni comunitarie.

“Cristoforo Colombo avrà sempre un posto d’onore nel cuore di ventisei milioni di americani di origine italiana in questo Paese. Continueremo a lottare affinché la sua statua resti a Columbus Circle” ha detto l’assemblyman Ron Castorina, a cui ha fatto eco la senatrice Savino aggiungendo che “la statua a Columbus Circle non rappresenta l’esploratore in se stesso, ma l’esperienza degli immigrati italiani negli Stati Uniti”.
Quella a Columbus Circle, alta 21 metri, vede il Grande Navigatore al centro di uno dei più trafficati crocicchi della City, scolpita dal maestro Gaetano Russo fu inaugurata nel 1892, in occasione del IV centenario dello sbarco di Colombo,  donata alla città dagli immigrati italiani che aderirono ad una sottoscrizione aviata dall’allora popolare quotidiano “Il Progresso”, restaurata nel 2005 con l’agginta di alberi e fontane.
Per molti il Navigatore genovese è un esploratore, per altri invece rappresenta il distruttore delle popolazioni indigene americane e della loro cultura.

La controversa questione sta infiammando anche le isole caraibiche, Porto Rico compreso, come ha sottolineato la presidente del Consiglio comunale, portoricana di origine.
“Questo è un monumento eretto e pagato dagli immigrati italiani, una delle più numerose comunità negli Stati Uniti per significare il nostro contributo” ha detto John Viola della Niaf, la più significativa organizzazione italoamericana nazionale con sede a Washington.
“È importante – ha aggiunto Viola – che la nostra comunità reagisca a questa scelta arbitraria del sindaco e della presidente del Consiglio comunale”.

“Agiremo nel modo più opportuno nei confronti dei politici che aderiscono alla folle iniziativa di abbattere la statua. La nostra organizzazione nazionale – ha sottolineato Guagliardo – conta un milione di aderenti e ci mobiliteremo tutti se si renderà necessario”.

Guagliardo, presidente anche del National Council of Columbia Associations of Civil service, ammette la scarsa partecipazione popolare al rally e aggiunge “se la presidente del Consiglio comunale non avesse preso l’iniziativa di inserire la statua di Colombo tra quelle da eliminare all’improviso e si fossero organizzati incontri e discussioni sul tema, allora, forse avremo potuto organizzare meglio anche il rally, ma ha agito in sordina con un colpo di mano nel mezzo di agosto”.

Mentre a Baltimora il monumento a Cristoforo Colombo è stato oggetto di vandalismo giusto qualche giorno fa, tutto il Paese è preso ora dalla frenesia delle statue e monumenti “indesiderati” o per motivi razziali, o risalenti al periodo della schiavitù.

È una “accesa conversazione colombiana” che è stata innescata da costa a costa da alcuni anni e in alcune località o è già stata eliminata, o rinominata la festività del Columbus Day.

Il consigliere comunale Joe Borelli di Staten Island ha concluso ammomendo sindaco e presidente del Consiglio comunale che l’idea di rimuovere la statua di Colombo “suona come un tentativo di divisione, in una città ed una Nazione in disperata ricerca di unità”.

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