Mother Italy. Ecco la scultura madre degli italo-americani

Francesca Di Folco (October 10, 2014)
La statua dello scultore Giuseppe Massari, posizionata nell'Upper East Side nel cuore dell'Hunter College, dopo varie traversie rivive gli antichi splendori

È il simbolo di tutte le madri di ogni Paese che hanno mandato i loro figli in una nazione di immigrati di ieri e di oggi, quella che rimiriamo a piedi del poderoso monumento intitolato “Mother Italy”, nella Upper East Side tra la 68th e Laxinghton e che, in questo scorcio d'inizio ottobre, in coincidenza del mese in onore della cultura italiana, a Manhattan assume un significato unico. 

Situata nel campus del Hunter College dove scorrono ogni giorno migliaia di studenti e persone che entrano ed escono dalla trafficatissima stazione della subway, la scultura rischia di passare inosservata agli occhi di chi frettolosamente transita senza porvi la giusta attenzione.

Mother Italy è una scultura di bronzo larga 9 e alta 7 piedi, sin da quando è stata creata dall’artista Giuseppe Massari nei primi anni Cinquanta ed ha assunto nel corso del tempo il caratteristico colore verde che assumono tutte le strutture in rame esposte agli agenti atmosferici...

La cerimonia cui abbiamo assistito celebrava appunto la cultura italiana attraverso gli innumerevoli simbolismi della statua...

L’annuale tributo alle madri organizzato dal Italian Heritage and Cultural Committee, lo stesso che celebra il Mese della Cultura italiana in ottobre, quests'anno ha sposato anche un altra causa,

quella di riportare Mother Italy all'antico splendore di quando appunto lo scultore Giuseppe Massari le diede forma.

Intanto dalla voce tonante di Christina risuonano le note degli inni d'Italia e d'America capaci di fondersi insieme in un sound toccante...

Davanti alla statua ci chiediamo i motivi di tante celebrazioni...

Per comprenderli è necessario tornare indietro con il tempo alla sua creazione: la storia di Mother Italy si perde nella notte dei tempi ed è avvolta da mistero... 

Vi furono molte mancanze, ostacoli e indecisioni per l'istallazione della scultura che ben si addicono a tribolazioni e supprusi subiti a volte dagli immigrati che rappresenta...

La storia di “Mother Italy” si estende per mezzo secolo, partendo dalle mani dello scultore Massari nel 1953 all’interesse del medico del Bronx Nicola Brunori, con una partecipazione alla Worlds Fair del 1964, per finire dimenticata in un magazzino aggredita dall’incuria.

Così, dopo un decennio trascorso nel dimenticatoio, “Mother Italy” il 26 giugno del 2000 ha trovato  la sua collocazione al Hunter College, accolta dall’allora presidente David Caputo.È rimasta in quelle condizioni fino al 1990, quando il giudice della Corte Suprema Dominic Massaro facendo appello all’allora presidente della Italian Historical Society of America, Donato D’Agosto è riuscito a recuperare e restaure l’opera per installarla in un luogo appropriato.

Dalle note degli inni si è passati ad ascoltare le parole del presidente Joseph Sciame che narra le traversie ed gli innumerevoli passaggi burocratici attraverso i quali la statua è giunta a noi...

Trapelano lampi di entusiasmo e orgoglio per tutta la comunità italoamericana che a dire di Joseph Sciorra ha lavorato davvero per il "bene comune e la netta rivalutazione delle fatiche degli italiani degli ultimi 2 secoli".

Le parole non fanno che riportarci con la mente ed il ricordo ad anni difficili e struggenti, a farci sentire sulla pelle come se li avessimo vissuti: la nostra attenzione è rapita ancora più dalla statua, quasi ci si identifichi con le storie che essa stessa rappresenta e che, inevitabilmente, sentiamo anche nostre...

 
Sulla targa ai piedi della scultura si legge “dedicata agli immigrati italiani”, ma tutto il complesso scultoreo è colmo di simbolismi, dalle due figure femminili che rappresentano la musica e le arti teatrali, a sinistra si vede un monaco che raffigura le qualità religiose degli italiani, mentre la donna col bambino sono simbolo della preoccupazione per l’Umanità.

Sulla parte destra c’è un uomo che sorregge un piccone quale significato del lavoro e il bambino al suo fianco simbolizza i figli degli italiani immigrati che attraverso l’istruzione hanno contribuito con innumerevoli gesti alla patria natia.

Ai due estremi di “Mother Italy” si trovano due busti, uno è del Grande Navigatore e l’altro è dedicato a Roma, centro dell’universalità.

Le note degli inni hanno richiamato una piccola folla di curiosi che si è accalcata per sapere cosa stesse accadendo ed il significato della cerimonia in questione, compreso molti studenti di italianistica dell'Hunter College cui Joseh Sciame rivolge appelli indiretti...

L'Italia è stata veramente la madre dell’America” ha sostenuto Sciame, che ha poi aggiunto “possa questa essere ancora guida, mentore e ispirazione per i giovani che rischino di esser distratti dai richiami dei social media e temo si possa creare un abisso culturale”.

Tra le personalità intervenute il Console Genarale, Natalia Quintavalle, che si è detta "entusiasta, orgogliosa e commossa dall'impegno e dedizione con le quali gli italiani d'America e italoamericani lavorino costantemente per rivalutare radici, sottolineare origini, promuovendo la crescita della Comunità stessa". 

Lo speaker Joseph Sciame ha poi lasciato il testimone al Prof. Anthony Tamburri dean del Calandra Institute, che a sua volta ha rivalutato ancora il grande sforzo comune di tutta la Comunità per riportare la statua agli antichi splendori e per ridonarla a tutti gli italoamericani che sentono l'esigenza di identificarsi in essa. 

Davvero tante le personalità presenti, da Berardo Paradiso dello Iace, al commediografo Mario Fratti, al giudice della Corte Suprema Dominic Massaro.

Oggi “Mother Italy” rappresenta veramente lo spirito della città di New York con la sua varietà di immigrati.  “Questo è il luogo dove la statua deve trovarsi” ha detto il giudice Dominic Massaro che ha posato in meditazione da solo davanti a “Mother Italy”.

“Oggi i ragazzi usano parole che non esistono, mentre la parola madrepatria è in disuso, che tristezza” ha commentato Massaro.

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