HuffPost Italia. A Roma il lancio del blog più chiacchierato (e cliccato) d’America

Francesca Di Folco (September 27, 2012)
E’ online la versione italiana dell’Huffington Post, il sito americano di news che ha finalmente inaugurato la tanto annunciata nuova realtà editoriale nel Belpaese: innovare il modo di fare informazione riscrivendo le regole del giornalismo sul web. i-Italy ha seguito l’intervista-evento organizzata dall’Enel al Macro, museo d’arte contemporanea, a Arianna Stassinopoulos, definita da Time una delle donne più influenti del pianeta, fondatrice del giornale online premio Pulitzer

Cambiare il modo di fare informazione riscrivendo le regole del giornalismo sul web...

Sviluppare i dettami del citizen journalism, interagire con i lettori attraverso i blog, dar voce ad una girandola di opinioni per scoprire umori, sensazioni, necessità di cambiamenti ai tempi del giornalismo espresso attraverso il web 2.0.

In tempo di globalizzazione culturale, economica e giornalistica, anche l’Italia ha spalancato le porte al bulldolzer dei blog e delle piattaforme comunicative, l’Huffington Post.

A lanciare il nuovo sito di informazione, la fondatrice dell’online, Arianna Huffington, inserita dal Time Magazine tra le 100 persone più influenti degli States.


Dall’altro capo del mondo il sito è presente in Canada e negli Stati Uniti con 24 milioni di contatti giornalieri e dove in sette anni dalla fondazione ha scalato le classifiche superando il New York Times per utenti unici che leggono le sue pagine.

In Europa l’Huffington Post è sbarcato in Spagna, allargando i confini con El Pais e, all'inizio dell'anno, è arrivato in Francia con il gruppo Le Monde e Les Nouvelles Editions Indépendante. Nel Regno Unito è approdato l'anno scorso, dove deve confrontarsi con la stella ascendente del Mail Online che ha conquistato cento milioni di unique browsers il mese scorso.

L'edizione italiana è la quarta nel vecchio continente e dal 25 settembre è presente in quella edicola virtuale planetaria che è diventata la rete anche in versione nostrana. Il mezzo internet è relativamente nuovo ma il framework su cui si struttura la nuova testata è decisamente mainstream.

Nato da una partnership tra il gruppo Aol, a cui fa capo l'Huffington Post, e il Gruppo Editoriale l'Espresso, dell’Ing. Carlo De Benedetti, già proprietario del quotidiano laRepubblica e del settimanale l’Espresso, l’HuffPost Italia ha per direttore una delle penne più brillanti del giornalismo italiano Lucia Annunziata, già presidente della Rai e corrispondente de laRepubblica e del Corriere della Sera.

Il primo giorno Huffpost, che raccoglie già i contenuti di 200 blogger “di peso” e mira ad arrivare a quota 600, è partito con un’intervista a Silvio Berlusconi, ha ospitato il (pre)manifesto del nuovo movimento di Giulio Tremonti, ed un articolo di Daniela Santanchè presentata come politica ed imprenditrice che discettava sul senso della politica in Italia.

Bilanciano il fronte del centrodestra, i post di Ilaria Cucchi presentata come attivista contro la brutalità delle forze di polizia, di Maurizio Landini segretario generale Fiom Cgil, e di Anna Paola Concia deputata del Pd e leader della comunità Lgbt. I blog della gente che “conta”, strizzano l’occhio anche agli imprenditori con Oscar Farinetti, presidente di Eataly, al governo con Antonio Catricalà, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, alla magistratura con i post del giudice Catello Maresca, al MoVimento 5 stelle con Michela Antonia Montevecchi, al movimento no Tav con l’attivista Lele Rizzo...

Un melting pot culturale e di idee dove tutti hanno spazio senza un’apparente gerarchia o linea editoriale. C’è posto per tutti. E’ come se il format televisivo si fosse impadronito di questo angolo di Rete.

La parte più gustosa è l’editoriale d’apertura di Arianna Huffington, convinta che il suo stile d’informazione si possa esportare in ogni angolo del globo (prossimamente si apriranno filiali del sito in Germania, Brasile ed India) un po’ come negli anni scorsi gli stessi americani pensavano di poter fare con la democrazia. La fondatrice ha svelato le intenzioni programmatiche della sua creatura, descrivendo una serie di cliché degli italiani.

Sotto il titolo “Benvenuti a L'Huffington Post!”, la blogger ha esordito dicendo: “Da sempre, coltivo una profonda passione per il paese a forma di stivale e, da greca, mi sento in empatia con quest'altra terra mediterranea dove la gente ti offre sempre qualcosa da mangiare e dove nulla è mai puntuale”.

L’anno scorso l’Huffington è stato acquistato per 315 milioni di dollari dal gruppo Aol, guidato da Tim Armstrong con un pacchetto quadruplo d’innovazione: nel suo portafoglio include TechCrunch, uno spazio d'informazione su startup e tecnologie, cui si affianca un laboratorio di sperimentazione, a partire dal citizen journalism con l'iniziativa OffTheBus per incontrare i cittadini, accompagnata da un'organizzazione non profit dedicata al giornalismo investigativo e, di recente, un canale video, la tv online del sito dove i temi della grande attualità in primis elezioni Usa o Medio Oriente, vengono discussi "alla pari" da giornalisti ed esperti in studio, insieme con gli utenti del Post che appaiono su maxischermi.

Democrazia digitale: il lettore interagisce con la stessa dignità del ministro...

La potenza del nuovo modo di far informazione partecipata e la professionalità delle forze messe in campo hanno fatto si che L’Huffington Post proprio nel 2012 fosse insignito del premio Pulitzer grazie ai servizi realizzati dall’inviato di guerra David Wood.
 

A tal proposito i-Italy ha seguito il lancio del sito con l’opening al pubblico voluta dall’Enel nella prestigiosa cornice del Macro, museo d’arte contemporanea di Roma, dove il giornalista Franco Di Mare, alla presenza della direttrice Lucia Annunziata, ha intervistato Arianna Huffington.

L’occasione è motivo d’incontro ideale tra American e Italian journalism e anticipa il succo dell’HuffPost Italia, autentica chicca per i nostri lettori del Belpaese.

1.200.000 contatti a pagamento, 44 milioni gratuiti nei soli Stati Uniti...

Con queste premesse quale sarà il seguito italiano del blog? Le aspettative sin d’ora, non sono state tradite nè deluse, vista l’accoglienza febbrile di cui il sito ha già goduto...

L’anchorman Franco Di Mare chiama subito in causa l’Annunziata per raccontare carattere e toni italiani del blog...

La neo direttrice dell’HuffPost Italia argomenta che “la sede del giornale è a Roma, dove è pronta una squadra di undici giornalisti fissi e una decina di collaboratori freelance. Si punterà sulle news, ma ci terrà lontani dal gossip”.

Verrà in sostanza rielaborata la formula sperimentata negli States, adattandola al contesto locale.

“Negli Stati Uniti c'è solo gente di desk, io ho fatto una battaglia per ottenere una tradizionale struttura giornalistica per l'edizione italiana. Avremo due inviati di economia e due di politica, poi un giro di collaboratori fissi su Milano, Bruxelles e la Germania", ha spiegato ancora.

L’Annunziata ha chiarito la differenza tra il ruolo ricoperto dai blogger e quello dei giornalisti

“I blog saranno sulla colonna sinistra dell'homepage, in quella centrale ci saranno le hard news di politica, economia e le grandi questioni sociali. Proprio come negli Usa, - spiega l’Annunziata - anche in Italia infatti si punterà molto sui blog che saranno sicuramente allettanti per qualsiasi editore, ma che è però doveroso mantenere ben distinti dal lavoro di fare informazione: i blog non sono un prodotto giornalistico, sono commenti, opinioni, punti di vista su fatti in genere noti; ed è uno dei motivi per cui i blogger non vengono pagati", ha precisato il direttore.

La parola passa poi a colei che è stata definita come la Queen of the media...

Franco di Mare intervista l’ideatrice dell’online insignito anche del premio Pulitzer...

Standing ovation per la Huffington che catalizza la platea...

Riscrivere le regole del giornalismo sul web, cambiare il modo di fare informazione, interagire con attraverso i blog sembrano essere i dettami, i cardini dell’Huffington Post...

La filosofia dell’Huffington riassume non solo quella di un'impresa giornalistica che investe sempre più nella produzione di news ma anche una piattaforma a disposizione di chiunque abbia contenuti di qualità da esprimere, nella politica, nell'entertainment, nella ricerca di nuovi stili di vita.

Comunque il giornalismo dei cittadini non sminuisce quello dei professionisti coraggiosi che ci forniscono i reportage. Ed è per garantire la qualità delle notizie che ci spingiamo all'estero, ora in Italia, con il progetto di una collaborazione costante tra tutte le nostre edizioni europee.

Il modus operandi del blog ha tutto il sapore giornalistico del format a più voci, dove nuovo si mixa al già sperimentato, è la nuova vita di newspaper, magazine, giornali...


L’Huffington Post seppellirà i media tradizionali?

Credo che il futuro dei media sia un ibrido...

II lavoro migliore si avrà nell’adattere, coadiuvare, veicolare l’informazione nel migliore dei media, nel far si che questa s’esprima e prenda voce attraverso il canale-medium più adatto a trasmetterla, che possa aver un impatto di più ampio respiro, adeguato alla diffusione di massa...

Stiamo lavorando per far si che tv e internet cooperino, intrecciandosi insieme...

Negli studi di New York e Los Angeles gli spettatori vengono ripresi in tempo reale in cui c’è una partecipazione pro-attiva.

Lavoriamo affinchè l’’Huffington sia una nota d’arricchimento nel panorama delle news, non credo che seppellirà alcun media: il New York Times è vivo e vegeto con il 17% degli incrementi annuali, e della completezza della sua informazione ce ne sarà sempre bisogno...

Il Post è per lo sfizio, risponde alla sfumatura di fine serata...  

Dal 2005, anno di lancio dell’Huffington , al 2012 avete vinto il premio Pulitzer...

Cosa ha determinato questa crescita con tanto di riconoscimento dall’Alto?


Forza nel fare aggregazione, blogging, commenti, hanno segnato una svolta, il vero spartiacque nel firmamento dell’informazione...

Non c'è un solo modello per il futuro dei media, ciascuno ne sperimenta tanti contemporaneamente. Il Post è un'impresa giornalistica che investe sempre di più nella produzione di news, una piattaforma a disposizione di chiunque abbia dei contenuti di qualità da esprimere nella politica, nell'entertainment, nella ricerca di nuovi stili di vita, su di noi convergono autori di libri, centinaia di giornalisti e commentatori, insieme con illustri sconosciuti...

Questa pluralità d’informazione ha determinato il coronamento del prestigio della nostra testata arricchita dall’operato di personalità del calibro dell’inviato di guerra David Wood, insignita del facoltoso Pulitzer.

Dopo Stati Uniti e Canada in America, l’Huffington è presente in Inghilterra, Francia e Spagna in Europa. Perchè la sesta edizione proprio in Italia?

E’ il posto ideale per l’Huffington...

Oggi l’Occidente soffre di iper-connessione: dobbiamo ridurre lo stress, i motivi di ansie e tensioni che di certo deconcentrano dalla realtà circostante...

Parole d’ordine? Vivere all’insegna della Dolcevita, diffondere il movimento dello Slow Food, nato  con Carlo Petrini qui in Italia, così come fare il pane in proprio, dormire più ore a notte, staccare dagli smartphone...

E’ importante riproporre questi modelli al resto del mondo perchè potrebbero ricondurci a migliorare la qualità della nostra esistenza, l’innovazione attraverso la creatività, spunti, idee e l’intuizione per gestire l’informazione...

Recuperare una dimensione del vissuto più umana insomma...

Meglio, riequilibrare la vita privata per dare più estro, smalto, slancio e... linfa vitale nuova a quella professionale...

In passato lei è stata consigliere politico. Non pensa che l’Huffington possa essere strumento di persuasione, se non anche di seduzione politica?


E’ stato notevole come azzardo quello che fare un investimento politico considerando i problemi che abbiamo in Italia con la res publica...

Credo che i problemi vadano al di là della destra o della sinistra...
 

La crisi deve essere risolata con soluzioni di insight eterogenee, multiformi, e di ampio respiro, capaci di articolarsi attraverso consensi basati sulla condivisione di accordi...

Asti politici, vecchie diatribe, scontri ideologici disperdono il focus delle energie...

Il team work deve esser orientato verso start up di aziende, a favorire opportunità d’impiego, creare cooperazione per stimolare concorrenza sana e debita crescita... in tutti i campi.

I vostri Public Affairs non sono molto distanti dai nostri...

Romney nella campagna verso le presidenziali sta conducendo una vera e propria crociata contro se stesso ed è pazzesco l’impatto che tali comportamneti sconsiderati stanno avendo sull’opinione pubblica: il risultato è la gente sta perdendo fiducia...

Il mio think tank a riguardo è verificare le fonti, valutare i fatti, divulgare news il più possibile per far emergere la verità... l’unica class-action giornalistica per combattere sopprusi...

L’incontro volge al termine ma ecco la sferzata finale: le domande poste da due giovani lettrici surriscaldano ancor più gli umori della platea...

L’Italia è al 70esimo posto al mondo per la libertà d’informazione e, in Europa con la Turchia, è l’unico paese stimato come “parzialmente libero”...

Cosa l’ha spinta ad investire nel Belpaese e quali sono in problemi del giornalismo nostrano?

Penso e credo nel risultato della condivisione di una idea: è maturo il tempo per aprire uno spazio pubblico di confronto e scontro che includa la massima diversità - di opinioni politiche, di status sociale, di genere, di classe, di fede, anche in Italia.

I duecento blogger sono uomini e donne di destra e di sinistra, religiosi e non, attivisti dei movimenti e intellettuali solitari. Gente delle professioni, dagli orientamenti sessuali diversi, leader politici ed operai che tengono con le unghie e con i denti il loro posto nelle fabbriche.

Personaggi noti e perfetti sconosciuti.

Giovani che faticano a tirare avanti, e giovani che studiano in prestigiose università all'estero. C'è anche una suora. Nella totale diversità c'è però un elemento comune, criterio su cui noi stessi orientiamo le nostre scelte: ognuno conta non per i titoli, ma perché la sua voce si ascolta, ha la sua unicità, muove qualcosa.

I blogger disegnano una mappa della società in cui viviamo e delle dinamiche oggi in corso: tra vecchio e nuovo, idee e bisogni, quel che cade, quel che nasce e quel che si rivela solo illusione.  

Dopotutto di cos'altro deve, dopotutto, occuparsi il giornalismo oggi, se non di tentare di descrivere il cambiamento in corso?

Cosa c’è da correggere nel giornalismo italiano? A mio avviso è inutile negare il senso di sfiducia, paura, che ci pervade, la sensazione che il mondo come lo conoscevamo, stia finendo...

Il nuovo, a volte incomprensibile, spesso intimorisce, ma è già qui.

All’Italian journalism l’arduo compito d'identificare, capire, interpretare quel che ci sta succedendo, scoperchiare i vasi di Pandora delle realtà inenarrabili, essere il cane da guardia della politica...

Il ruolo delle donne in Italia in tutti i campi, denunciano ritardi, l’accesso ai quadri è limitato, la stessa dicitura “quote rosa” esprime una evidente difficoltà di scalata sociale se si ha necessità di “ufficialità” nell’attestare la parità di gestione dalle risorse sociali...

E’ triste vedere come ciò accada ancora, non solo in Italia, ma a tutte le latitudini credetemi...

Sono grata per tutte le possibilità, le opportunità, le conquiste che mi sono state concesse ed offerte e che io stessa ho strappato ...

Mio padre era un giornalista ed in tempi di crisi come questi, che vedono la Grecia così protagonista in primo piano negativo, ha fondato molti giornali che poi hanno regolarmente chiuso, ma una cosa non ha mai lesinato a me e mia sorella: il valore per la cultura, gli studi, l’istruzione...

Disagi civili, disordini sociali, disuguaglianze di genere insieme alla disoccupazione giovanile sono, a mio avviso, i grandi temi sui quali dibattere, le controversie del millennio da combattere...

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