1 Billion Rising, il flash mob anti-violenza scuote la Capitale

Francesca Di Folco (February 21, 2013)
Da Trinità dei Monti al Colosseo, passando per piazza di Spagna, piazza del Popolo e piazza Santa Maria Liberatrice, fino a ponte Mazzini: Roma si unisce alle migliaia di “tsunami rosa” per il ballo collettivo indetto dalla drammaturga newyorkese Eve Ensler con la coreografia di «Break The Chain» che, in quasi 200 Paesi, porta in strada un miliardo di persone per celebrare ribellione, coraggio e forza di migliaia di donne nel mondo perseguitate, oltraggiate, violate, per rompere la catena della violenza.

Danzare per lanciare un segnale forte contro la morsa della violenza.                                        
Ballare per liberarsi da catene di amori falsi.                                                                                    
Sferzare l’aria con movimenti delicati ma decisi per vivere serene la propria esistenza.

Passione, forza, fiocchi rossi e mani alzate, cartelli, tamburi...

Così più di un miliardo di donne e uomini in ogni angolo di mondo, si sono dati appuntamento nella giornata di San Valentino, per dar vita a One billion rising, flash mob mondiale, per dire stop alla violenza, ai maltrattamenti fisici, alle mutilazioni genitali, all’incesto, alla schiavitù sessuale.

Gli "tsunami" rosa hanno inondato le piazze dell’intero globo il 14 Febbraio, nel V-Day, dove V sta per Valentino, Vittoria e Vagina, il movimento planetario fondato da Eve Ensler, l’autrice dei Monologhi della vagina, in cui il corpo delle donne è usato e brandito dalle stesse donne per dire basta.

La Ensler è una celebre drammaturga, poetessa, sceneggiatrice e regista newyorkese.  Ebrea di nascita, ha vissuto un'infanzia difficile, segnata dagli abusi sessuali perpetrati dal padre e dal silenzio della madre che la spinse a scappare più volte da casa e ad abbracciare la causa femminista nell'ambito della lotta agli abusi.

I Monologhi, opera scritta nel 1996 e premiata con un Obie Award nel 1997, sono stati tradotti in 35 lingue e portati in scena a Broadway da attrici del calibro di Susan Sarandon, Glenn Close, Melanie Griffith e Winona Ryder e a Londra da Kate Winslet e Cate Blanchett.

Da questa pièce teatrale è nato il V-Day contro la violenza sulle donne.

Con 189 paesi nel mondo, oltre 70 città in Italia, 13 mila organizzazioni femminili coinvolte, sono milioni le donne e gli uomini che hanno aderito a quest’evento, dal Dalai Lama alla pacifista Vandana Shiva, da Yoko Ono a Robert Redford, da Charlize Theron a Anna Hathaway, Jessica Alba, ai politici nostrani come Nichi Vendola e Bersani.

La Capitale del Belpaese è stata costellata da firmamenti rosa, dando vita a terremoti in cui le donne si sono fatte sentire generando un onda capace di snodarsi da piazza Santa Maria Liberatrice, per proseguire a piazza del Popolo, fare tappa all’obelisco di Trinità dei Monti, colorare la scalinata Piazza di Spagna, passando sotto l'arco di Costantino al Colosseo, giungendo fino a ponte Mazzini, per chiudere alla Casa Internazionale delle donne.


i-Italy ha partecipato agli entusiasmi delle femministe in Piazza di Spagna...

L'energia è tanta, la loro voglia di dire “stop agli abusi” si respira e si sente nell'aria...

“Non sono una vittima ma quando una donna subisce una violenza, è sempre una questione personale, dice Ilde, ed è come se succedesse a me”...

“Siamo qui per portare la nostra forza, siamo libere e determinate”, grida Renata.

Mani alzate ben in vista, palmi aperti quasi a voler toccare il mondo, indici all’insù ad indicare carisma e il potere di bloccare il dilagare della violenza...

Si parte con il flash mob!

Francesca, Alessandra, Lorena, Serena danzano al ritmo di «Break the Chain», sono tantissime e scatenate...

Testimoni di realtà di vita problematiche. Desiderose di vincere la battaglia dell’indifferenza. 
Forti della voglia di farsi ascoltare...

Stessi passi, stessa carica, marciano all’unisono...

“Ci ho messo una vita a imparare la coreografia – dice Patrizia – ma l'importante è essere qui, per quello che significa questo flash mob per il valore di libertà che porta in sè”.

L'ambiente è adrenalina pura...

Le femministe capitoline si muovono al ritmo di tamburi, sonagli, carrozzine con scritto «a little woman against violence»...

Scorgiamo una canetta, Flash, con un enorme fiocco rosso al collo, che Giulia, la proprietaria, ci confida aver agghindato perchè “come lei, da oggi tutte possiamo dire 'io non ballo più da sola'”.

“Siamo qui per infondere coraggio e combattere contro le violazioni dei diritti umani”, chiosa Maria Grazia, “basta abbassare la testa, bisogna reagire e la parola per ripartire è consapevolezza delle proprie ricchezze e potenzialità”...

C'è poi chi la violenza l'ha subita sulla propria pelle, è il caso di Eugenia, 61 anni, per 23 picchiata dall'ex marito: “Ho conosciuto abusi fisici e psicologici ma ce l'ho fatta e sono qui per dire a tutte che ce la possono fare”.

In migliaia sostano all’altezza di Trinità dei Monti e il flash mob si replica tante e tante volte sotto la mitica Scalinata di piazza di Spagna...

A simbolegiare l’acquisizione di una nuova dignità di donne, il prevalere della rebellione, la certezza di scardinare la briglia delle violenze...

E’ una Festa che non vuol aver fine...

Brunella della Casa Internazionale delle Donne, in prima fila davanti alla Barcaccia, regge uno striscione: «One billion rising, strike I, dance I rise», e urla lo slogan a più riprese...

“Un miliardo di donne violate è un'atrocità. Un miliardo di donne che danzano è una rivoluzione”, è la frase di Eve Ensler con cui ci saluta Silvia...

In questi giorni le classifiche noir non fanno che allungarsi sia sul piano internazionale che nazionale...

Il 14 Febbraio per l’appunto, abbiamo visto perpetrarsi l’ennesima violenza contro le donne dove, Oscar Pistorius, sportivo noto per correre è accusato dell’omicidio della fidanzata, la modella Reeva Steenkamp, entrata nella villa dell’olimpionico per fargli una sorpresa ma in realtà vittima della gelosia ceca dell’uomo...

Stessa data di San Valentino è quella che, anche in Italia, riporta l’attenzione alla morte assurda di Giuseppina Di Fraia il cui marito l’ha prima investita, come da lui sostenuto, “involontariamente” sotto gli occhi increduli dei testimoni e poi, con la scusa di portare la donna in ospedale, in un campo, le ha dato fuoco...

Giuseppina è la 124° vittima dal 2012 ad oggi. L’ottava nel solo 2013.

Luciana Littizzetto al Festival di San Remo ha espresso il suo personale concetto  d’Amore...

“In Italia in media ogni due giorno un uomo uccide una donna, una compagna, una moglie, una ex perchè la considera una sua proprietà, perchè non concepisce che una donna appartenga a sè stessa, che sia libera di vivere come vuole lei, che sia libera di innamorarsi di un altro, e noi che siamo ingenue spesso, scambiamo tutto per amore"

"Ma l’Amore con la violenza e le botte non c’entrano un tubo, l’Amore con gli schiaffi ed i pugni c’entra come la libertà con la prigione..."

"Un uomo che ci mena, non ci ama... mettiamocelo in testa, salviamolo bene nell’hard disk..."

"Vogliamo credere che ci ami? Bene... Allora ci ama male, non è questo l’Amore...
 

"Un uomo che picchia è uno stronzo sempre e dobbiamo capirlo subito, dal primo schiaffo perchè tanto poi arriverà il secondo, il terzo ed il quarto...

L’amore rende felici e riempie il cuore, non rompe le costole, non lascia lividi sulla faccia...

Pensiamo mica di avere sette vite come i gatti, no ne abbiamo una sola, non buttiamola via...”.

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