Renato D'Agostin e Alessandro Zuek Simonetti. Scatti metropolitani

Simona Zecchi (December 08, 2009)
Chinatown e Tokyo... due facce della stessa medaglia? Lo andiamo a scoprire attraverso due fotografi italiani

Da una macchina fotografica, il cui formato diede vita a una rivoluzione nel campo, la Leica AG, alla fondazione di diverse gallerie nel mondo nel 1979. E a Francoforte, Istanbul, Salzburg, Tokyo, Vienna, e naturalmente New York, l’arte diventa leggenda attraverso la fondazione Leica.

Nelle sue gallerie si espongono generalmente foto realizzate con le macchine Leica o i cui lavori siano stati inseriti in progetti culturali della fondazione.

Il 18 novembre, presso la sede di New York e grazie alla cura e al contributo del prof. Renato Miracco,  Renato D’Agostin e Alessandro Zuek Simonetti, hanno presentato due serie di opere diverse ma complementari tra loro, rispettivamente “Tokyo Untitled” e “The Last Neighborhood Standing".

“Tokio Untitled” di D’Agostin, classe 1983, è stata accompagnata dalla realizzazione di un testo fotografico dallo stesso titolo e due post-fazioni di Eikoh Hosoe, fotografo e regista giapponese, e l’americano Ralph Gibson, le cui fotografie sono esposte in oltre centocinquanta musei di tutto il mondo.   

Ed il giorno dell’inaugurazione, in un locale gremito, che ospiterà l’esposizione fino al 9 gennaio 2010,  pieno della migliore New York e soprattutto di giovani, abbiamo chiesto ai Renato Miracco un commento.

“Sono stato ben lieto di condurre alla Leica due artisti come Alessandro e Renato. Loro rientrano nel progetto Leica ma soprattutto rappresentano le nuove proposte con una visione opposta di due realtà e due identità completamente diverse, Tokyo per Renato e la Chinatown

di New York per Alessandro.

È importante promuovere il talento dei giovani e soprattutto degli italiani che nel loro paese purtroppo non sempre hanno la giusta spinta. In Italia si preferisce mantenere i propri privilegi anche in campo artistico.”
 

Le atmosfere quasi surreali fotografate da Renato mostrano aspetti che solo le metropoli possono ispirare; tutto questo in un gioco tra antico e moderno molto sofisticato. Gli poniamo alcune domande sulla sua esprienza newyorkese e sul significato della sua opera.

Rispetto agli Stati Uniti, secondo te, l’Italia che tipo di accoglienza dà alla fotografia?

“Rispetto agli Stati Uniti ma anche ad esempio a Parigi, l’Italia ancora non sa capirne e accettarne la potenza. Qualcosa si sta muovendo a Roma ma ancora siamo lontani dalla piena accettazione. Poi c’è soprattutto un pregiudizio sulla nostra giovane età ed è difficile non dico imporsi, ma anche farsi accettare. Parigi e Tokyo sono le due città che in questo momento attirano il mio interesse artistico e professionale.”

Da cosa sei stato influenzato nel tuo lavoro?

“In un primo momento ho dato più spazio alla rappresentazione del reale ispirandomi a classici quali, Bresson, Klein; di seguito la mia attenzione si è spostata sull’introspezione più obliqua della realtà verso il surreale, lasciandomi influenzare da autori quali Ralph Gibson (di cui sono diventato assistente qui a New York), Mario Giacomelli e recentemente Ray Metzker.”

Renato D’Agostino, veneto di appartenenza, si è formato tra Milano e New York dove oggi vive. Ha condiviso con Alessandro Zuek Simonetti le  prime esperienze newyorkesi. Roommates prima, amici poi con una passione in comune: la fotografia.

Le immagini che Alessandro Zuek Simonetti (classe 1977)  ci dà di New York sono lontane dai luoghi comuni cui gli italiani o gli europei in genere sono abituati. Ci raccontano una realtà difficile, l’emarginazione i nuovi poveri il degrado. È come se ognuna di esse avesse in sé quel particolare che diventa protagonista di tutta la scena.          

Anche lui si ferma a parlare con noi e ribadisce la volontà di mettere insieme nella mostra due visioni opposte ma complementari.

Alessandro, questa per te è la prima volta che esponi a New York e in particolare alla Leica?

“A New York   ho già esposto altre volte ma questa è la prima volta di tipo così rilevante e l’occasione di farlo con Renato D’Agostin è un’opportunità, oltre che per esporre con un bravissimo fotografo, di sottolineare le nostre differenze e i nostri talenti.”

Come definiresti la tua fotografia e soprattutto che tipo di influenza hai ricevuto una volta ‘sbarcato’ a New York?

“Non saprei definire la mia fotografia. Posso dire però che attraverso di essami piace raccontare storie, ritrarre persone e farlo per strada. Ho cominiciato così in Italia, soprattutto nei centri sociali e anche lì nelle strade. In America ho trovato molti stimoli nuovi. New York poi possiede angoli che si fissano nella mente prima ancora che nella macchina, ma non mi ispiro a fotografi paricolari.”

Una mostra da non mancare in una delle prossime serate fredde per ritrovare le metropoli di oggi così come le hanno saputo magistralmente raccontare Alessandro Zuek Simonetti e Renato D’Agostin.

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Leica Gallery in New York

670 Broadway / Suite 500
New York, NY 10012
Tel.: +1 (212) 777-3051
Fax: +1 (212) 777-6960
E-Mail: [email protected]

Opening hours:
Tuesday - Saturday 12.00 pm - 6.00 pm

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