Lanciato a Boston con successo l’evento pilota del Wine Hunter, creato dagli organizzatori del Merano Wine Festival ed ora agli esordi negli USA. La manifestazione ha presentato oltre 20 aziende vitivinicole italiane ad una folta platea di operatori trade, offrendo una interessante panoramica di produzioni regionali. Notevole la presenza degli addetti ai lavori che hanno risposto con entusiasmo alla formula proposta, arrivati per scoprire grandi classici o preziose novità da proporre alla propria audience. Gruppi di ristoratori, importatori, distributori, buyers e brokers si sono susseguiti nel patio stage dell’evento.
Le vendite ed il consumo di vino italiano sono in continua crescita negli Stati Uniti: lo confermano le entusiasmanti cifre sull’esportazione, che nel 2016 ha fatto registrare una vendita di 3.290.839 di ettolitri per un valore di 1.350.732 di Euro (fonte: Elaborazioni Ismea su dati Istat). Tuttavia il posizionamento del nostro prodotto enologico soffre in termini di prezzo rispetto ai colleghi francesi, con grave penalizzazione della produzione più autentica e distintiva del Bel Paese, soprattutto se riferita al vini fermi, non considerando quindi Prosecco e Spumante. “L’apertura di Eataly a Boston ha sicuramente risvegliato un’attenzione maggiore per il prodotto italiano,” dice il Console Generale d'Italia a Boston Nicola De Santis, intervenuto per porgere il saluto istituzionale agli operatori, aggiungendo: “occorre mantenere sempre alta questa attenzione in territori con elevate potenzialità come l’area di Boston e del New England.”
Iniziative come Wine Hunter, rappresentano un appuntamento stimolante sia per il trade che per il consumer, per presentare le produzioni enologiche che sono una preziosa espressione di territori e tecniche vitivinicole di antica e nuova generazione. Ma cos’è un Wine Hunter? Il Wine Hunter è “un cacciatore di vino, un predatore di eccellenze enologiche,” dichiara il manifesto di Helmuth Köcher, fondatore del Merano Wine Festival e del concept Wine Hunter, che ha lanciato l'evento. “Contando su una spiccata sensibilità, sull’esperienza, sulla cultura e sul costante affinamento del palato, Wine Hunter è sempre in cerca di nuovi vini, esplorando territori di caccia ancora sconosciuti, oppure ripercorrendo vecchie piste per verificare che siano ancora fertili.” I vini proposti rispondono ad una selezione ed una valutazione molto rigida, basata su una scala a punteggio. “Intravediamo in questo modello un valido strumento per proporre dei vini interessanti a diversi circuiti,” aggiunge Niccolo Lorimer, partner USA dell’operazione. "È un’impostazione stimolante e un po’ nuova, che lascia intravedere nuovi sistemi di fidelizzazione e, si spera, di commercializzazione del vino italiano.”
Alziamo dunque i calici per brindare ad un’idea che ha saputo aggiungere un tocco di lifestyle ad un mercato così blindato come quello del vino.