L'elenco completo su: http://www.maestrodartemestiere.it/it
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Non ha precedenti l’accordo di cooperazione che è stato firmato tra le Gallerie degli Uffizi e l’Università dell’Indiana (USA) per la digitalizzazione in 3D dell’intero patrimonio lapideo archeologico greco e romano degli Uffizi, dei musei di Palazzo Pitti e del Giardino di Boboli. Il progetto di collaborazione garantirà la realizzazione di modelli 3D che saranno resi disponibili online entro il 2020 per scopi sia di studio, sia di tutela. Si tratta di un’operazione che riguarderà circa 1260 opere d'arte – tra sculture, are e sarcofagi -, ovvero oggetti lapidei che vanno da II secolo avanti Cristo al IV secolo dopo Cristo e che costituiscono la più ampia collezione di marmi antichi di un museo statale italiano non romano. Il costo complessivo dell’operazione – circa 600mila dollari – sarà interamente sostenuto dall’Università dell’Indiana.
"Donna e Regina" è un libro che parla di Napoli. Da una prospettiva molto particolare, quasi nascosta. Lo fa dalle piccole finestre di un convento del 1300, quello di Donnaregina Vecchia. Osservando i fatti, e la storia millenaria della città, dall'ottica unica delle monache clarisse. Dimenticate dalla memoria storica della città, ma che protagoniste a tratti, hanno vissuto a Napoli fino al 1861, per oltre 500 anni.
L’autrice rivela storie nascoste e dimenticate di donne che nel corso di alcuni secoli hanno scelto, o hanno subito, l’esperienza della clausura. Scene di vita monacale quotidiana in cui sembra aleggiare la presenza costante della Regina Maria D'Ungheria, fondatrice del convento, che in quel luogo riposa ancora e dà protezione, in un meraviglioso sepolcro realizzato da Tino di Camaino.
Una ricerca, tra le stanze e le carte dell'Archivio Diocesano, che ha portato alla luce episodi, sentimenti, parentele. Tra i tanti, il più particolare, è quello che riguarda una possibile parentela tra Cherubna Ciccone, monaca ci clausura originaria del Monastero dei Miracoli di Casalbordino in Abruzzo e la cantante popstar Madonna, figlia di Silvio Ciccone, originario di Pacentro in Abruzzo.
Un viaggio sentimentale ma non solo, che alterna momenti ed episodi lieti della vita di Napoli e del convento con momenti storici difficili. Dalla conquista spagnola degli Aragonesi della città ai danni degli Angioini, fino alla Rivoluzione Napoletana del 1799, con le monache "guerriere" sempre protagoniste. Basti pensare che nel 1442, venne affidato, alle suore, dagli spagnoli, il delicato compito di sorvegliare la Porta di San Gennaro per garantire una via d'accesso diretta al Centro della città.
Storie di donne, storia di vita quotidiana, storia di Napoli. Questo è "Donna e Regina", per i tipi della EdR Editore, di Beatrice Cecaro.
In principio era New York, il graffitismo e Taki 183. Siamo nei primi anni 70 e la città venne tappezzata dalla firma di un ragazzino, Demetaki, di origine greca che viveva sulla 183rd Street, Washington Heights.
Poi venne Bansky e cambiò per sempre il modo ed il concetto di arte stradale, rendendola arte, con messaggi sociali potentissimi. Le città come palcoscenici, cornici e vettori di un’arte aperta a tutti. Fuori dalle sale ovattate dei musei, capace di gridare a tutti disagio sociale, voglia di cambiamento, emarginazione inascoltata. Prese quindi piede nei quartieri più degradati, nelle periferie del mondo, e di New York principalmente, che reclamavano attenzione. Ma da Street Art a Wall Street Art il passo fu breve. Oggi nella Grande Mela, gli street artist vengono assunti da grandi compagnie multinazionali per campagne pubblicitarie alternative ai mezzi di comunicazione tradizionali.
Ovviamente New York viaggia ad una velocità diversa dal resto del mondo. E mentre lì Bansky&co sono affermatissimi da diversi anni, nel vecchio continente, e soprattutto in Italia, la street art è ancora al primo step, sta pian piano venendo fuori dalle periferie, come simbolo di riqualificazione, per attirare pubblico e visitatori. Tra i palcoscenici più utilizzati dagli street artist in Italia spicca Napoli con le sue periferie. Da Scampia a Ponticelli. Da Secondigliano a Barra. Napoli è in pochi anni diventata eccellenza nella street art, diventando capitale d’Europa, insieme a Londra e Berlino, di questa nuova forma d’arte.
Al suo sviluppo ha senz’altro contribuito Inward, il primo osservatorio sulla creatività urbana, diretto da Luca Borriello, Roberto Race e Salvatore Velotti, che svolge attività di ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana, operando con un proprio modello di valorizzazione nei settori pubblico, privato, no profit ed internazionale, con progetti che negli anni sono divenuti piattaforme stabili, con partner pubblici o privati. Una sorta di network, di rete tra città, artisti, aziende ed istituzioni: un vero e proprio coordinamento di associazioni no profit che vuole promuovere uno sviluppo coordinato dell’arte urbana, un programma educativo di inclusione sociale in periferia ed un’alleanza internazionale di organizzazioni specializzate. Un centro nevralgico che coordina in tutto il paese oltre 250 progetti e 20 Festival e che monitora assieme a 12 università 156 comuni e 35 associazioni in 15 regioni del paese. Tra i progetti più noti vi sono il murales che raffigura San Gennaro a Forcella e la bambina di etnia rom a Ponticelli, entrambi di Jorit Agoch.
Ritornando a Bansky ed a Napoli, nella città partenopea è presente l’unica opera in Italia dello sconosciuto writer inglese: l'artista ha realizzato in Via Benedetto Croce, uno stencil che rappresentava una reinterpretazione dell'Estasi della beata Ludovica Albertoni del Bernini, raffigurata con in mano delle patatine e un panino, simbolo del consumismo. L'opera è stata cancellata nel maggio 2010 da un writer napoletano che l'ha coperta con un enorme murales. Invece resiste in Piazza dei Gerolomini, poco distante da via Benedetto Croce, la cosiddetta Madonna con la pistola, reinterpretazione di un'opera del barocco romano, Sant'Agnese sul rogo. E proprio Inward ha lanciato una petizione per salvaguardare e proteggere quest’unica opera in Italia di Bansky.
Napoli come New York quindi. Legate dal parallelo, legate dal nome simbolo di novità, legate dall’arte e dalla creatività. Napoli come New York capitali della street art mondiale. Napoli come New York si colora per un rinascimento creativo.
In principio era New York, il graffitismo e Taki 183. Siamo nei primi anni 70 e la città venne tappezzata dalla firma di un ragazzino, Demetaki, di origine greca che viveva sulla 183rd Street, Washington Heights.
Poi venne Bansky e cambiò per sempre il modo ed il concetto di arte stradale, rendendola arte, con messaggi sociali potentissimi. Le città come palcoscenici, cornici e vettori di un’arte aperta a tutti. Fuori dalle sale ovattate dei musei, capace di gridare a tutti disagio sociale, voglia di cambiamento, emarginazione inascoltata. Prese quindi piede nei quartieri più degradati, nelle periferie del mondo, e di New York principalmente, che reclamavano attenzione. Ma da Street Art a Wall Street Art il passo fu breve. Oggi nella Grande Mela, gli street artist vengono assunti da grandi compagnie multinazionali per campagne pubblicitarie alternative ai mezzi di comunicazione tradizionali.
Ovviamente New York viaggia ad una velocità diversa dal resto del mondo. E mentre lì Bansky&co sono affermatissimi da diversi anni, nel vecchio continente, e soprattutto in Italia, la street art è ancora al primo step, sta pian piano venendo fuori dalle periferie, come simbolo di riqualificazione, per attirare pubblico e visitatori. Tra i palcoscenici più utilizzati dagli street artist in Italia spicca Napoli con le sue periferie. Da Scampia a Ponticelli. Da Secondigliano a Barra. Napoli è in pochi anni diventata eccellenza nella street art, diventando capitale d’Europa, insieme a Londra e Berlino, di questa nuova forma d’arte.
Al suo sviluppo ha senz’altro contribuito Inward, il primo osservatorio sulla creatività urbana, diretto da Luca Borriello, Roberto Race e Salvatore Velotti, che svolge attività di ricerca e sviluppo nell’ambito della creatività urbana, operando con un proprio modello di valorizzazione nei settori pubblico, privato, no profit ed internazionale, con progetti che negli anni sono divenuti piattaforme stabili, con partner pubblici o privati. Una sorta di network, di rete tra città, artisti, aziende ed istituzioni: un vero e proprio coordinamento di associazioni no profit che vuole promuovere uno sviluppo coordinato dell’arte urbana, un programma educativo di inclusione sociale in periferia ed un’alleanza internazionale di organizzazioni specializzate. Un centro nevralgico che coordina in tutto il paese oltre 250 progetti e 20 Festival e che monitora assieme a 12 università 156 comuni e 35 associazioni in 15 regioni del paese. Tra i progetti più noti vi sono il murales che raffigura San Gennaro a Forcella e la bambina di etnia rom a Ponticelli, entrambi di Jorit Agoch.
Ritornando a Bansky ed a Napoli, nella città partenopea è presente l’unica opera in Italia dello sconosciuto writer inglese: l'artista ha realizzato in Via Benedetto Croce, uno stencil che rappresentava una reinterpretazione dell'Estasi della beata Ludovica Albertoni del Bernini, raffigurata con in mano delle patatine e un panino, simbolo del consumismo. L'opera è stata cancellata nel maggio 2010 da un writer napoletano che l'ha coperta con un enorme murales. Invece resiste in Piazza dei Gerolomini, poco distante da via Benedetto Croce, la cosiddetta Madonna con la pistola, reinterpretazione di un'opera del barocco romano, Sant'Agnese sul rogo. E proprio Inward ha lanciato una petizione per salvaguardare e proteggere quest’unica opera in Italia di Bansky.
Napoli come New York quindi. Legate dal parallelo, legate dal nome simbolo di novità, legate dall’arte e dalla creatività. Napoli come New York capitali della street art mondiale. Napoli come New York si colora per un rinascimento creativo.
La cucina italiana, specialmente quella meridionale, in passato non era considerata molto nell’opinione pubblica, che invece prediligeva l’elaboratissima e raffinata cucina francese, di assai più nobili natali: pasta, pizza e pesce erano infatti associati immediatamente all’immagine di quell’oceano di derelitti che, disperati, lasciavano l’Italia e attraversavano l'oceanoper affollare le strade di New York, Londra e Parigi alla ricerca di nuovi mondi, di sogni, per inseguire un futuro migliore.
Per questo motivo l'onlus italo-americana Mentoring Usa-Italia, fondata da Matilda Cuomo e presieduta a Salerno da Sergio Cuomo, ha lanciato da Salerno e per tutta l'Italia la campagna sociale "Ferma il bullo" raccogliendo fondi per realizzare in quante più scuole possibili, non solo campane, i programmi di inclusione sociale Mentoring. Dopo quasi due mesi di campagna, che terminerà a fine aprile, oltre 300 sono gli esercenti che stanno contribunedo alla raccolta fondi.
Per aiutare Mentoring:
Conto corrente Bancario:
Banca Prossima, intestato a “Mentoring USA Italia” onlus
Coordinate bancarie IBAN: IT48Y0335901600100000137897