La legalità prima di tutto. Con la “scomunica”, conseguenze concrete

Domenico Logozzo * (June 25, 2014)
Le dichiarazioni del nuovo vescovo di Locri-Gerace, Mons. Francesco Oliva, sulla scomunica agli affiliati della 'ndrangheta lanciata dal Papa


“La scomunica della ‘ndrangheta è una “novità” che non può non avere conseguenze concrete”. Mons. Francesco Oliva, che da fine luglio sarà il nuovo vescovo di Locri, è stato molto diretto, senza ambiguità, nel commentare le parole di Papa Francesco all’indomani  della “scomunica” ai mafiosi. I fedeli della Locride sanno fin d’ora che possono contare sulla ferma intenzione del loro nuovo Pastore di far rispettare le regole. La legalità prima di tutto. Agirà. Applicherà la “scomunica”. Le conseguenze saranno concrete. E c’è da credergli. E’ il positivo  biglietto da visita con il quale si presenta nella terra più martoriata e umiliata del profondo Sud. Ispira fiducia. Deve avere la fiducia ed il sostegno di chi da sempre invoca per la Locride un presente diverso ed un futuro migliore. Il passato è stato infausto. Strade insanguinate dall’odio e dalla prepotenza. Serve più amore. Basta con i lutti. Ritorni l’armonia e la pace. Rispetto della persona umana.

La Chiesa qui non è esente da colpe. Ha subìto e tollerato. Ci sono stati e ci sono anche preti coraggiosi. Troppo soli. Troppo esposti. Perciò facile bersaglio dei sicari mafiosi. La dichiarazione di Mons. Oliva pubblicata dal Quotidiano della Calabria, dà una idea ben precisa di come svilupperà la sua azione sulla via di Papa Francesco con una “strategia pastorale più attenta e vigilante”. Nel cuore dei problemi, per entrare nel cuore della gente. Non fa giri di parole. Non ricorre ai consunti luoghi comuni. Non si sottrae alle responsabilità. Va oltre e prende un impegno ben preciso sulla svolta culturale che dovrà coinvolgere tutti “ed in primo luogo la Chiesa”. Intervistato dal Quotidiano ha infatti precisato che “è scontato che la sola azione repressiva, per quanto importante, non è sufficiente ad arginare il fenomeno. Ad essa deve essere collegata una strategia culturale che impegni anche le scuole e le istituzioni civili più sane”. Dai buoni intenti si passi però effettivamente ai fatti. La Chiesa dia l’esempio.

L’abbiamo scritto sul “Quotidiano” di domenica scorsa. Chi ha sbagliato o sbaglia ancora oggi va “scomunicato” al pari dei mafiosi. Apprezziamo perciò quanto dice il nuovo Pastore chiamato a guidare sulla retta via i fedeli della difficile Diocesi di Locri. L’autorevole appello di Mons. Oliva non può cadere nel vuoto. Sarà impresa ardua, oltre che rischiosa in certe realtà dove è fortemente radicato il potere mafioso. Ma non ci si deve arrendere. Occorre impegnarsi a fondo per far capire a tutti che delinquere è peccato grave. In tutti i settori. Nessuno escluso. Alcuni preti coraggiosi ci hanno rimesso la vita. Tanti “sgraditi” al potere sono stati messi da parte. Sospesi a divinis e mandati via. Lo scontro tra i potenti Vescovi retrogradi e gli umili parroci illuminati ha sempre avuto un esito scontato. Ha vinto il Potere. Quando la forza del potere schiaccia gli umili e gli onesti, è in pericolo la convivenza civile. Quando viene negata la libertà di dissentire, si compie una madornale ingiustizia. Si calpesta la democrazia. Quante assurdità sulla pelle dei buoni!

Ci si è sbarazzati delle buone intelligenze, per far andare avanti mediocri e collusi. E’ successo. Non dovrà più succedere. Non ci sono più alibi. Minimizzare non si può più. Papa Francesco è stato deciso. Piazza pulita. Rinascita sociale. E l’arrivo nella Locride di Mons. Oliva dovrà servire a far uscire dalla solitudine del sottosviluppo e dall’isolamento tanti paesi  ingiustamente dimenticati dallo Stato. Servono azioni positive. Troppi comuni sono condizionali dal potere politico-mafioso. Legami che vanno rotti, definitivamente. Troppi comuni sono commissariati per mafia. Grandi e piccoli. La piovra agisce ovunque, allungando sempre di più  i suoi micidiali  tentacoli. I cittadini debbono ritrovare la fiducia nelle Istituzioni. Riavvicinarsi alla politica. E fare politica con le mani pulite, non farsi usare dalla malapolitica. Per il bene comune.

Lo Stato ha compiuto errori gravi. La Chiesa pure. Il nuovo vescovo di Locri avrà un compito gravoso. La gente buona e onesta si attende molto da lui. Deve portare una nuova ventata di operatività e di concretezza. Con intelligenza. Bisogna guardare al futuro, ma non dimenticare gli errori e pure i buoni esempi del passato. La Locride non è tutto un marciume o sfascio irreparabile. Chi afferma che “è impossibile cambiare” è in malafede. Non ama la Locride. Dice una deplorevole falsità per coprire l’incapacità. Non sanno o non vogliono proporre progetti fattibili di sviluppo. Subdolamente nascondono la compiacente e vigliacca connivenza con le forze del male. E no, non ci siamo proprio. Verità e sincerità sono necessarie, oggi più che mai. Gli inganni e le false promesse recenti e meno recenti hanno ridotto a brandelli le belle speranze dei calabresi onesti, alimentando il pessimismo. Alle ragazze ed  ai ragazzi  della Locride Mons. Oliva deve dare una forte carica di fiducia. Far rinascere la speranza e mandare via definitivamente chi finora ai giovani ha rubato anche il futuro.

*già Caporedattore del TGR Rai


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