Vandali all'assalto del patrimonio italiano
E’ il 29 settembre e Gian Antonio Stella presenta il suo ultimo lavoro, “Vandali – L’assalto alle bellezze d’Italia” nella sala gremita di pubblico dell’Istituto Italiano di Cultura a New York.
"Vandali" è un'inchiesta sullo stato di salute dell’arte in Italia che promette di scatenare non poche polemiche. L’autore, infatti, analizza con Sergio Rizzo le cause del degrado del patrimonio artistico italiano presentando dati allarmanti sul fenomeno, che è stato solo timidamente arginato, quando non è stato colpevolmente sottostimato o ignorato, dalle istituzioni del “Bel Paese”.
È evidente nel caso dell’Appia Antica, il tratto storico della Via Appia, la strada consolare costruita a Roma nel 312 avanti Cristo. La strada è chiusa al traffico veicolare, con la sola eccezione delle “auto blu” dei politici italiani, che la percorrono quando le rotte alternative per l’Aeroporto di Ciampino sono troppo trafficate, ossia sempre.
L’Italia è la nazione al mondo che annovera il maggior numero di Luoghi Patrimonio dell’Umanità secondo l’UNESCO. Sono ben 45. Gli Stati Uniti ne contano 21, la Gran Bretagna 28, la Germania 33, la Francia 35, la Cina 40, la Spagna 42. L’Italia è anche la nazione che ne ricava i minori profitti: la Cina, ad esempio, ne guadagna tre volte tanto.
Il dato più impressionante, comunque, è quello che compara il costo annuo delle pensioni dei parlamentari italiani, che ammonta a 198 milioni di Euro, con i ricavi provenienti da tutti i musei e siti archeologici sul territorio italiano, pari a 82 milioni di Euro (dati 2009).
La maggior parte degli italiani non lo crederebbe, ma lo stipendio mensile del presidente degli Stati Uniti Barack Obama è di 3.000 Euro inferiore a quello del presidente della provincia autonoma di Bolzano Luis Durwalder, che al mese guadagna 26.000 Euro.
L’Italia strapaga i suoi politici e investe sempre meno nella cultura e nella ricerca, come testimoniato dal dimezzamento dei fondi governativi registrato negli ultimi dieci anni (l’investimento era pari a 2386 milioni di Euro nel 2001 ed è sceso a 1429 milioni nel 2011, Stella illustra). Nel frattempo i rimborsi per le spese elettorali destinati ai partiti sono cresciuti del 1100%, con un vertiginoso spreco di risorse pubbliche.
Stella dimostra che in fatto di difesa del patrimonio artistico gli sprechi sono la norma. È perché si interviene con misure sporadiche e senza lungimiranza, danneggiando anche il PIL del paese. Il contributo al PIL del settore turistico è infatti pari al 5,68%, mentre in paesi come Turchia, Portogallo e Spagna la cifra sale a circa il 20%.
Negli anni ’70 l’Italia era la prima meta turistica in assoluto per i viaggiatori di tutto il mondo. Oggi si trova al quinto posto in classifica, dopo Francia, Spagna, Stati Uniti e Cina. Come è potuto accadere?
Stella crede che ciò si debba alla mancanza di infrastrutture di base che facilitino gli spostamenti e le comunicazioni, rendendo una vacanza in Italia un’esperienza piacevole, non una battaglia. Il sistema di trasporti pubblici ha bisogno di miglioramenti, e la connettività del paese deve essere aumentata: più wi-fi, più turismo.
Ma quello che più preoccupa Stella e Rizzo è la perdita di un certo “senso della bellezza” tra gli italiani, come Stella afferma durante la presentazione del libro all’IIC. Ciò si accompagnerebbe a una mancanza di senso civico e ad uno scarso orgoglio patriottico. Simboli del Risorgimento italiano come la Cittadella di Alessandria in Piemonte, dove i primi patrioti hanno dato l’avvio alle operazioni militari per l’Indipendenza del paese, sono fatiscenti e abbandonati. Così anche la tomba di Scipio, lo stesso Scipio del cui elmo l’Italia si cinge la testa nell’inno nazionale – ci hanno costruito sopra un terrazzo – e la villa di Cavour a Torino Vercellese è in corso di restauro da solo un mese. Per fortuna.
Cavour, definito da Stella “il Jefferson italiano”, è raffigurato nella villa da una statua decapitata. Stella ha espresso tutto il suo disappunto per la legge del 2004 che rende di fatto impossibile l’arresto dei trafficanti d’arte. L'arresto è permesso solo nel caso in cui sia dimostrabile che il possessore dell’opera d’arte trafugata sia anche colui che abbia arrecato il danno materiale all’opera: la decapitazione, nel caso di Cavour. Nel 2008 dei tombaroli responsabili del ritrovamento del Sarcofago delle Muse ad Ostia Antica, pronti a dividerlo in porzioni a colpi di crick per vendere le muse separatamente, sono stati lasciati a piede libero. Il ministro dei Beni Culturali Giancarlo Galan avrebbe promesso di modificare la legge, Stella ha aggiunto. “Ci conto!”.
Il marchese De Sade scriveva nel suo “Viaggio in Italia” nel 1775 “Com’è possibile che Dio abbia donato un tale tesoro a questa gente così incapace di apprezzarlo?”
Stella risponde: “Per molti anni gli italiani hanno pensato che ‘essere padroni in casa propria’ significasse poter fare quello che volevano nel loro paese, e molti di loro non si sono fatti scrupoli: oggi ci sono 4.400.000 case abusive in Italia, il che significa che un italiano su sei (circa 10 milioni di italiani) vive o va in vacanza in una di queste case. È inaccettabile”.
E mentre i politici italiani sono troppo impegnati a discutere se valga la pena di spendere tutti quei soldi “per i quattro sassi di Pompei” (come il presidente della regione Veneto Luca Zaia li ha definiti nel novembre 2010, proprio dopo il crollo di tre edifici all’interno del sito archeologico), il patrimonio culturale italiano può per fortuna contare su una folta schiera di difensori sparsi in tutto il mondo.
“Save Venice”, associazione americana per la salvaguardia delle bellezze della città lagunare italiana, rappresentata alla presentazione del capo dell’ufficio di Venezia Melissa Conn, è attiva sul territorio con 400 progetti di restauro e conservazione. “Save Venice è uno straordinario esempio di collaborazione tra il settore pubblico italiano e i privati americani che amano Venezia”, Conn afferma.
Stella è fiducioso sul fatto che la sensibilità italiana ai problemi del patrimonio artistico stia aumentando. Qualcosa sta migliorando: “C’è più attenzione, questo è certo”, dice il giornalista, che elenca anche una serie di storie a lieto fine come quella della Venaria Reale in Piemonte, più grande della reggia di Versailles, rimessa a nuovo e aperta al pubblico in meno di dieci anni grazie al lavoro di amministrazioni sia di destra che di sinistra.
A quelli che li criticano per i ritratti spesso a tinte fosche del Bel Paese, Stella e Rizzo rispondono: “Se vieni tradito da una donna, ti infuri solo se la ami veramente. È per questo che scriviamo questi libri, perché siamo profondamente innamorati dell’Italia.”
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