Umbria Jazz: omaggio a Luigi Tenco e alla musica d’autore italiana 

Antonello Lamanna (July 17, 2017)
Non poteva che essere affidata alle note virtuose e delicate di Danilo Rea l’apertura del concerto di omaggio a Luigi Tenco sul palco di Umbria Jazz. Un lungo viaggio, con un alternarsi di voci con timbri e grane a volte pastosi, intensi, struggenti, per lasciare spazio a quelli più pop, ma sempre contraddistinti da un unico legame, solo apparentemente distante, tra il jazz e la musica d’autore.

Un percorso di quasi 4 ore quello del main stage dell’Arena di S. Giuliana che Umbria Jazz ha dedicato a Tenco, nel cinquantesimo anniversario della morte, e più in generale alla canzone d'autore italiana, che con il suo enorme patrimonio ha contribuito a creare una sorta di “via nazionale” del jazz italiano. Si tratta di un’ulteriore tappa dell’incrocio tra i musicisti del jazz e i cantautori che il festival sta esplorando, soprattutto negli anni più recenti, con spettacoli di grande successo e nello stesso tempo di grande spessore. Il concerto dedicato alla canzone d’autore italiana ha calcato l’onda della sperimentazione già avvenuta nell'ultima edizione di Umbria Jazz Winter, con il concerto di apertura di Paolo Fresu e Gaetano Curreri, voce degli Stadio, che aveva come tema "Il jazz di Fabrizio De André e Lucio Dalla".

Il tema viene ripreso e sviluppato, assieme ad altri, anche in questo momento speciale di Umbria Jazz. La serata si è alternata con diversi cambi sul palco: il consolidato duo Gino Paoli-Rea, la solida e collaudata collaborazione di Fresu e Curreri con Raffaele Casarano e Fabrizio Foschini, Ottolini con la sua band e l’orchestra, ancora Fresu con Mirko Signorile al pianoforte e Giuliano Sangiorgi, voce dei Negramaro, che fa il suo esordio al Festival. E non sono mancati i grandi maestri della canzone italiana celebrati nell’omaggio a Tenco: Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla, Umberto Bindi, Domenico Modugno, Sergio Endrigo, Lucio Battisti.

Ad aprire la serata gli assoli intrisi d’arte oratoria del pianista Danilo Rea che ha regalato al pubblico canzoni come “Il pescatore” e “Bocca di rosa” di Fabrizio de André. E bastano pochi accenni di pianoforte per intuire l’entrata sul palco di Gino Paoli con “Vedrai, vedrai” e “Mi sono innamorato di te”, che, dopo Luigi Tenco, passa ai suoi cavalli di battaglia come “Sapore di sale”, “La gatta”, “Senza fine” e “Una lunga storia d’amore“. Paoli con “Un cielo in una stanza” inizia a duettare con Giuliano Sangiorgi dei Negramaro, accompagnato dai suoni stile del trombettista Paolo Fresu. Le luci poi si orientano sul leader dei Negramaro che, con chitarra e voce, interpreta “Tu si ‘na cosa grande”, celebre canzone di Modugno. Ma nella lunga song list si spazia ancora dal classico di Sergio Endrigo “Io che amo solo te” ad “Amore che vieni, amore che vai” di Fabrizio de André. Duetto finale di Sangiorgi con il suo pezzo forte “Solo per te” con Paolo Fresu.

Altro cambio di scena con Gaetano Curreri degli Stadio insieme a Fresu, con “Il pescatore”, di Fabrizio De André. Raccontando del suo legame con Dalla, Curreri ha proposto “La sera dei miracoli” e a seguire “Canzone dell’amore perduto” di De André, fino all’intramontabile “Anna e Marco” di Dalla. Non è mancato un omaggio a Vasco Rossi con “E dimmi che non vuoi morire”, una canzone scritta da Vasco e Curreri e interpretata dalla “divina” Patty Pravo al Festival di Sanremo 1997.

Con “Piazza grande” di Dalla, Curreri lascia Ottolini sul palco con la sua band formata da Roberto De Nittis – piano – Stefano Menato – sax e clarinetto – Riccardo Di Vinci – contrabbasso – Paolo Mappa – batteria – insieme all’orchestra da Camera di Perugia, composta da una trentina di elementi e voci soliste, come Vanessa Tagliabue Yorke, Kento & DJ Fuzzten, Bocephus King. Le atmosfere e gli arrangiamenti jazz si assaporano per tutti i brani proposti, da “Quasi sera” di Tenco a “Il pescatore” di De Andrè.

L’ultima parte del concerto che ha deliziato il pubblico dell’Arena fino a tarda notte è spettata al maestro Ottolini, l’artigiano dell'improvvisazione e degli arrangiamenti insoliti che è riuscito a diluire nei brani di Tenco come “Un giorno dopo l’altro” “Una brava ragazza” e a creare un’ottima sintonia canora tra Sangiorgi e Curreri. “Ciao amore, ciao”, il celebre brano interpretato nel 1967 sul palco di Sanremo da Luigi Tenco, è stato scelto come Il gran finale corale con tutti gli artisti della serata e per chiudere il live dedicato a Tenco.

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