Colavita. Un successo tutto italiano di generazione in generazione

Letizia Airos (April 01, 2012)
E’ festa. Colavita apre una nuova sede nel New Jersey. Da una cittadina di 250 anime parte l’impresa di una famiglia che con il suo brand raggiunge oggi 70 stati nel mondo. Negli USA il Ceo è il giovane Giovanni Colavita che con orgoglio ci guida per il nuovo stabilimento. Al taglio del nastro presenti il sindaco di Edison insieme ai rappresentanti delle istitutuzioni consolari di New York e del New Jersey.

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Sant'Elia a Pianisi, Provincia di Campobasso, 1935. Quattro generazioni fa. In terra molisana nasce un’azienda che si dedica agli ulivi e alla produzione dell’olio. E’ una piccola realtà a conduzione familiare, ma presto diventa importante per l'economia del territorio.
 

Ma la vera svolta è quando i figli dei fondatori, Enrico, Leonardo e Giovanni, a metà degli anni’70 avviano la commercializzazione dell’Olio Extra Vergine di Oliva con il marchio “Colavita”.
 

Sono anni in cui ancora non si parla molto di dieta mediterranea ma i Colavita anticipano uno stile di vita sano, subito apprezzato e riconosciuto. I loro prodotti si basano su qualità, produzione agricola  locale, genuinità e autenticità.
 

“Colavita” spicca il volo, viene aperto uno stabilimento a Campobasso. E’ solo l’inzio. Oggi l’azienda, che non si occupa più solo di olio, ha una rete commerciale che attraversa  tutto il mondo, dall’Europa agli Usa, Canada, fino all’Australia, Giappone e Sud America. Il Brand Colavita è presente in 72 paesi .
 

E ci vuole anche un po' di questa storia  per riuscire a raccontare e capire l’emozione che abbiamo colto nei volti degli eredi Colavita all’apertura del loro nuovo stabilimento nel New Jersey, con una enorme bandiera italiana che sventola sul piazzale d’ingresso.
 

Abbiamo visto volti con l’orgoglio delle proprie origini raccontato nei lineamenti, che narrano la soddisfazione di persone che hanno speso una vita intera  per quello in cui hanno creduto. E la sensazione - non sempre presente quando si ha a che fare con imprenditori - era che non sarebbe stato difficile immaginarli con le maniche rimboccate a lavorare loro stessi, in quei campi da cui provengono i prodotti.
 

Visi aperti, accoglienti, ma fermi, espressione di un sana imprenditoria familiare. `

“Abbiamo dovuto lavorare molto, in tempi difficili, quando siamo arrivati non si conosceva l’olio d’oliva exatravergine"  ha spiegato Enrico Colavita  che ha fondato Colavita Usa nel 1978 con il partner locale, John Profaci.
 

“Quando la brava gente incontra buone cose, questo può succedere. E’ accaduto 32 anni fa quando ho incontrato Enrico” ha detto Profaci, ormai parte della famiglia Colavita, persona fondamentale per il loro successo negli USA.   "'Vorrei vendere il mio olio negli USA’ mi disse.  'Proviamo e vediamo se posso venderlo’, ho detto".
 

E ha raccontato come hanno cominciato : “Prima dimostrazioni nei negozi, poi nei ristoranti con chef italiani. Questo era quello che loro cercavano. Qualità e gusto".
 

Svela anche uno dei segreti del loro marketing iniziale: “ I trend in questo Paese non cominciano nei supermercati ma nei ristoranti”.

“Abbiamo faticato perché allora la dieta mediterranea non era ancora diffusa in America”, continua John Profaci. “Abbiamo dovuto spiegare agli americani l’olio extravergine che era considerato solo un prodotto di élite”.
 

La sua conlcusione racchiude tutta la sua soddisfazione: “Noi siamo ancora gli unici italiani a distribuire su tutto il territorio nazionale l’olio d’oliva. Un business di famiglia, Giovanni Colavita aveva 2 anni quando incontrai Enrico, e ora lui è il mio boss!” dice rivolgendosi al giovane CEO.
 

Siamo così entrati in uno stabilimento decorato a festa, pieno di persone accorse per festeggiare. L’atmosfera era quella di una grande festa popolare, con il miglior cibo e sorrisi sui volti di tutti. C’erano, come in tutte le occasioni importanti in un paese italiano, il sacerdote per la benedizione ed  il sindaco del luogo Antonia Ricigliano, oltra alla presenza delle istituzioni con il console generale Natalia Quintavalle,  il Console Aggiunto Lucia Pasqualini di New York,  ed il console Andrea Barbaria del New Jersey.
 

Al taglio del nastro tutte le generazioni dei Colavita fino al piccolissimo erede, concentratissimo e attento ad ogni parola della presentazione.
 

Al microfono il presidente Enrico Colavita, con evidente emozione,  ha raccontato l’impresa di una famiglia italiana che affronta le sfide del mercato globale, nonostante la crisi economica e la concorrenza.
 

Il console Generale Natalia Quintavalle ha ribadito il successo dell’azienda con l’auspicio che  “Altre società italiane seguano l’esempio di Colavita, che ringraziamo per avere portato un prodotto eccellente negli Stati Uniti”.
 

Antonia Ricigliano,  sindaco di Edison, italo-americana, ha consegnato alla famiglia Colavita una proclamation dove viene dichiarato il 30 marzo "Colavita Extra Virgin Olive Oil Day.
 

Di terza generazione, di origine siciliana, della provincia di Enna, intervistata da noi, Antonia Ricigliano ha ricordato la madre ai fornelli, i suoi genitori che parlavano in siciliano. “Continuo a cucinare italiano anch’io, e ne vado orgogliosa. Amo preparare lasagne, ravioli, il ragù. Non parlo italiano ma lo capisco!”.
 

Ci ha ricordato anche di quando, 15 mesi fa, si presentarono da lei Colavita e Profaci per parlarle dello stabilimento e  di come fu subito felice di accoglierli nel suo Comune con almeno ventimila italo-americani residenti.
 

“Oggi è un giorno bellissimo anche per tutte le persone che lavorano qui e celebriamo la famiglia che lavora. Questo è quello che la gente italiana deve fare: partire dalla famiglia.”
 

Abbiamo visitato l’intero stabilimento con Giovanni Colavita, il giovane CEO di Colavita USA, che ci ha descritto nei minimi particolari le attività  che si svolgono.  Ci ha raccontato con particolare efficacia alcuni momenti di una giornata lavorativa lì, tra uffici, macchinari per imbottigliare l’olio, magazzini per conservare, arrivi, smistamento e partenza delle merci.
 

Si tratta di 20 chilometri quadrati dedicati non solo ai prodotti Colavita, ma anche ad altri generi di consumo italiani negli Stati Uniti. Colavita ha infatti l’esclusiva per l’importazione, distribuzione e promozione di marchi come Perugina Baci, Cirio, San Benedetto.

Giovanni Colavita ha tenuto a precisare che lo spazio in certo senso guarda al futuro,  è studiato infatti per favorire un’ulteriore espansione dell’attività.  Ha detto, tra l’altro, del recente successo della collaborazione con la catena Shop Rite. “Siamo la pasta più distribuita e loro hanno raddoppiato le vendite.”

Enrico Colavita ci dirà poco dopo la nostra escursione nello stabilimento con Giovanni: "La cosa bella è che i giovani vogliono continuare a promuovere i nostri prodotti e quelli italiani in genere. E noi non sappiamo cosa sia la gelosia, siamo amici dei nostri competitors".
 

Al termine del racconto di questa inaugurazione crediamo sia importante ricordare un altro fiore all’occhiello  dell’azienda. Si tratta del Colavita Center for Italian Food and Wine, presso il prestigioso Culinary Institute of America.  “E’ nato per trasmettere la conoscenza delle tradizioni e prodotti originali italiani alle nuove generazioni – ci ha detto Profaci – e ha anche una scholarship per assistere finanziariamente studenti con interessi nella cucina mediterranea.”
 

Una delle chiavi del successo italiano nel mondo è quella di saper usare la tradizione, valorizzarla ed esportarla, non dimenticando le innovazioni. Colavita ha saputo farlo e lo ha fatto puntando sulla propria famiglia e la trasmissione di compentenze, di generazione in generazione, scommettendo sui giovani.





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