NOI ITALIANI, turisti a New York
Ok, New York è ancora la capitale del mondo, la città in cui un’innumerevole quantità di culture diverse si incontrano e convivono. Sugli schermi cinematografici vediamo le sue metropolitane affollate, le sue strade colorate dal giallo dei taxi. Sui suoi marciapiedi la gente cammina frettolosamente per raggiungere un ufficio la cui sede si trova in uno dei più prestigiosi edifici della città. E poi i profili dei grattacieli, i ponti, le luci soffuse dei ristoranti, i romantici innamoramenti dei protagonisti del film….
E così affascinati da queste immagini NOI ITALIANI rinunciamo alle ferie da trascorrere al mare sotto il sole, e prenotiamo con largo anticipo un volo: destinazione New York.
Dopo otto interminabili ore in cielo finalmente NOI ITALIANI atterriamo sulla Grande Mela e ci lasciamo rapire dalle luci e dall’architettura della citt. Sì questo è vero ma… siamo solo all’inizio!
Già, perché NOI ITALIANI arrivati a New York, assimilato il meccanismo di numerazione delle strade, ci sentiamo presto sicuri di poterla percorrere in lungo e in largo. Poco importa se poi finiamo immancabilmente per perderci tra una avenue e l’altra.
E pochi italiani si rendono conto di essere proprio riconoscibili, di aver stampato una sorta di brand addosso. Si perché per diverse ragioni, tra i milioni di turisti che la città ospita, è fin troppo facile essere identificati come: ITALIANI.
Il primo elemento utile per distinguere un italiano in visita a New York è senza dubbio l’abbigliamento. NOI ITALIANI, da sempre popolo di vanitosi, reputiamo infatti importante saper scegliere dei capi che siano all’altezza della città, universalmente riconosciuta come capitale dello stile.
Glii uomini si concedono improbabili bermuda che riscattano però con calzature rigorosamente griffate. Le donne non possono rinunciare, anche in piena estate, agli stivali di pelle che coprono le caviglie e all’immancabile enorme borsa firmata Louis Vuitton. Molto spesso poi non manca una cintura della stessa marca che attraversa i passanti del jeans di Gucci.
A prescindere dal target d’età, che si tratti di intere famiglie, adulti, o ragazzi, NOI ITALIANI generalmente tendiamo ad organizzare vacanze di gruppo. E così capita che l’abbigliamento scelto con minuziosa attenzione finisce per diventare quasi una divisa che contraddistingue.
In ogni caso, GLI ITALIANI, belli nei loro vestiti e fieri, cartina alla mano - per chi ha un iPhone rigorosamente unlocked secondo il consiglio di qualche amico in America Google Map -, cominciano a visitare la città.
Ma cosa cerca a New York un italiano in vacanza? Quali posti sono inclusi nel suo programma di visita? La prima tappa per tutti quasi sempre la prima sera, nonostante il fuso orario, è sicuramente Time Square che, con la sua folla e i suoi schermi luminosi, è tanto diversa dalle piazze italiane; ma tra una foto da scattare vicino alla scaletta rossa e un negozio in cui acquistare souvenir di ogni tipo, si è fatta ora di cena.
E’ questo il momento preciso in cui si verifica la profonda scissione tra il tipico turista italiano e quello proveniente da qualunque altra parte del mondo. Già, perché se generalmente ci si allontana dal proprio paese alla ricerca degli usi, delle tradizioni del popolo indigeno, e quindi si desidera conoscere e assaggiare i piatti tipici della cucina locale, GLI ITALIANI in vacanza invece vanno inspiegabilmente alla ricerca del ristorante o della pizzeria italiana. Una volta trovata, impegnano tutto il suo spirito critico e tutto iil fine palato per decretare che, comunque, quello che hanno appena mangiato non è di certo frutto della cucina mediterranea e che il pizzaiolo di sicuro non è italiano!
Da un anno circa poi c’è un posto magico: Eataly. Concepito dall'imprenditore Oscar Farinetti per gli americani il megastore è diventato anche l’ancora di salvezza degli ITALIANI turisti che escono dal negozio con borse piene di biscotti e merendine italiane.
A pancia piena ma per nulla soddisfatti, GLI ITALIANI, decidono di riprendere la visita alla città: il Rockefeller Center con tanto di Top of the Rock, l’Empire State Building, il Madison Square Garden, Wall Street, Central Park, la Statua della Libertà, il ponte di Brooklyn, la Freedom Tower … e poi c’è il MoMa, il Metropolitan Museum, i musical di Broadway….
O forse no?
Eh no, in effetti no! Già perché a NOI ITALIANI in vacanza a New York non piace l’arte moderna, non ci importa poi granchè dei dipinti e delle sculture, e gli show nei teatri di Broadway costano veramente tanto… e poi queste cose si trovano ormai con estrema facilità su Internet… Noi preferiamo invece andare a fare un giro per i negozi della quinta Avenue: alla Lindt distribuiscono sempre dei cioccolatini gratis, lo store di Louis Vuitton è un sogno, Abercrombie poi ha dei prezzi vantaggiosissimi e abbiamo una lista lunghissima di ordini di amici e parenti…
Ma i posti che veramente mandano in estasi sono due. Tiffany&Co, dove Gli ITALIANI passano ore a passeggiare tra una teca e l’altra e a indossare preziosissimi gioielli che non comprano mai. E qui, udite udite, i commessi parlano anche italiano. Sembrano scelti apposta per una clientela bianco-rosso e verde.
E poi c'è lo store della Apple, preferibilmente quello sulla Quinta Strada davanti al Central Park. Dai suoi computer si da un’occhiata alla casella email e ci si collega con Facebook per fare il check-in. Il mondo intero deve sapere: si gode tutto della Grande Mela!!!
I bambini al seguito, dopo avere mandato in tilt tutti gli iPad della Apple, vogliono attenzione: giocare. Ed una tappa fissa è FAO Schwarz, tra pupazzi di peluche e giocattoli spesso megalomani, gli ITALIANI, quelli adulti tanto per interderci, accontentano i figli ma si lasciano incantare più di loro.
Gia New York è piena di luoghi e musei per bambini. Ma questo nessuno sembra saperlo.
All’altezza della cinquantanovesima strada, proprio lì dove il logo della Apple resta sospeso in aria nella teca di vetro, per NOI ITALIANI, la quinta Avenue si interrompe bruscamente. In quei negozi non siamo sempre riusciti a fare lo shopping che speravano.
Molti di questi non sono poi così economici così come si pensava; ma NOI ITALIANI non perdiamo la forza e l’entusiasmo: prendiamo d’assalto il negozio degli sconti assicurati: Century21! Qui finalmente si da libero sfogo alla irrefrenabile voglia di shopping e si acquistiamo chili di prodotti firmati GUESS, Timberland, Calvin Klein e Tommy Hilfiger. Ora sì che New York comincia a piacere.
Qualcuno non ancora contento chiede timidamente in giro. Ma se andassimo ad un outlet? Nagari in New Jersey? Le facce si fanno scure: in New Jersey? Comunque qualcuno coraggiosamente poi alla fine il ponte lo passa.
Ormai, avendo quasi esaurito budget di spesa, si decide di chiudere con lo shopping e dedicarsi veramente alla scoperta della città…
Niente paura però, a nessuno verrà in mente di andare ad ammirare l’architettura del Guggenheim Museum né le opere d’arte che espone. Ci si concentra a cercare sulla mappa e in rete tutti quei posti in cui scattare fotografie che testimonino di essere stati inequivocabilmente a New York. Ci si fionda nel primo Starbucks Coffee, si ordina un caffè americano -che non si beve-, e si scattiamo centinaia di foto con il logo della caffetteria ben in vista.
NOI ITALIANI ricominciamo la passeggiata e incontiamo un poliziotto a cavallo: foto! Più in là, sull’uscio di un negozio di souvenir c’è una Statua della Libertà in miniatura: foto! Ancora più avanti c’è un pover’uomo con indosso un enorme costume da Topolino: foto! E lì c’è lo store delle M&M’S: foto! E Toys"R"Us: anche lì, foto!
Ora sì che si è vista New York, ed è piaciuta davvero tanto! Così, GLI ITALIANI stanchi per le lunghe camminate, con un bagaglio pesantissimo e una fotocamera che conta ormai centinaia di fotografie, sono pronti per tornare in Italia e, una volta acceso il computer, postare tutto su Facebook!
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