Il ministro Andrea Orlando e la sua riforma della giustizia civile
E' stata breve le trasferta nella città di New York per il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Lo scopo era prima di tutto quello si rendere note le receni riforme approvate in materia di giustizia civile.
Il responsabile del dicastero giustizia è stato impegnato anche in un duplice incontro: uno presso il Consolato Generale d’Italia a New York, dove è stato accolto dal Console generale Natalìa Quintavalle, l’altro presso il raffinato ristorante italiano “Il Gattopardo” dove è stato organizzato dall’Italy-America Chamber of Commerce un incontro alla presenza di un folto numero di economisti, imprenditori e anche avvocati. Ad introdurre la conferenza il vice presidente dell'organizzazione, Cristian Notari (Ceo di Max Mara USA, Inc.)
Arduo il compito del Ministro Orlando: rassicurare gli investitori stranieri che la vexata quaestio della giustizia civile sta trovando una concreta soluzione con le recenti riforme promosse dal suo ministero.
Il ministro ha voluto fare una breve panoramica su quello che è stato, e in parte continua ad essere, il processo civile italiano: un percorso di tutela dei propri diritti costituzionalmente garantiti di cui spesso si conosce l’inizio ma difficilmente la fine. La durata irragionevole del contezioso civile ha visto anche il paese Italia condannato ad esose sanzioni pecuniarie da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo.
La situazione con punte di precarietà ed alquanto complessa della giustizia civile viene posta dal Ministro Orlando come questione primaria nell’organizzazione della sua agenda di lavoro ministeriale.
Prima di tutto, ha spiegato con evidente fierezza il ministro, siamo intervenuti attraverso un’opera di snellimento della geografia giudiziaria, sopprimendo circa 220 sezioni distaccate dei Tribunali, e riducendo quest’ultimi da 166 a 136. Si è anche ridotto drasticamente il numero dei giudici di pace, da 846 a 380. Tutto ciò con il fine di evitare una dispersione di giurisdizione e soprattutto di denaro pubblico.
L’obiettivo del Ministero della Giustizia è stato anche quello di dimezzare gli arretrati.
Questo va fatto attraverso delle apposite corsie preferenziali e potenziando l’istituto della negoziazione assistita, contenuta nel decreto legge n. 132 del 2104, rendendo quindi più agevole ricorrere ai riti sommari e al procedimento di esecuzione forzata.
Un processo civile, quindi, meno farraginoso e più adatto ad una pronta e chiara tutela dei diritti di ogni cittadino.
Il ministro della Giustizia ha anche spiegato, con l’ausilio di slides, come il processo civile telematico sia oramai una realtà: tribunali non più invasi da faldoni di carta quindi ma informatizzati in ogni aspetto riguardante i procedimenti civili.
L’ampia riforma portata avanti dal Ministero della Giustizia ha anche previsto la costituzione dei Tribunali delle Imprese, con procedimenti speciali più celeri rispetto a quelli ordinari e uffici giudiziari formati da magistrati specializzati nel settore.
Com’ è noto, ha illustrato il Ministro, a disincentivare le imprese straniere ad investire in Italia c'è spesso l’eccessiva e irragionevole durata dei processi civili.
Domande interessanti e di addetti al lavoro quelle pubblico presente in sala. Come quella posta dal giornalista de “La Repubblica” Federico Rampini che ha chiesto al Ministro Orlando se è già stata fatta un’indagine volta a visionare la situazione degli investimenti stranieri in Italia prima e dopo la riforma.
Sul punto, il Ministro Orlando ha risposto che l’indagine era stata promossa dal suo predecessore, la Ministra Severino, quindi ha ritenuto essenziale procedere sul solco di riforma a favore delle imprese che già era stato segnato anni prima. Sul tema della continuità di lavoro sul tema giustizia, nonostante l'alternarsi di diversi titolari al ministero (Severino, Cancellieri e Orlando) il ministro è stato, fra l'altro, molto chiaro ed efficace in una risposta al nostro editor in chief, Letizia Airos. "Il lavoro che portiamo avanti è continuo e non in contraddizione. Questo anche perchè dobbiamo rispettare norme europee." ha detto.
Diversa è stata la domanda invece rivolta al Ministro dal giornalista di Milano Finanza Andrea Fiano, ossia di come intende procedere il ministero in materia di class action al fine di tutelare maggiormente la classe dei consumatori. Sulla questione il Ministro ha reso noto come attualmente il Parlamento sia impegnato a discutere un disegno di legge che disciplini ab imis l’istituto della class action, sebbene vi siano ancora resistenze da parte delle imprese.
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