I Tour Antimafia a Palermo dei Giovani di “Addio Pizzo”
La prima tappa è a Capaci, lungo l’autostrada dove il 23 maggio del 1992 una potente carica di tritolo uccise il magistrato antimafia Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, i tre poliziotti della sua scorta. Un luogo-simbolo della recente storia della Sicilia, dove due steli di marmo color granata ricordano il sacrificio del “nemico numero uno della mafia” e l’inizio della “strategia stragista” di Cosa nostra che portò all’uccisione di Paolo Borsellino, agli attentati di Roma, Firenze e Milano.
Meta obbligata per l’associazione “Addio pizzo travel” che ha scelto di far iniziare da Capaci il tour di “primavera pizzo free”: visite guidate, soggiorni in alberghi o bed & breakfast, pranzi in ristoranti, bar e locali tipici dove vivere da “turisti responsabili” i giorni di vacanza a Palermo e dintorni. Le strutture proposte da “Addio pizzo travel” aderiscono tutte alla campagna “Io non pago il pizzo”, la rivoluzionaria iniziativa di negozianti, artigiani, baristi, che si ribellano al racket delle estorsioni.
“Coniugando la bellezza e l’impegno sociale, è possibile infatti presentare un volto nuovo della Sicilia, al di là dei cliché purtroppo molto diffusi, specialmente all’estero” spiegano Dario Riccobono, Edoardo Zaffuto e Francesca Vannini, promotori di “Addio pizzo tour” che in questi giorni stanno girando l’Italia per promuovere la loro iniziativa e hanno già tradotto in tedesco la lista e la mappa dei 400 aderenti. “Le rinomate meraviglie dell'immenso patrimonio culturale, artistico e ambientale del nostro territorio si associano e si affiancano alle realtà di una Sicilia che si fa promotrice di idee e valori positivi e che combatte quotidianamente contro la mafia”.
Così, seguendo uno degli itinerari proposti, il turista che arriva a Palermo può depositare i bagagli al b&b “Atlante” di via Cadorna (“La nostra caratteristica è che utilizziamo per la prima colazione prodotti bio-locali e del Commercio Equo” dicono i titolari, Emilio Ajovalasit e Preziosa Salatino) o al B&B da Noemi di via Francesco Guardione 70, a due passi dal Teatro Massimo (“Lo abbiamo aperto da due anni, avevamo deciso di trasferirci all’estero ma il b&b ci ha fatto restare” raccontano Andrea e Noemi) o al “Fumbi” di via Arimondi, a due passi dalla centrale via Libertà, da dove è possibile fare due passi verso l’enoteca “Buona Sicilia” di piazza don Bosco. Nei dintorni si potranno incontrare le lapidi che ricordano l’uccisione del presidente della Regione, Piersanti Mattarella e quella del giudice Cesare Terranova, assassinati perché sbarrarono la strada a tanti affaristi e mafiosi.
La visita guidata nel centro storico di Palermo prevede il Palazzo dei Normanni (oggi sede del parlamento siciliano) e la Cappella Palatina, la Questura (nella piazza i ragazzi di “Addio pizzo” hanno festeggiato la cattura del capo di Cosa nostra, Bernardo Provenzano, del “re delle estorsioni” Salvatore Lo Piccolo e del giovane boss Nino Nicchi), la Cattedrale, la fontana dei Quattro Canti, Piazza Pretoria, la chiesa della Martorana. Poi pranzo all’Antica Focacceria San Francesco, il cui titolare, Vincenzo Conticello è diventato uno dei tanti simboli di commercianti che si ribellano al racket: ha denunciato, e poi testimoniato in un processo, contro gli esattori del clan della zona.
Un rapido giro a piedi può prevedere l’acquisto delle coppole, il tradizionale copricapo un tempo sinonimo di mafia (“La coppola storta” in via dell’Orologio 25) oppure dei “pigiami-antimafia” presso la Sigma nuova di via Croce Rossa 238 (la fabbrica della moglie e dei figli di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso dopo aver detto no al racket).
Vini, salumi e piatti espressi possono essere consumati pure da “La dispensa dei Monsù” (via Principe di Villafranca 59), dove lo chef Peppe Giuffrè si esibisce nella preparazione della cassata siciliana, o alla “Tavola di Zeus” di via Giusti 31. Oltre alla visita del centro storico di Palermo (il quartiere della Magione, dove è nato e cresciuto il magistrato Paolo Borsellino), il tour prevede anche una tappa a TeleJato di Partinico, la coraggiosa televisione antimafia diretta da Pino Maniaci, un giornalista più volte minacciato di morte dalla cosca dei boss Lo Piccolo e Vitale. Dopo venti minuti di auto si arriva a Cinisi: lì è possibile incontrare Giovanni Impastato, il fratello di Peppino, il giornalista di “Radio Aut” ucciso da Cosa nostra per essersi ribellato al capomafia Gaetano Badalamenti, che prima di essere arrestato negli Stati Uniti, dove poi è morto, dettava legge in paese. A cena, la giornata si conclude nella Pizzeria Impastato.
Una tappa è prevista anche a Corleone, la patria dei capi di Cosa nostra Totò Riina e Bernardo Provenzano, oggi diventata la capitale dell’antimafia: la villa confiscata ai Riina è oggi sede di un liceo mentre a Portella della Ginestra un rudere confiscato è stato trasformato in agriturismo.
Prima di ripartire da Palermo “Addio pizzo travel” suggerisce una tappa alla Libreria del Mare 8 di via della cala 50 o al vicino emporio “Punto pizzo free” di corso Vittorio Emanuele, 172: è possibile acquistare vini, olio, pasta col marchio “Libera-terra”. Tutti prodotti coltivati in aziende confiscate alla mafia.
Ricco il programma delle serate a Palermo.
Tutti i venerdì dalle 19, 30 un gruppo di musicisti palermitani intrattiene su un motopeschereccio ormeggiato in un porticciolo alla Cala gli ospiti con concerti dal vivo. “Il tutto accompagnato da micro delizie orientali e da una superba tempura che stupiranno i vostri palati” raccontano all'Associazione Culturale Scirocco sul "Barcone” in Largo Cavalieri di Malta 2.
Soul, flamenco e jazz, musica popolare siciliana, brasiliana e italoamericana come sottofondo alla cena. Musica dal vivo anche al “Blow up pub” di piazza Sant'Anna, 17, al Basquiat di via Sant'Oliva 20 o al Reloj di Via Pasquale Calvi, 5 dove è possibile accomodarsi al sushi-bar che dà nella grande piazza al coperto di un vecchio loft.
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