“Da settembre a dicembre, una mostra che occupa tutto l’intero semestre!” mi dice subito il Professor Stefano Albertini. Comincia a parlarmim con l’entusiasmo che lo ha sempre contraddistinto, a raccontarmi alcune delle novità su cui, insieme a tutto la staff della Casa Italiana Zerilli-Marimò [2]di cui è il direttore, sta lavorando.
“Non c’è mai stata prima da noi, una mostra per così tanto tempo. Il motivo per cui abbiamo deciso così quest’anno è che fa parte di una più grande esposizione che si svolge alla Grey Art Gallery (museo della NYU) dedicata al neorealismo fotografico.”
Un lavoro di squadra dunque, ed in questa scelta ancora una volta l’acume di un direttore come Albertini, che sa quanto sia importante lavorare insieme. Aprirsi alla città dove vive. Non rimanere chiusi nel proprio circolo di interessi.
“Abbiamo deciso di far parte di questa iniziativa, che già si svolge in altre sedi della città, soprattutto per allargarla, perché in questo modo la mostra farà da contenitore ad una serie di eventi che riguardano il neorealismo.”
Ma come mai la New York University ha deciso per il Neorealismo?
“La mostra era già stata vista in diverse parti d’Europa: Londra, Madrid, Slovenia, ma non era mai arrivata negli Stati Uniti. Una cosa strana, se si considera il successo che il cinema del neorealismo ha avuto in America. E’ stato uno dei primi paesi a riconoscerlo, sia a livello di pubblico che di critica, come un importante momento di svolta nella storia del cinema.”
Anche se il neorealismo cinematografico ha avuto negli Stati Uniti una delle sue culle più feconde, influenzando cineasti come Scorsese, le foto di questa mostra non sono mai state viste qui.
“Il neorealismo al cinema è il primo caso che abbiamo nella storia della cultura mondiale in cui un movimento cinematografico trascina le altre arti. Seguono infatti il neorealismo letterario (per es. Pavese), pittorico (come Guttuso), e soprattutto, quello fotografico, con cui ovviamente c’è il rapporto più stretto.”
Dunque in questo periodo chi va alla Casa Italiana della NYU può ammirare una straordinaria selezione di fotografie. Una piccola, ma significativa, parte della mostra grande che si svolge altrove.
“Abbiamo deciso di concentrarci su foto di scena e poster di film appartenenti alla corrente neorealista. Sono fotografie di scena che sembrano prese dalla realtà.”
“Tutta la mostra prova in maniera inconfutabile quanto ho detto. In primis perché alcuni registi sono anche fotografi, poi perché ci furono una serie di riviste che proponevano i fotoreportage, un nuovo modo di raccontare le notizie con le immagini anziché con le parole. Si proponevano anche di fornire al cinema e ai filmmakers idee, concetti, immagini sulle quali basare i film.
È in questo periodo che si costruisce un nuovo rapporto tra cinema e fotografia, e questo è secondo noi il motivo per cui la Grey Art Gallery ha deciso di fare questa mostra. Gli Stati Uniti sono pronti dal momento che conoscono bene il neorealismo cinematografico, gli mancava questo aspetto per conoscerlo meglio.”
“La mostra alla Casa Italiana è accompagnata da una serie di eventi, proiezioni, tavole rotonde, presentazioni di professori del Dipartimento di italiano della NYU. Ma come ho detto le iniziative si allargano in tante altre sedi della NYU. In altri dipartimenti, non di italiano, che presenteranno delle proiezioni di film della loro cinematografia, dalla iraniana alla spagnola, influenzata dal neorealismo.”
Il vero fil rouge di questa stagione dunque è legato alle iniziative sul neorealismo. Ma naturalmente, circondata da questa atmosfera la Casa Italiana, fondata dalla baronessa Mariuccia Zerilli-Marimò, continua con ospitare e organizzare altri eccellenti eventi.
Potrete partecipare per esempio alla presentazione di nuove traduzioni di classici italiani e libri contemporanei, ad altre di tipo più accademico su tematiche stimolate da professori del dipartimento di italiano. Nuovi eventi poi di teatro, legati alla cucina, ma anche altri invece collaudati e di gran successo come “Adventures in Italian Opera” con Fred Plotkin e “AdDRESSing Style” con Grazia d’Annunzio e Eugenia Paulicelli, "Italian Table Talks"...
Voglio aggiungere una mia nota a questa intervista. Sembra storica ma che non è solo storica. E’ legata al passato ma anche al presente/futuro di questo straordinario e unico luogo che è la Casa Italiana Zerilli-Marimò.
Mariuccia Zerilli-Marimò fondo’ la Casa Italiana alla NYU nel 1990 per onorare la memoria del marito imprenditore Guido conosciuto perché nel dopoguerra, aveva riaperto in collaborazione con un gruppo americano, le distrutte fabbriche farmaceutiche della Lepetit.
La baronessa, coìi la chiamavamo tutti, ha voluto, fondato e poi curato la Casa Italiana fino al giorno della sua scomparsa nel 2015. Lo ha fatto con amore materno per raggiungere un obiettivo: utilizzare il patrimonio che le era stato lasciato per promuovere la cultura italiana negli Stati Uniti, soprattutto tra, con e per i giovani.
Il suo è stato un raro esempio di impegno filantropico. Mariuccia Zerilli Marimò ha poi avuto la fortuna di trovare, con Stefano Albertini, un direttore speciale per la sua casa. Grazie a lui e al lavoro della suo team giovanissimo, l’obiettivo che si era proposta la baronessa continua ad essere raggiunto, giorno dopo giorno.
Persone come me, che hanno conosciuto la baronessa, si accorgono tutte le volte che entrano alla Casa Italiana Zerilli-Marimò; di quanto lei continui ad essere presente,
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NeoRealismo: The New Image in Italy, 1932-1960
On view September 6 - December 8, 2018
Casa Italiana Zerilli-Marimò (24 West 12th Street)
Mon-Fri 10-6
Grey Art Gallery (100 Washington Square East)
Tue/Thu/Fri 11-6; Wed 11-8; Sat 11-5
Per approfondire >> [3]
Source URL: http://iitaly.org/magazine/focus-in-italiano/arte-e-cultura/article/fotografia-e-neorealismo-tra-la-casa-italiana
Links
[1] http://iitaly.org/files/neorealismonyupng
[2] http://www.casaitaliananyu.org/
[3] http://www.casaitaliananyu.org/newsroom/neorealismo-new-image-italy-1932-1960