Gli “Stati generali” – convocati dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale, con cadenza biennale – suggeriscono un’opportunità di raccordo per quanti si spendono in favore della promozione e della diffusione della lingua italiana. La convocazione degli “Stati generali” ha esaurito il novero delle iniziative indette in corrispondenza delle “XVIII Settimana della lingua italiana nel mondo”. La “XVIII Settimana” si è conclusa lo scorso 21 ottobre. Per l'occasione, su impulso della Farnesina e della rete diplomatica che essa coordina, sono stati annunciati più di mille eventi culturali; tutti dedicati al tema de “L'italiano e la rete, le reti per l'italiano”.
Gli “Stati generali” non si riducono, cionondimeno, a un'occasione d'incontro – per quanto strategica – tra diplomatici e funzionari di vario rango, dirigenti scolastici e rappresentanti della società civile. Essi concludono un minuzioso lavoro di indagine condotto da tecnici indicati dal Ministero, opportunamente rivolto allo studio dello “stato di salute” della lingua italiana.
“La diffusione di una lingua è un indice che, seppure indirettamente, misura la percezione della nazione madrelingua, quantomeno dal punto di vista culturale” – rivela la nota introduttiva al Rapporto 2018, così come sottoscritta dal Ministro Enzo Moavero Milanesi.
In un appassionato intervento, Moavero ha poi sostenuto il prestigio sotteso a una lingua storicamente “associata alla bellezza”. Il Ministro ha ripercorso la storia dell'espansione dell'italiano, in passato eletto a “lingua franca” del Mediterraneo. La diffusione dell'italiano può, tuttora, rivelarsi uno strumento di penetrazione in “zone strategiche per la nostra politica estera”.
Senz'altro, la lingua è un vettore diplomatico di primo rilievo. Per sua stessa natura, istituisce connessioni tra civiltà; consente l'incessante riproduzione dei flussi commerciali. In un senso più ampio, definisce il primo spazio geografico entro cui può dispiegarsi l'interesse di una nazione.
Oggi, la diplomazia non può ritenersi prerogativa esclusiva delle cancellerie di Stato. In un mondo divenuto “sistema”, essa non può che esercitarsi attraverso la combinazione sincronica di autorità e cooptazione. L'esercizio della diplomazia richiede, pertanto, un'intelligente mobilitazione di risorse materiali e immateriali, hard e soft. Ne va da sé che la diplomazia tradizionale rappresenti solo una delle dimensioni che le relazioni internazionali possono assumere: sempre più spesso, infatti, la politica ricorre all'assistenza delle reti commerciali e degli agenti culturali. L'Italia può dimostrarsi capace di assurgere al ruolo di superpotenza culturale, attraverso la promozione integrata del suo patrimonio di eccellenza.
A tal proposito, i dati divulgati appaiono incoraggianti. Al principio della sessione introduttiva, li riporta al pubblico Vincenzo De Luca, capo della Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese. L'italiano è la quarta lingua più studiata al mondo. Supera il francese, poiché si rivolge a una comunità composta da più di due milioni di studenti. Nel corso dell'ultimo anno, tra i fruitori dell'italiano all'estero, si è registrato un ulteriore incremento, complessivamente stimato al 3,85%.
La condizione di assoluta vitalità di cui gode la lingua italiana è ben descritta nel fascicolo curato dal Ministero degli Affari Esteri e distribuito ai partecipanti alla seduta. Il rapporto, dall'eloquente titolo “L'italiano nel mondo che cambia”, è disponibile presso il sito web del Ministero. Al contempo, la casa editrice dell'Accademia della Crusca ha pubblicato un testo intitolato “L'italiano e la rete, le reti per l'italiano”. Il libro – curato da Giuseppe Patota e Fabio Rossi, entrambi intervenuti agli “Stati Generali” – è stato diffuso gratuitamente, in formato elettronico, nel corso della stessa “XVIII Settimana”.
I lavori degli “Stati generali” si sono articolati in due sessioni plenarie. La prima sessione – esauritasi, prima di pranzo, nella recitazione di un testo curato da uno studente della Scuola Holden – è stata dedicata al tema de “L'italiano nella rete e nei social media”. A essa, tra l'altro, hanno contribuito rappresentanti di Facebook e di Google. Molto applaudito è stato l'intervento di Stefano Bartezzaghi, giornalista, scrittore e cultore di semiotica.
La seconda sessione ha interessato, invece, “Le reti dell’italiano nel mondo”. Ai lavori, hanno partecipato accademici ed esponenti della società civile. I relatori sono stati invitati a testimonianza della sopravvivenza delle “reti fisiche”, tuttora impegnate nella difesa e nella valorizzazione del patrimonio linguistico italiano. Non sempre, tali reti soccombono dinanzi al dirompente avanzamento dei social media. Più spesso, esse dimostrano di integrarsi con le piattaforme informatiche che le ospitano, suggerendo esempi virtuosi di complicità. Tra i momenti più significativi, non possono che menzionarsi gli interventi di Piero Bassetti – Presidente di “Glocus et Locus”, nonché teorico dell'italicità – e di Lila Azam Zanganeh. La scrittrice di origini iraniane si è profusa in un caloroso elogio della lingua e della cultura italiana.
Le conclusioni degli “Stati Generali” sono state affidate al Sottosegretario agli Affari Esteri, Guglielmo Picchi. L'epilogo di Picchi è stato preceduto dalla divulgazione dei rapporti curati dai tre “gruppi di lavoro” selezionati dalla Farnesina, in merito alle possibili strategie di promozione della lingua italiana all'estero.
Il giorno seguente, i partecipanti agli “Stati Generali” sono stati ricevuti dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’udienza si è svolta presso il Salone delle Feste del Palazzo del Quirinale, alla presenza del Ministro degli Affari Esteri Enzo Moavero Milanesi e del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Il Presidente ha rivolto i suoi ringraziamenti alle “numerose associazioni della società civile e a tutte le istituzioni pubbliche e private coinvolte nell’insegnamento dell’italiano”. Il Presidente ha lodato il lavoro di analisi coordinato dal Ministero. Ha espresso sincera soddisfazione per i risultati raggiunti, pur auspicando “uno scatto in più che veda una presenza in rete dell’italiano più capillare, attraente e innovativa”.
A conclusione del suo intervento, il Presidente Mattarella si è trattenuto con i partecipanti. Ha ascoltato con interesse le testimonianze di quanti gli si sono avvicinati. L'udienza al Quirinale – un unicum nella storia degli “Stati Generali” – è forse la più solenne conferma dell'interesse delle istituzioni della Repubblica in favore della promozione della lingua italiana all’estero. D'altronde, come ha asserito lo stesso Mattarella: “Non si tratta soltanto di tutelare una ricchezza incastonata nella storia, ma di far vivere un patrimonio vivo, pratico, multiforme, con articolazioni che spaziano dai registri più alti agli usi più quotidiani e comuni”.
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L'evento è organizzato dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, l'Accademia della Crusca, la Società Dante Alighieri e l'Ambasciata della Confederazione Elvetica. Il tema prescelto è lo stesso della XVIII Settimana della Lingua Italiana nel mondo (15-21 ottobre)
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