“Il nostro paese è ospite dell’ultima cena di Stato del presidente Obama: è un fatto simbolico, non personale, è il riconoscimento da parte del nostro amato e principale alleato di quanto può essere forte un’amicizia, un rapporto”.
Così si è espresso il presidente del Consiglio Matteo Renzi, durante il suo intervento agli Stati Generali della Lingua Italiana a Firenze, in merito al prestigioso invito all’esclusivissima ultima “State dinner” del Presidente degli Stati Uniti d’America che si terrà domani 18 ottobre.
Prima di Renzi altri tre presidenti del consiglio italiani hanno avuto l’onore di presenziare alla cena. Il primo fu Giulio Andreotti nel 1977 invitato da Jimmy Carter. Il leader democristiano fece poi il bis il 6 maggio 1990 su richiesta di George Herbert Walker Bush. Nel 1998 fu la volta di Romano Prodi ospite di Bill Clinton. Di particolare rilievo è stata anche la partecipazione di Silvio Berlusconi, il 13 ottobre 2008, alla “Official dinner” di George W. Bush, il convivio finanziato direttamente dal presidente degli Stati Uniti.
La “State dinner”, così come l’ “Official dinner”, sono tra gli eventi più importanti nell’ottica del simbolismo diplomatico americano. La cena che si svolge tradizionalmente nella “State dining room” della Casa Bianca [2], segue un protocollo formale molto rigido ed istituzionale ma Barack Obama [3] e la first lady Michelle non hanno rinunciato allo spirito anticonformista che li ha sempre contraddistinti, invitando per esempio la rock star Gwen Stefani come ospite musicale della serata.
La delegazione italiana scelta da Matteo Renzi (accompagnato dalla moglie Agnese Landini), per questa storica occasione non ha mancato di scatenare accese polemiche. La scelta è ricaduta su alcuni protagonisti di spicco, simboli dell’eccellenza italiana come lo stilista Giorgio Armani, il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone, i premi Oscar Roberto Benigni [4] e Paolo Sorrentino [5], la campionessa paralimpica Bebe Vio, la direttrice del Cern Fabiola Gianotti, la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini, la cui isola è recentemente sotto i riflettori internazionali grazie al documentario di Gianfranco Rosi ‘Fuocoammare’, film rappresentante l’Italia per l’Oscar al miglior film straniero 2017, e la curatrice del dipartimento di Architettura e Design del Moma Paola Antonelli [6].
Incredula la reazione della campionessa di scherma Bebe Vio che tramite il suo profilo Facebook ha esternato tutta la sua meraviglia: “Quando ho ricevuto l’invito per la cena di Obama ho pensato ‘sono su scherzi a parte’! Una volta capito che era tutto vero il mio primo pensiero è stato ‘Oddio cosa mi metto?!?’ Allora ho chiesto aiuto a Maria Grazia Chiuri, la nuova boss di Dior…”.
Particolarmente criticata è stata la scelta di invitare Benigni per il suo palesato schieramento in favore del Sì al referendum sulla Costituzione. Il capogruppo alla Camera di Forza Italia Renato Brunetta si è scagliato contro Renzi con un tweet al veleno: “Cena per il Sì al referendum. Che squallore”. Dello stesso avviso il leader del Caroccio Matteo Salvini: “Cena a base di barzellette sulla guerra contro la Russia? Chissà che risate, e chi se ne frega della Guerra Mondiale che queste menti malate ci stanno facendo rischiare, attaccando Putin e finanziando estremisti islamici, primavere arabe e immigrazioni senza precedenti. Sono preoccupato”. A favore invece della scelta di portare Benigni alla cena, la dem Laura Garavini che ha affermato: “La cena darà lustro alle eccellenze italiane: ma il capogruppo di Forza Italia Brunetta, non si sa perchè, la vede come uno spot per il Sì al referendum, e come una cosa squallida. Sara mica invidioso?”
Un’altra eccellenza italiana è stata scelta per la serata da Barack e Michelle Obama, il rinomato chef italiano Mario Batali. Attento supervisore del menu della cena proprio la first lady che ha richiesto dei piatti che rappresentino la tipica tradizione culinaria italiana cucinata però con prodotti americani.
“Nessun piatto che possa spiazzare qualcuno”, ha raccontato Batali. “Le pietanze sono tutte ispirate alla cucina italiana, in modo semplice e riconoscibile, ma ciascun piatto avrà qualcosa di sorprendente. E userò quasi al cento per cento prodotti americani”.
Importanti ed attuali le tematiche che si prevede saranno al centro dell’incontro come la questione siriana, il terrorismo, i difficili rapporti tra Nato e Russia, punti di tangenza e di stretta alleanza tra i due paesi. “L’Italia è uno dei più stretti alleati degli Stati Uniti, partner fondamentale soprattutto sul fronte della politica di sicurezza”, ha infatti dichiarato il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, annunciando la visita di Renzi.
L’invito all’ultimo incontro ufficiale di Obama prima delle elezioni è una forte testimonianza del forte legame diplomatico che lega L’Italia e gli Stati Uniti e lo stesso presidente del Consiglio non ha mancato di sottolinearlo in tutte le sue recenti apparizioni pubbliche. “C’è un rapporto molto forte tra USA e Italia. Obama ha detto che questo rapporto conosce oggi il livello più alto della sua storia, cosa che ci inorgoglisce e che corrisponde a verità. Mai come in questa fase l’Italia vede gli USA come un punto di riferimento della nostra amicizia internazionale e delle possibilità di crescita dal punto di vista economico”, così si è espresso Renzi lo scorso lunedì parlando alla Camera in vista del Consiglio Europeo del 20 e 21 ottobre.
La missione del premier a Washington ha anche lo scopo di entrare in contatto con la prossima possibile amministrazione, se Hilary Clinton dovesse risultare vincente alle elezioni di novembre. Mercoledì Renzi parteciperà ad un piccolo pranzo fuori dal programma ufficiale, con interlocutori vicini alla campagna di Hilary, organizzato in collaborazione con il Center for American Progress, think tank fondato da John Podesta, l’italo-americano un tempo a capo dello staff della Casa Bianca durante la presidenza di Bill Clinton.
Il presidente del Consiglio ha pubblicamente preso posizione a favore della candidatura di Hilary, “Ti aspetto come first husband al G7 del prossimo anno in Italia”, aveva entusiasticamente dichiarato Renzi. L’incontro con Hilary potrebbe riportare al centro l’ipotesi di ricostituire un’alleanza tra i leader progressisti sul modello della “terza via”, per contrastare i populismi sulle due sponde dell’Atlantico, con Renzi e il premier canadese Trudeau come campioni della nuova generazione sostenuti dalla presidenza Clinton.
Fitta l’agenda d’impegni di Matteo Renzi durante questa trasferta americana che inizierà stasera con una cena privata nella residenza dell’ambasciatore Armando Varricchio e proseguirà domani con l’incontro con Obama, la conferenza stampa congiunta, un pranzo al dipartimento di Stato offerto dal vice presidente Biden e dal segretario Kerry, e la “State dinner”. Mercoledì mattina Renzi terrà un discorso presso la John Hopkins University, visiterà il cimitero di Arlington e prima di ripartire parteciperà al ‘pranzo ristretto’. Washington vuole sostenere il premier anche nel referendum, ma lo ha sollecitato a non dimettersi, qualunque sia il risultato. Obama spera anche di poter fare un ultimo tentativo per far passare il trattato sul commercio con L’Europa TTIP prima della fine del suo mandato e conta particolarmente sull’aiuto dell’Italia.
Source URL: http://iitaly.org/magazine/focus-in-italiano/fatti-e-storie/article/matteo-renzi-alla-state-dinner-del-presidente
Links
[1] http://iitaly.org/files/renzieobamaallacasabiancajpg
[2] https://www.whitehouse.gov
[3] https://www.whitehouse.gov/administration/president-obama
[4] https://en.wikipedia.org/wiki/Roberto_Benigni
[5] https://en.wikipedia.org/wiki/Paolo_Sorrentino
[6] https://en.wikipedia.org/wiki/Paola_Antonelli