L’uscita di un nuovo libro, romanzo, saggio, diario, poesie, raccolta di articoli, raccolta di fotografie è diventato un fatto mondano, una cerimonia aperta al pubblico e frequentata in genere dagli amici dell’autore. Cerimonia celebrata da officianti specializzati, persone capaci di divagare sui temi esposti nel libro, esprimendo elogi tesi a promuovere le vendite del libro. Agli elogi si aggiunge in genere la lettura di brani del nuovo libro fatta da parte di persone che, con voce ben impostata, intensificano la comunicazione dei sentimenti e delle emozioni espresse nella pagina scritta.
Abituata ai riti di cui sopra, spesso noiosi e ripetitivi, appena sono usciti i manifesti che annunciavano, per il 13 febbraio 2014, una strana coppia: uno storico e giornalista, Paolo Mieli ed I Solisti Aquilani, mi sono chiesta cosa dovessero fare tutti insieme.
Ebbene, hanno presentato un libro I conti con la storia, con immagini e musica. Una novità a livello nazionale, inaugurata a L’Aquila, come simbolo di rinascita e crescita, nel futuro della città e della sua cultura. Una sorta di nuovo spettacolo teatrale, realizzato con proiezioni di filmati di fatti storici, intervalli musicali e la voce di Paolo Mieli che esponeva con pacatezza alcune idee fondanti del libro, il pensiero di uomo di buona cultura di origine classica.
Scorrono immagini dei principali personaggi della storia del XX secolo, da Luigi Pirandello, Gabriel d’Annunzio nella spedizione di Fiume, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, Mussolini e Hitler con relative parate militari e campi di sterminio. E poi guerra e dopoguerra, prima e seconda repubblica, da Luigi Einaudi, Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, ai protagonisti della politica di tempi più recenti, Giulio Andreotti, Amintore Fanfani, Aldo Moro, Enrico Berlinguer, Brigate Rosse, Bettino Craxi, Marco Pannella, Emma Bonino, e così via fino ai tempi d’oggi.
Non questi, però, i soli personaggi in scena. Nel montaggio del filmato erano abilmente mescolate immagini di Ulisse che si fa legare all’albero della nave per resistere alla tentazione del canto delle sirene, della sua discesa nell’Ade per incontrare l’indovino Tiresia, ed immagini dalla Divina Commedia, i dannati dell’inferno, il passaggio del Leté, i salvati in Paradiso.
Difficile dare da soli un senso alla intelligente commistione di immagini, sempre suggestive. Per questo ci è stata la pacata parola di Paolo Mieli, che ha svolto un tema presente nell’Odissea e nella Divina Commedia, quello di un particolare uso della memoria, l’oblio, voluto accantonamento di fatti ed esperienze.
L’oblio, un sano e volontario processo di purificazione e liberazione, necessario per superare traumi sia personali che storici e per procedere serenamente nella vita. Dannoso, invece, quello fatto di improvvisi voltafaccia e cambiamenti di bandiera, tanto frequenti in Italia nei passaggi storici da un’epoca ad un’altra, quando tutti rinnegano il proprio passato politico, ciecamente trascinando nel tempo gli errori del passato, incapaci di ammetterli esplicitamente per tentare di superarli e procedere nel progresso civile e democratico.
Complesso e ricco di esempi il discorso di Paolo Mieli che si è concluso con una spiritosa serie di frasi di Umberto Eco, ispirate dall’idea di “politicamente corretto”.
I Solisti Aquilani, anch’essi protagonisti della serata, hanno suonato brani di P. Catalano, T. Albinoni, D. Shostakovich, E. Morricone e B. Bartok, che hanno intensificato e reso memorabili i contenuti delle parole e delle immagini