Tutti i cittadini hanno parità sociale e sono uguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”.
Dall’articolo 3 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Con queste parole, sulle struggenti note di “Mi votu e mi rivotu”, la canzone che l’artista siciliana Rosa Balistreri dedicò al suo mare, interpretata dai Sun, inizia il viaggio che conduce alla scoperta dell’Anfe, l’associazione impegnata, da ben 65 anni, nell’ambito delle politiche migratorie.
E proprio le parole dell’articolo 3 della Costituzione italiana, che aprono il film, hanno ispirato gli autori nella scelta del titolo, “Pane e pregiudizio” che, ottimamente, sintetizza due tra i capisaldi delle battaglie condotte dell’Anfe, in nome e per conto dei cittadini italiani, a tutte le latitudini: dagli Stati Uniti, al Sud America, all’Australia, senza dimenticare l’Europa e la martoriata Marcinelle o l’altrettanto martoriata – seppure per diverse ragioni – L’Aquila.
Il pane, logica e prassi del sostentamento, è il motivo per cui si è disposti a reinventare le proprie memorie, cambiando vita e luogo dove viverla; il pregiudizio è l’ostacolo non sempre sormontabile, capace troppo spesso di renderle amare, le nuove memorie, o peggio ancora di trasformarle in dolorosi ricordi di apolide.
“Pane e pregiudizio” è un film-documentario che la regia di Giovanna Taviani organizza in percorso, un viaggio, appunto; una traversata lungo le rotte dell’emozione, dove i punti di riporto, le tappe, sono le testimonianze, le narrazioni, le preziosissime immagini di repertorio e gli altrettanto preziosi contributi audio-video dell’Istituto Luce, il tutto in un contesto filmico dove si impongono la qualità della fotografia, del montaggio e della colonna sonora.
Nocchiere di questo viaggio è Gaetano Calà, oggi direttore generale dell’Anfe e ideatore del soggetto, al quale, nel film, viene affidato il compito di raccogliere, organizzare e distribuire tutte le emozioni raccolte nel corso della traversata: la nascita dell’Anfe, il suo percorso di sviluppo, il carisma della fondatrice Maria Federici (magistralmente interpretata, nel doppiaggio, dalla poetessa Lidia Riviello), il continuo rapporto tra passato e futuro, non tralasciando il presente, con i contributi della realtà di oggi, che spaziano dalle riflessioni di alcuni ragazzi di un liceo, alla scrittrice e ricercatrice italiana di origini somale, per arrivare al nocciolo della questione: le nuove migrazioni.
Oggi i nostri connazionali espatriano portando con sé un patrimonio tecnico, scientifico e umano purtroppo inesprimibile nel nostro Paese mentre, al contempo, assistiamo alle diaspore che conducono in Italia tantissime persone perfettamente in grado di rappresentare quello che, appena ieri, eravamo noi.
Sarà fondamentale comprendere se siamo – o saremo mai – in grado di garantire a costoro il pane, evitando loro il pregiudizio.
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IL FILM
Da un'idea di Gaetano Calà
Sceneggiatura Giovanna Taviani
con la collaborazione di Luca Vullo
Ricerche d'archivio Gabriele Scardino
Fotografia Alessandro Ghiara (aitr)
Assistente operatore Martin Foglia
Suono Ivano Mataldi
Musiche SUN - Diego Spitaleri
Voce di Maria Federici Lidia Rivello
Montaggio Luca Gasparini (amc)
Montaggio del suono e mix Giancarlo Rutigliano
Consulenza storico-scientifica Marcello Saija
Direttore di produzione Stefania Balduini
Ispettore di produzione Piernicola Pinnola
Delegata di produzione Anfe Elisabetta Briguglio
Produttore esecutivo Amedeo Bacigalupo per Nuvola Fim
Regia Giovanna Taviani