Che, dopo Sandy, New York fosse paralizzata, e che molte zone del New Jersey fossero allagate e senza elettricità, chi non lo aveva vissuto da vicino o su Internet, lo aveva saputo fin da subito da giornali e telegiornali. Spiegavano come la metropolitana fosse completamente fuori uso per via dell’acqua piovana che si era insinuata nei cunicoli e come la parte più a Sud dell’isola di Manhattan fosse priva di energia elettrica. Si sono viste poi immagini girate ad Atlantic City, NJ dove l’acqua del mare superava il boardwolk e il violento sventolio delle bandiere agitate e sconvolte dal vento che soffiava fortissimo. E poi Time Square deserta mentre sentivamo, attraverso i microfoni, il soffio cupo del vento.
Gli interventi dei soccorritori, in queste zone colpite da Sandy, sono stati tempestivi: a pochi giorni di distanza dall’uragano alcuni tratti della metropolitana erano già stati rimessi in funzione, contemporaneamente Hoboken, NJ cominciava ad essere liberata dall’acqua mentre i soccorritori aiutavano la popolazione a riordinare le strade. Oggi l’energia elettrica è di nuovo a disposizione dei più: sono ormai poche le zone e le abitazioni non ancora illuminate. In generale, la vita dei cittadini sembra aver ripreso il suo corso usuale quasi ovunque.
Tra le zone più colpite dall’uragano abbiamo anche Rockways, una penisola a sud del Queens, dove gli aiuti hanno tardato ad arrivare.
E' in questa zona che un gruppo di ragazzi, armati solo dei loro computer e di tanta voglia di aiutare, ha deciso di andare a portare il proprio aiuto.
La mattina di giovedì 1 Novembre, Graziano Casale, un giovane trentenne italiano che da qualche anno vive a Hoboken, si sveglia con un’irrefrenabile proposito di “fare qualcosa per aiutare…subito!”. Come tutti noi ormai oggi va su Internet, ma non riesce a trovare nulla che soddisfi il suo desiderio di collaborazione attiva e immediata.
Allora pensa di utilizzare il più diffuso mezzo di comunicazione che utilizza le community di oggi: Facebook. Scrive sulla sua bacheca: “I'm available to help organize any kind of fundraising hurricane relief! Please contact me in private if you have some idea you want to share! We should all help!!”. Subito risponde al post la sua amica Alina Gershman
“Would like to help as well. Let me know if you come up with something”. Detto, fatto, i preparativi cominciano e nell’arco di poche ore cresce un’iniziativa che è rimbalzata di wall in wall sulla rete.
“Alle 9:30pm di giovedì 1 novembre creiamo l'evento su Facebook e la pagina www.fundly.com [2] in cui spieghiamo che gli abitanti di Rockways avevano bisogno dell’aiuto di tutti subito e invitiamo tutti a donare per ciò che possono. All'1am avevamo già messo insieme 1600 dollari” ci racconta Graziano con entusiasmo, “la mattina successiva toccavamo i 2,000 dollari, la sera 3,000, il sabato mattina 4,000!
Tutti i miei amici hanno risposto in maniera formidabile all’appello che io e Alina avevamo lanciato. Anche diverse aziende italiane hanno dimostrato grande solidarietà: Lurisia ha donato 1600 bottiglie d’acqua da 1 litro, Smeraldina 3200 bottiglie da 500ml, quelli di Ferrarelle ci hanno contattato per comunicarci di voler donare un intero camion pieno di bottiglie d’acqua… L’essere umano, quando vuole, è un meraviglioso!”.
Di certo Graziano ed Alina non avrebbero potuto immaginare una tanto massiccia partecipazione al loro progetto: la notizia dell’iniziativa nata su Facebook si diffonde velocemente. Moltissimi sono riusciti ad essere nelle condizioni di offrire ad una popolazione messa in ginocchio dall’uragano, tutti i generi di prima necessità: cibo, acqua, coperte, vestiti, biancheria, pannolini, torce a pile, guanti da lavoro… A Rockways c’è bisogno di tutte queste cose!
In tanti, tantissimi, sono stati non solo coloro che hanno donato dei soldi o della benzina o del cibo o dei vestiti, ma sono stati anche coloro che, sabato 3 e domenica 4, a Rockway sono andati di persona ad aiutare, Etie Khan, Ivy Mahscio, Amit-Z Ben, Dario Ferraro, Anthony Marotta, Rosa Daza, Katusha Avez, Lisa Capezzuoli, Aurore Quercy sono solo alcuni dei ragazzi che hanno visto dal vivo Rockways, che di persona hanno sentito le richieste d’aiuto degli abitanti. E hanno postato su Facebook centinaia di fotografie: strade coperte di fango, case e automobili distrutte, cumuli di oggetti trascinati dalla furia dell’uragano e cumuli di oggetti accantonati dai cittadini sui cigli delle strade, E tante persone davanti ai camion che tendono le mani verso i ragazzi che finalmente sono arrivati ad aiutarli… questa era ma è ancora Rockways.
Continua il tempo di aiutare e di donare: a Rockways c’è chi non ha più nulla e, tra l’odore delle macerie, deve ripartire da zero. Per questo Graziano, Alina, e le altre, tantissime, persone coinvolte in questo turbine di solidarietà chiedono ancora di donare. E’ un posto dove manca ancora l’energia elettrica e dove i soccorsi statali non sono ancora efficienti, il freddo è pungente. C’è ancora urgenza di vestiti, di coperte, di torce, di pannolini.
Rockways ha ancora bisogno di questi ragazzi che non si tirano indietro e domenica 11 Novembre saranno lì per la terza volta a disposizione chi ha veramente bisogno di loro.
Fino ad oggi, grazie all’aiuto di centinaia di persone e di decine di aziende, Alina e Graziano sono riusciti a mettere insieme quasi 8000 dollari. E’ importante continuare a lasciarsi contagiare da questa esplosione di solidarietà: chiunque volesse fare una donazione può farlo cliccando qui [3]http://fundly.com/people-in-the-rockaways-need-your-help [3]. Può anche contattare Graziano e Alina agli indirizzi di posta elettronica [email protected] o [email protected]
Non è mai troppo tardi per donare… Siamo ancora in tempo per Rockways.
Source URL: http://iitaly.org/magazine/focus-in-italiano/fatti-e-storie/article/rockaways-dare-chi-ha-bisogno
Links
[1] http://iitaly.org/files/34795sandy81352269057jpg
[2] http://www.fundly.com
[3] http://fundly.com/people-in-the-rockaways-need-your-help