“Che noia, che barba. Che barba, che noia!” E già, Sandra era proprio stufa di continuare a recitare sul palcoscenico della vita senza il suo Raimondo. Niente era più come cinque mesi fa. Quando la sua spalla comica, il suo confidente, il suo amico e amante per cinquant’anni è andato via facendo da apripista. Forse l’ha raggiunto in un comodo lettone lì, sulle nuvole, a brontolare come di consueto in “Casa Vianello”. A scalciare sotto le lenzuola mentre il marito complice col sorriso beffardo fa capolino da un giornale.
Nell’immaginario collettivo era la coppia perfetta: sempre insieme davanti e dietro i riflettori. Sempre mano nella mano anche quando la malattia aveva costretto Sandra a stare su una sedia a rotelle. Inferma, ma mai vittima. Ormai anziana, ma mai triste. E col sarcasmo di chi ha calcato le scene di un pezzo di storia della televisione italiana, quella donna “tutta pepe” è entrata nelle case dei suoi spettatori. In punta di piedi. Era una di famiglia, lei. L’emblema della moglie devota e un po’ rompiscatole che trattiene le briglie del consorte pronto a scalpitare per signorine più giovani, nella fiction. Il simbolo di una routine coniugale fatta di simpatici battibecchi e tanta tenerezza, in privato.
Caschetto liscio biondo, occhiali vintage per nascondere con lenti scure e sfumate uno sguardo arguto color smeraldo. Zigomi alti e fieri sopra una bocca disegnata di rosso. Sandra si fa notare molto presto dal jet set debuttando a soli 18 anni al Teatro Olimpia [2] di Milano nella commedia "Ghe pensi mi" di Marcello Marchesi, con Tino Scotti e Franca Rame. Approda al cinema all’inizio degli anni Cinquanta, ma è il piccolo schermo a consacrare il suo successo. Nel 1954, primo giorno delle trasmissioni Rai, Sandra è nel programma “Settenote” subito dopo la famosa video sigla.
Con i ruoli buffi Sandra si avvicina anche al mondo dei bambini. Dall’avanspettacolo trae il personaggio di Cutolina a cui aggiunge quello di Pinuccia nel programma “Fortunatissimo” condotto da Mike Bongiorno. Attrice con Renato Rascel, soubrette, valletta nei primi quiz televisivi, volto delle pubblicità di Carosello. Nel ’58 conosce Raimondo con il quale esordisce a teatro in “Sayonara Butterfly”, parodia dell'opera di Giacomo Puccini.
Nel 1961 Sandra incanta tutti con la sua brillante ironia nella conduzione di "Canzonissima": lei e Paolo Poli sono i "bambini terribili" Filiberto e Arabella in sketch esilaranti. Ma è nel ‘64 che Sandra collauda in pubblico le sue gag matrimoniali al fianco di Corrado nel programma “La trottola”.
Cavalca l’onda dei gloriosi anni Sessanta, alternandosi fra cinema, tv, teatro e varietà radiofonici. La Mondaini colpisce con la lama della satira i vizi e le virtù della gente, dissacra con una risata i grandi nomi del tubo catodico ancora in bianco e nero. E fa divertire: questo è il suo mestiere, questa è la sua natura. Non risparmia una parodia alla mitica Mina, un amichevole sberleffo anche per la Carrà.
Affina il suo estro con artisti come Walter Chiari e Pippo Baudo e consolida il sodalizio con il marito Raimondo. I due funzionano a tal punto da essere inseparabili, nella vita come in telecamera.
Chi ricorda gli anni Settanta non può dimenticare lo spettacolo “Noi... no!” dove Sandra incide la sigla del programma “Ma quant'è forte Tarzan”.
Comica al punto giusto senza essere ridicola Sandra veste i panni di Sbirulino, il clown con naso rosso che ricalca il pagliaccio Scaramacai interpretato dall’attrice Pinuccia Nava. Con il viso coperto di trucco bianco, un papillon e una bombetta sulla testa la Mondaini tira fuori la sua vena infantile e conquista il cuore di adulti e piccoli con quella vocina flebile e adorabile dell’innocenza.
E che sia uno scherzo del fato o semplice fiuto per l’audience, nel 1977 la coppia Sandra-Raimondo trova la sua collocazione ideale nel varietà abbinato alla Lotteria di Capodanno “Io e la Befana” con scenette umoristiche che fanno presagire la svolta, il preludio della stravincente formula “Casa Vianello”.
Bisogna attendere infatti la fine degli anni Ottanta per vedere sui canali della tv commerciale della Fininvest la sit-com più popolare e longeva della storia della televisione italiana: per ben 16 serie e un totale di 343 episodi, la signora e il signor Mondaini aprono le porte della loro casa-set a tutti gli italiani. Che per oltre vent’anni sbirciano nella quotidianità domestica dei due attori, tanto bravi da sembrare reali, tanto professionali da non distinguere il confine fra verità e fiction.
Erano loro ogni sera a dare la buona notte agli spettatori, a ironizzare sulle vicissitudini di una giornata bizzarra. A far sapere alla gente che dopo tutto ciò che conta è addormentarsi con la persona amata.
E allora buona notte, Sandra e Raimondo, riposate in pace. Questa volta siamo noi a rimboccarvi le coperte.
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[1] http://iitaly.org/files/mondaini-vianello1285190946jpeg
[2] http://www.teatro-olympia.com