Il 10 Aprile 2009 è stato giorno di lutto nazionale in Italia, un venerdì Santo che mai nessuno si sarebbe aspettato di vivere in questo modo. Le vittime del terribile terremoto che ha sconquassato l’Abruzzo hanno ricevuto le esequie funebri,presso il cortile della caserma della Guardia di Finanza di Coppito, ad un passo da L'Aquila. Il rito religioso è stato concelebrato dai vescovi della città, guidati dall'arcivescovo Giuseppe Molinari e presieduto dal Cardinal Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano inviato dal Papa Benedetto XVI.
Si è rinnovato così un dolore che resterà vivo per chissà quanto tempo. Toccante la commozione percepita durante la cerimonia, unita alla compostezza di chi ha scelto di soffrire in silenzio. Moltissime persone sono arrivate anche dai centri vicini per assistere ai funerali e chi non piange nessun caro scomparso si sente fortunato ad aver "solo perso tutto". Le comunità di San Demetrio, Filetto [2], Pescomaggiore, Monticchio, San Gregorio, Casentino, San Pio delle Camere, Camarda, Tempera, Paganica [3], Bazzano, Poggio Picenze [4], Sant'Eusanio, Villa Sant'Angelo, benchè gravemente danneggiate, hanno risentito di meno del sisma e si sono strette in un lungo e mesto abbraccio a tutte le vittime del terremoto.
L'attenzione, al momento dei funerali, era tutta per le 205 bare disposte sul terreno, scure e molte bianche, con i bambini che “non ce l’hanno fatta”, vicine o addirittura disposte sopra a quelle della mamma o del papà. Quasi a voler simboleggiare un eterno abbraccio tra genitori e figli uniti da un tragico destino.
Alle esequie molte autorità che hanno voluto tendere omaggio alle vittime: il presidente Napolitano, il premier Berlusconi, i presidenti di Camera e Senato, Fini e Schifani, il ministro dell'Interno Maroni e il sottosegretario Letta. Presenti anche il segretario del Pd Dario Franceschini, l'ex presidente del Senato Marini, Fassino e l'ex presidente Ciampi. Anche il Papa ha espresso il suo cordoglio implorando il riposo eterno delle vittime, la pronta ripresa dei feriti e per tutti il coraggio di continuare a sperare senza cedere allo sconforto.
Sono però tante le polemiche apparse sui quotidiani e telegiornali italiani nei giorni successivi al sisma. Ci si chiede "perchè la Casa dello Studente si è accartocciata su se stessa? Come mai l'ospedale cittadino, inaugurato nel 2000, non ha resistito alle scosse sismiche? Come è possibile che la Prefettura è crollata?
In particolare il quotidiano “La Repubblica” [5] si pone domande e prova a rispondere ai tanti interrogativi nati dall’amarezza di questi giorni. Dalle inchieste condotte emerge che le costruzioni non “erano a norma di legge”. Secondo i tecnici si è edificato su un terreno “in pendenza”, in gergo “incoerente”. Gli specialisti dichiarano che “i crolli non sono frutto di malasorte, ma di incurie ben precise” e che “i palazzi non sono crollati a causa del terremoto, ma si sono accartocciati su se stessi perché non a norma di legge”. A pronunciarsi è Ermanno Lisi, Assessore Comunale ai lavori pubblici de L’Aquila, sostenendo che “in molti casi il cemento armato negli edifici non c’era” e che “le barre metalliche all’interno dei pilastri di ferro erano troppo distanti l’una dall’altra, mezzo metro” e che c'erano “pilastri da 30 centimetri per 60, invece che da 80 per 80” nelle costruzioni.
Ancor più dure sono le dichiarazioni rilasciate al quotidiano "La Repubblica" da Paolo Buzzetti, presidente dell’Ance [6], Associazione Nazionale Costruttori Edili secondo il quale “il cemento armato, anche se aggravato da sollecitazioni e spinte, se fatto a regola d’arte, deve reggere”. Paolo Clemente, ingegnere della task force della Enea [7]-protezione civile, sostiene che quel cemento “non era di qualità” e dunque “incapace di assorbire e sprigionare energia”, per questo si sarebbe “sbriciolato non appena investito da una forte accelerazione”. Fa riferimento alla sabbia come elemento utilizzato dai costruttori. Non sabbia di cava, adatta ad essere impastata col cemento, ma sabbia di mare, piena di cloro e impurità e per questo capace di corrodere il ferro. L’ingegnere conclude che si può risparmiare dal 30 al 60% con questa modalità di lavoro.
Le inchieste aiuteranno a far luce su questa tristissima vicenda perchè è necessario che chi ha sbagliato paghi. Si deve rendere giustizia alle vittime, ai parenti di quest'ultime e tutti coloro che pur essendo ancora in vita, hanno visto in pochi secondi crollare i sacrifici di un'intera esistenza.
Il terremoto è una guerra senza bombe, ma ciò che distrugge ulteriormente è la superficialità di chi fa il proprio mestiere pensando solo al tornaconto personale e non alla sicurezza delle vite coinvolte. E dare del "superficiale" a chi si comporta così, è fare un complimento.
Source URL: http://iitaly.org/magazine/article/terremoto-in-abruzzo-cronaca-di-una-morte-annunciata
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[1] http://iitaly.org/files/sismografo1239680874jpg
[2] http://www.sist-interreg.eu/flex/FixedPages/IT/PTComuni.php/L/IT/ID/99
[3] http://www.paganica.it/
[4] http://www.comunepoggiopicenze.it/
[5] http://www.repubblica.it
[6] http://www.ance.it
[7] http://www.enea.it