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Perchè Jovanotti? Perchè far conoscere Lorenzo Cherubini, in arte Lorenzo Jovanotti, alle giovani generazioni (e non solo giovani) italo-americane (e non solo italo-americane)? Perchè presentarlo al mondo intero?
Prima di tutto per la sua musica, trascinante nella sua apparente semplicità. Dobbiamo ancora lavorare, e molto, per svecchiare l’immagine musicale italiana all’estero. Ma non siamo qui nella veste di critici musicali e tanto meno di fan.
Vogliamo cominciare a parlare di Jovanotti partendo dall’attualità. Riferendoci ad una recente notizia apparsa sull’Agenzia ANSA. La rissumiamo. Gli studenti del liceo scientifico Marconi di Milano hanno trascorso la mattinata con Jovanotti, e le telecamere di Mtv per parlare del progetto 'Tocca a noi', che si prefigge di dare vita ad una proposta di legge di iniziativa popolare ideata e realizzata dai ragazzi. Circa 300 mila giovani hanno scelto, con il 37% delle preferenze, il tema Scuola e Università. Una volta stilata la proposta di legge, partirà la raccolta delle 50 mila firme necessarie per presentare la proposta al Parlamento. Lorenzo ha discusso con gli studenti e ha raccontato la sua partecipazione alla cerimonia d'insediamento del presidente USA Barack Obama. "Non sono qui per fare propaganda per nessuno ma per far capire che noi possiamo cambiare le cose". Per il cantante "Siamo in un Paese dove si fatica a pensare di poter cambiare qualcosa - è una sconfitta non solo della politica ma della società"
.
Con questo non vogliamo dire che Jovanotti può cambiare la politica italiana, vogliamo solo partire da qui per raccontare un personaggio positivo. Un artista che con la sua musica suscita energia positiva: pochi come lui riescono a raggiungere e trasmettere, per dirla così, quello Yes We Can che tanti italiani vorrebbero.
E’ da qui che secondo noi hanno origine molte delle provocazioni di Lorenzo Cherubini e non solo musicali. Utente convinto di Internet, certe sue posizioni hanno rappresentato una rivoluzione, in tempi non sospetti, per il mercato discografico italiano terrorizzato dalla diffusione degli MP3. Lo ricordiamo dare interviste con un cappellino con scritto sopra NAPSTER e urlare in Italia, prima di tutti, che la musica non morirà certo per colpa del Web. Sul suo sito, prima che in molti altri, eccolo sostenere con i fatti il principio del free downloading con pezzi inediti da scaricare. Ancora Lorenzo: “Male che vada un free donwloding impedirà di costruirsi una seconda villa con piscina!”.
Il suo blog, che gestisce personalmente, è solo l’ultimo tassello della costanza di quello che potremmo definire un artista-utente del Web.
Ma c’è ancora molto da dire sul “perché Lorenzo Cherubini” . E sicuramente non diremo tutto con quest’articolo. Per il suo impegno sociale, sicuramente. Perché i suoi dischi sono dedicati ad associazioni che difendono i diritti umani, da Greenpeace ad Emergency. Perché alcune royalties sono state destinate a questi. E perchè ha da poco anche partecipato alla realizzazione di un DVD - insieme a Ligabue [3], Luciana Littizzetto [4], Moni Ovadia [5] e altri - per mantenere vivo il ricordo dello Shoa presso le scuole italiane.
E’ stato assistendo all’intervista in viva voce, che Marina Melchionda ha realizzato con Jovanotti per i-Italy, che abbiamo deciso di scrivere queste righe su di lui.
“Ciao Marina!”. Dopo averle passato Jovanotti, per decine di minuti, la conversazione è andata avanti con una semplicità che non avevamo mai visto in ‘divi’ di simile calibro. Lei giovane italo-americana; lui mito per molti suoi coetanei italiani. Tutto questo tra due oceani. Si avvertiva in Lorenzo tanta voglia di dare. Si sentiva quel carisma che poche persone el mondo dello spettacolo ormai sanno esprimere senza creare distacco. Si sentiva l’uomo. L’artista, ma anche il padre. Il giovane che è cresciuto rimanendo con i giovani. L’italiano che parla di Obama e lo fa avendo vissuto in prima persona il fenomeno. Che lo fa con la consapevolezza di sapere e di voler portare con la sua musica un messaggio simile. Cantante globale lo abbiamo definito nel titolo dell’intervista. Ma le influenze musicali presenti nelle sue canzoni sono solo una parte di questo suo essere globale.
“Mi rifaccio ai Beastie Boys [6], i Public Enemy [7] e i Talking Heads [8], tutti di New York. Ed ancora i Run-DMC [9], un gruppo hip-hop del Queens. Amo il suono latino di Harlem, il funk influenzato dai ritmi partoricani e la black music. Come vedi, molta della mia musica trova radici in questa città", ha detto nella nostra intervista.
E anche se, come ha scritto Eduardo Bennato (un altro grande della musica Italiana, che qui in America si dovrebbe conoscere di più) “sono solo canzonette”, la sua musica arriva dritta al cuore, passa negli ipod, nelle radio, attraversa l’esistenza e le speranze di un’Italia che crede. Di un’Italia che fa mashup con la musica del mondo—e che mantiene egualmente la sua identità. Yes We Can. Yes He Can. La musica di Jovannoti ha tutto per parlare positivo al mondo di quell’Italia che non ha paura di essere locale e globale.
Source URL: http://iitaly.org/magazine/article/yes-we-can-yes-he-can-la-glocal-music-di-jovanotti
Links
[1] http://iitaly.org/files/jovanotti51234237231jpg
[2] http://www.i-italy.org/node/6834
[3] http://www.ligabue.com
[4] http://www.lucianalittizzetto.it/
[5] http://www.moniovadia.it
[6] http://www.beastieboys.com/
[7] http://www.publicenemy.com/
[8] http://www.talking-heads.net/
[9] http://www.rundmcmusic.com/
[10] http://www.soleluna.com