Lo scorso 21 novembre l’Italy-America Chamber of Commerce (IACC), la più antica camera di commercio bi-nazionale fondata sul territorio statunitense, ha celebrato il suo 121esimo anniversario. Il tradizionale galà annuale, l’evento più atteso e prestigioso dell’organizzazione, è stato ospitato nella spettacolare Rainbow Room [1], nel cuore di Manhattan, al Rockfeller Center [2]. Lì, nella sala Cipriani, al 65esimo, i più alti esponenti del mondo politico ed economico italiano ed americano si sono reicontrati, discusso e cenato circondati dallo sterminato e meraviglioso panorama di grattacieli e luci che fa del rinomato ristorante uno degli angoli più esclusivi e ricercati della città.
Tra gli ospiri presenti, il console generale Francesco Maria Talò, il direttore dell'ICE Aniello Musella, , l'ex ambasciatore Charles Gargano, il nunzio apostolico della Santa Sede alle Nazioni Unite arcivescovo Celestino Migliore il direttore dell'Enit Riccardo Strano, il Presidente del Gruppo Esponenti Italiani Lucio Caputo ed il consulente dell’IACC in Italia Giulio Viola.
Questi, insieme alle centinaia di altre persone presenti, formano sotto gli auspici dell’IACC una vera e propria “comunità” - come ha suggerito lo stesso Presidente Alberto Comini, che ha fatto gli onori di casa. A lui ha fatto eco il Console Generale Talò affermando: "Siamo tutti parte dello stesso team in una città come New York dove c'è tanta Italia".
Un gruppo unito da un legame che non si lacera ma anzi diventa più forte in questo momento di incertezza economica che attraversano sia l’Italia che gli Stati Uniti. Un legame che si riscopre ogni anno, dunque, e che cresce e si rinforza grazie al costante impegno dell’organizzazione, che da più di un secolo persuegue con successo un duplice obiettivo: incrementare il volume degli scambi commerciali tra i due Paesi e promuovere le attività dei suoi membri e supportarli nel raggiungimento dei loro obiettivi economici.
Ad accogliere gli ospiti anche Annalisa Liuzzo, avvocato e prima organizzatrice dell’evento, e Luciano Lamonarca, tenore e Good Will Ambassador delle Nazioni Unite nel mondo, che ha offerto anche una duplice performance dal suo repertorio.
La preghiera collettiva dell’arcivescovo Migliore ha preceduto poi l’inizio della cena, servita ai numerosi tavoli predisposti in sala. Una ricca selezione di pietanze e ricette della più antica e tradizionale cucina italiana (tra cui primeggiavano l’antipasto di bresaola e crema di gorgonzola e gli gnocchi al cavolo italiano e salsiccia) si accompagnava a vini pregiati quali il Lugana 2007 del Pilandro e il Valtellina DOC del 2004.
L’evento, sponsorizzato in collaborazione con
Unioncamere [3], si è concluso con le rituali cerimonie di premiazione. Alessandro Scichilone della
First National Bank of Long Island [4] ha ricevuto un riconoscimento per il suo 25esimo anniversario di membership alla IACC mentre lo IACC Distingueshed Service Award è stato assegnato all’avvocato George Pavia. Al Segretario Generale di Unioncamere Giuseppe Tripoli è stata consegnata una targa per Special Recognition.
La consegna del Business and Culture Award è stato infine il momento culmine della serata. Il premio è considerato dallo stesso IACC quale strumento attraverso cui l’organizzazione promuove joint ventures commerciali tra Stati Uniti ed Italia. Ogni anno infatti viene assegnato a un individuo od organizzazione che ha significativamente contribuito al rafforzamento dei rapporti economici tra i due Paesi. Per questo, tra i vincitori degli anni passati, si riconoscono nomi quali Guido Barilla (Barilla Group), Edward D. Re (United States Court of International Trade), Carlo Azelio Ciampi, ( già Governatore della Banca d’Italia), l’architetto Renzio Piano, Eugenio Magnani (Italian Government Tourist Board).
Quest’anno il premio è stato attribuito al World Food and Commodities Online Exchange di Francesco Bettoni. Questa piattaforma digitale dedita allo scambio mondiale di merci e beni agricoli, ittici e manufatti si basa su un’idea di fondo: fornire a tutti i Paesi del sistema internazionale uno spazio virtuale dove a barriere logistiche, economiche e tecnologiche si sostituisce un commercio equo e libero.
Questo progetto, secondo il Segretario Generale di Unioncamere Tripoli, potrebbe diventare un balsamo per il commercio transatlantico e, più nello specifico, per le esportazioni italiane, già comunque in crescita: "L’Italia ha una quota di esportazioni che non si è ridotta in questi anni. Anzi, è cresciuta in valore, non in quantità. Il che vuol dire che produce ed esporta cose che hanno più qualità, più design e risce a qualificarsi collocandosi ad un livello di prezzo più alto sul mercato internazionale. E questo è un riconoscimento della grandissima riorganizzazione che hanno fatto le imprese italiane in questi anni”.
Il momento delle premiazioni ha infine lasciato spazio ai balli, succedutisi in un lungo momento di convivialità che ha finito per rinsaldare amicizie personali e professionali, e che ha lasciato gli ospiti già in attesa dell’appuntamento dell’anno venturo.