Nella sede dell'Istituto di Cultura in Park Avenue sabato scorso erano presenti personalità di spicco del mondo del design italiano, intervenute per inaugurare sia la Fiera del design di New York [2] che per presentare al pubblico americano il nuovo ed innovativo ‘Museo del Design’, recentemente aperto a Milano negli spazi della Triennale.
Ha aperto la serata il filmato realizzato dalla redazione della trasmissione televisiva Italia Cult in onda suRai Italiache mostra i nuovi spazi del Museo del Design di Milano e della Triennale attraverso una serie di interviste condotte dal giornalista Michele Mezza ai suoi ideatori e direttori.
Ricorrendo ad una citazione di Vitruvio “un oggetto deve essere bello ed utile”, il Direttore dell’IIC Renato Miracco ha sottolineato la centralità della qualità del ‘made in Italy’ nel campo del design internazionale ed introduce i prestigiosi ospiti presenti, tra i quali la Direttrice del Museo del Design, Silvana Annichiaro, il Direttore della Triennale di Milano, Andrea Cancellato ed il celebre ‘Re del design italiano’,
Gaetano Pesce [3], residente a NY da oltre 30 anni.
‘Cos’e’ il design italiano?’ questo il filo conduttore dei vari interventi che si sono susseguiti nel corso della serata. A rispondere per prima è stata Silvana Annicchiaro, direttrice del neo Museo, che spiega come questo interrogativo sia stato la motivazione per identificare l’esigenza e consentire la realizzazione di un Museo dedicato esclusivamente al design ‘made in Italy’.
“Un Museo - chiarisce la direttrice - che ha visto la luce dopo 50 anni di gestazione, un museo che mancava nello scenario dei musei italiani, ma che sarà diverso da quelli tradizionali. Sarà innovativo nella concezione e nella realizzazione. Sarà come un organismo vivente, in costante cambiamento per seguire le mutazioni del design italiano e rappresentarne le sue contraddizioni interne. Ci proponiamo di offrire ai visitatori nuovi punti di vista. Con percorsi ed itinerari differenziati il museo si colloca proprio nell’incrocio multidisciplinare che costituisce l’essenza del design, ovvero: arte, industria e società’.”
Andrea Cancellato,
Direttore della Triennale [4], nel suo intervento ha proseguito su questa linea di pensiero, sottolineando come “il museo rappresenterà il design italiano attraverso una serie di mostre, eventi e performance rinnovate ogni 12-18 mesi, con nuove istallazioni tecnologiche su temi ogni volta differenti. Questo per distinguerlo da un museo tradizionale che cataloga e storicizza freddamente in ordine cronologico e statico i pezzi di design... ci si propone in tal modo di esaltare l’aspetto ‘emotivo’ di questi spazi, con iniziative che coinvolgono il livello delle emozioni prima ancora di quello dell’intelletto.”
Su questa nota non poteva mancare l’intervento del maestro Gaetano Pesce. Tutta la sua produzione è caratterizzata infatti dall’ accentuazione delle componenti emotive, a partire dall’uso dei colori vivaci e dalle forme antropomorfe ed evocative, che sono la sua cifra stilistica.
Alla domanda ‘perchè un americano dovrebbe andare a visitare La Triennale di Milano’, Pesce risponde che gli spazi del museo e della Triennale sono prima di tutto ‘spazi di piacere’ dove la cultura è una sorta di comprensione emotiva prima di essere conoscenza.
Secondo il Maestro infatti un oggetto di design deve essere utile, ma deve prima di tutto piacere in modo viscerale. Solo in tal modo ci potrà essere una vera comprensione e quindi una produzione di cultura, che passa prima attraverso i canali dell’emotività e poi in quelli della razionalizzazione intellettuale.
La serata è stata chiusa da Gaetano Pesce con un provocatorio interrogativo sullo stato dell’arte contemporanea e del suo rapporto con il design: “Dato che l’arte contemporanea non riesce più comunicare universalmente ad un pubblico che non sia addetto ai lavori, può il design oggi essere considerato la vera arte che interpreta la nostra contemporaneità?”