Non sono passi felpati quelli che utilizza il regista Alex Halpern nel raccontare sua nonna. Entra nella vita della centenaria italo/americana Mary Mirabito Livornese Cavalieri quasi con clamore. Con quell’affettuosa irriverenza che solo un nipote “discolo” può permettersi e che è la ragione intima del rapporto felice che spesso intercorre tra due generazioni, così lontane e al tempo stesso cosi vicine.
E il percorso che compie il giovane regista ha un’intensità che travalica la storia personale della sua famiglia, pone diversi interrogativi sul rapporto con le nostre radici e sulla figura femminile nel contesto italo/americano e non. Halpern ha l’abilità di portare sullo schermo la storia di una donna forte, indipendente, a modo suo cardine di una famiglia, viva presenza e punto di riferimento, così lontana da alcuni stereotipi femminili ma al tempo stesso così integra nel tramandare elementi di un passato che non c’è più.
Ed il suo racconto della storia di Mary viene documentato da filmati, fotografie, tratti da un prodigioso archivio di famiglia, che ritraggono momenti importanti di emigrati negli Usa e non solo. Di una famiglia come tante. Da Stromboli a New York, a Brooklyn. Con gioie, dolori, sogni, illusioni.
Ma perchè il regista ha deciso di realizzare un film?
“Ho inziato il viaggio nella vita di mia nonna a 18 anni, quando ho visto le foto di famiglia, i filmati realizzati da mio padre,” racconta il regista “poi nel corso di un viaggio a Stromboli, isola d’origine, a Mary viene predetto da una zingara che sarebbe morta novantasei anni…”. Nasce così, sul filo di una superstizione, un documentario. Nipote e nonna cominciano un’avventura. Increduli a loro volta realizzano scena su scena. Magicamente cresce un film di grande valore umano e artistico e la vita della signora Mary va ben al di là della realizzazione del lungometraggio e dei novantasei anni.
La ritrae nella routine di tutti i giorni, in quei particolari che spesso i nipoti spiano dalla soglia di una porta, cogliendo gli elementi più irriverenti delle abitudini dei vecchi che amano. Vediamo Maria nel bagno, in cucina, mentre si mette la sua dentiera, orgogliosa di avere ancora dei denti. Cogliamo la sua vanità, così dolce da far sorridere. La vediamo con tutta la sua grinta, la sua sua saggezza bambina, la sua intensa personalità.
Spiamo gesti che sono nella vita di tutti i giorni e che molti, che vivono affianco a delle persone anziane, conoscono. Questi gesti qui assumono un valore emblematico grazie all’autoironia della protagonista. Diventano un insegnamento. Ci accorgiamo della grande energia e del grande segreto di Maria: saper sdrammatizzare partendo proprio da se stessa.
Intorno a lei ruota la sua famiglia che percorre decenni di storia. Il regista affronta anche gli aspetti più controversi del suo heritage come membro femminile di un nucleo di emigranti. Ed i segreti vengono snocciolati piano piano, con la forza della loro irriverente verità. Si raccontano relazioni exraconiugali, amori 'Illeciti", conflitti familiari, litigi, lutti. Si sentono o intravedono nelle voci di altri membri della sua famiglia e amici, si colgono negli occhi intensi, ma semichiusi dagli anni, della vecchia Mary. Il ritratto che ne esce di Mary è molto particolare. Non è certo una madre tradizionale (per esempio quando la figlia le rivela una storia d’amore giovanile avuta con lo scrittore Jack Kerouac) , nè una moglie classica, con sua sorella ha una relazione molto difficile (il rifiuto di incontrarla fino alla fine è emblematico). Sono diversi i problemi che escono fuori nel film, vicende e tristezze che si vivono spesso nelle famiglie, scontri interni difficili da rivelare e da ammettere.
Ma Mary ha un’energia che attraversa tutto, grazie sempre alla sua schietta ironia. Per nulla indispettita dalle domande intriganti del nipote rivela anche: perchè no si può provare un orgasmo anche alla mia età!
Mary Mirabito Livornese Cavalieri ha vissuto una vita intensa. Dopo la morte del primo marito si risposa con un antico spasimante che non vedeva da quaranta anni e che era poco gradito al marito. Ascolta vecchi dischi di vinile e ricorda come sognava di diventare cantante. Sono diversi i momenti che rimangono impressi dopo aver visto il film. A Mary piace prendersi in giro, ridere. Porta con se quella saggezza fatta di esperienza, quel guardare la realtà attraverso gli occhi distaccati di chi sa vivere.
“Per me era depositaria di più di cento anni di segreti familiari” racconta il nipote-regista in una breve intervista con Edwige Giunta (New Jersey City Univesity) alla fine della proiezione. Era rimasto affascinato quando aveva 18 anni dal suo archivio, dai suoi oggetti, dalle foto, dalle lettere che facevano parte della storia intima ma anche pubblica di una donna che era seconda di tredici figli di una famiglia siciliana immigrata in America.
“Per me era importante vederla nella sua totalità, ci sono parti intime nel film, ma la responsabilità come regista era dire la verità nel miglior modo possibile” dice Alex Halpern, mentre descrive il suo percorso delicato, ma al tempo stesso necessariamente invadente, per carpire i segreti della sua famiglia.
“Sapevo che lei era un soggetto per un film: matriarca, nonna, madre, moglie, amante e figlia, nonna.” E noi abbiamo visto il suo candore ed il coraggio, la sua irriverenza, il suo forse inconscio conflitto con i tradizionali ruoli spesso assegnati alle donne di prima generazone italo/americana.
Mentre risponde alla Giunta cogliamo negli occhi del regista il velo di una tristezza serena. Sua nonna Mary è venuta a mancare solo tre settimane fa, a 108 anni. “E’ la prima volta che vedo il film dopo la sua morte” confessa commosso.
E fra l’altro dice: “Raccontando la sua storia mi sono reso conto che i nostri eroi sono persone ordinarie”. Ha narrato la storia della propria nonna. Una nonna speciale, ma speciale proprio perché come altre donne che non sono state raccontate. Il suo documentario ha un grande valore per questo motivo oltre ad essere artisticamente molto interessante.
Sua nonna ha vissuto una storia intensa e Halpern ha saputo sapientemente intrecciarla nel film con altre testimonianze, superando il banale passaggio generazionale. Ha fatto conoscere Mary, smitizzando con la realtà scena dopo scena. Ulizzando più voci è riuscito ad esaltarne la personalità e a far riflettere anche su alcuni luoghi comuni.
"Nana" Mary Mirabito LIvornese Cavaliere (1899 - 2008)
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Nine Good Teeth, di Alex Halpern è stato presentato lo scorso mercoledì presso la Graduate School of Journalism della City University di New York nel corso del programma “Documented Italians” Film and Video Series, John D. Calandra Italian American Institute [2] del Queens College, CUNY
Source URL: http://iitaly.org/magazine/focus/art-culture/article/nine-good-teeth-lenergia-di-mary
Links
[1] http://iitaly.org/files/1233duelei1202661753jpg
[2] http://qcpages.qc.cuny.edu/calandra/index.html
[3] http://www.tetkowski.com/mary.html
[4] http://www.ninegoodteeth.com