Pedofilia. Pagina buia della Chiesa

Gennaro Mattino (March 08, 2019)
E mai come quest’anno, dopo le coraggiose dichiarazioni di Papa Francesco contro la pedofilia, è di primaria importanza imparare a vivere la vita con occhi nuovi, con uno sguardo diverso, attento a proteggere i più piccoli da ogni abuso, soprattutto quello sessuale, che li segnerà per sempre.

Il mercoledì delle ceneri si apre il tempo di quaresima, quaranta giorni di deserto, quello dell’anima. Un tempo per riflettere sul nostro tempo, per far calare il silenzio sulle parole ingannevoli che ci portano lontano da quella voce che grida nel deserto e ci invita a spianare la via al Signore che viene.

Quaresima come pellegrinaggio interiore che può aiutare credenti e non credenti a ritrovare sé stessi, i principi fondamentali della propria vita, senza farsi manipolare da ogni propaganda di parte che tira acqua al suo mulino. Con il Mercoledì delle ceneri inizia il tempo del digiuno, un digiuno significativo, esaltante, che va ben oltre la rinuncia al cibo, perché al di là della tradizione, che pure va protetta, digiunare significa eliminare dai propri pensieri e dalle proprie azioni tutto ciò che è contrario alla dignità umana.

E mai come quest’anno, dopo le coraggiose dichiarazioni di Papa Francesco contro la pedofilia, è di primaria importanza imparare a vivere la vita con occhi nuovi, con uno sguardo diverso, attento a proteggere i più piccoli da ogni abuso, soprattutto quello sessuale, che li segnerà per sempre. Domenica scorsa, alla fine della Messa che ha concluso l’incontro planetario sulla protezione dei minori, Papa Francesco ha affermato: è «giunta l’ora» di «affrontare con decisione il fenomeno (della pedofilia) sia all’interno sia all’esterno della Chiesa…

La disumanità del fenomeno a livello mondiale diventa ancora più grave e più scandalosa nella Chiesa, perché in contrasto con la sua autorità morale e la sua credibilità etica». Un delitto atroce, quello della pedofilia, in qualsiasi istituzione avvenga, ma nelle mura della Chiesa, per troppo tempo coperto da omertà, è ancora più grave, è una bestemmia contro Dio che grida vendetta, è un peccato mostruoso che ci riporta alle parole di Gesù: «Chi scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare».

Parole forti, quelle di Francesco che impegna la Chiesa a denunciare e a consegnare alla giustizia chiunque si macchi di tale delitto, a non insabbiare mai più, come è avvenuto in passato, il fenomeno della pedofilia.
Parole decisive che non consentono appello, parole che hanno messo a nudo le debolezze di una Chiesa che è stata incapace di proteggere i suoi figli più piccoli, parole che portano la Chiesa a un punto di non ritorno.

Adesso la Chiesa non può far altro che riflettere e digiunare dalla tentazione remota di coprire anche il più piccolo abuso per evitare lo scandalo.
Ora, più di prima, la Chiesa si gioca la sua credibilità o la sua condanna. Se, come ha affermato Francesco, il prete che abusa di bambini è «uno strumento di Satana», allora deve essere espulso dalla comunità ecclesiale.
Adesso ci vogliono misure concrete per fare giustizia e restituire dignità alle vittime di pedofilia e bene ha fatto Papa Francesco a ridurre allo stato laicale l’ex cardinale Theodore Edgar McCarrick per pedofilia.

Un provvedimento che non ha precedenti nella storia della Chiesa cattolica, ma non può e non deve rimanere un caso isolato o qualcuno potrebbe pensare che il caso di McCarrick sia solo un gesto simbolico in quanto si tratta di un cardinale che, data la veneranda età, avrebbe terminato comunque il suo ministero. Se dunque le parole del Papa sono state una grande lezione di verità, ora più che mai bisogna avere la forza, il coraggio e l’onestà di andare avanti e smascherare ogni abuso o le sue parole cadranno nel vuoto.

Nessun vescovo oggi potrà più giustificare il proprio silenzio dichiarando di aver protetto i sacerdoti della propria diocesi come un padre avrebbe protetto i propri figli, perché anche quei bambini abusati erano figli suoi, la parte più importante del gregge, il futuro della nostra Chiesa. Che questa quaresima, tempo di deserto e di digiuno, sia il tempo propizio per riflettere a fondo sugli errori commessi ed essere, come voleva il Maestro di Galilea, autentici pastori di un gregge allo sbando.
La sospensione del cardinale Pell, tesoriere del Vaticano, giudicato colpevole da un tribunale di Melbourne per abusi sessuali nei confronti di minori, fa ben sperare che si proceda sulla strada della tolleranza zero. Ora più che mai o i vescovi saranno protagonisti di verità o le parole di Papa Francesco produrranno un effetto boomerang che farà della Chiesa un’istituzione di facciata, lontana dal profondo insegnamento del vangelo.

Questo non significa che bisogna iniziare una caccia alle streghe, perché se in tanti si sono macchiati di tale vergogna, ci sono tanti e tanti altri ancora, vescovi, preti, religiosi, mortificati da questa pagina buia della Chiesa, che giorno dopo giorno, anche in situazioni difficili, dedicano la propria vita ad annunciare Cristo.

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