Claudio Ranieri, uomo dell’anno e credo non solo per lo sport

Gennaro Matino (May 07, 2016)
Il Leicester vince la Premier League ed incorona i suo tecnico Claudio Ranieri. L'omaggio di un amico sacerdote, che gli è stato accanto da più di vent'anni. "Restare normali, vivere di affetti condivisi, restare “semplicemente” e “prima di tutto” marito, padre, fratello, figlio, nonno, amico con la timida trasparenza di un uomo normale, sempre alla ricerca di se stesso, senza la presunzione di essere chi sa chi, non fa notizia. Restare un uomo di fede, profonda, autentica pronta a fare domande e a cercare risposte, interessa ancora di meno. Solo ora la stampa si accorge che Ranieri è tanto credente che anche per la sua squadra inglese ha voluto il pellegrinaggio a Cascia per ringraziare Santa Rita a cui è profondamente devoto. "


Conosco Claudio da più di vent’anni, orgoglioso di essergli amico. Ho avuto sempre rispetto dei ruoli, della privacy  e mai mi sono prestato a scrivere o rilasciare interviste su di lui o su altri, che fossero famosi o meno, conosciuti dal grande pubblico o ignorati, che la provvidenza mi ha affidato come figli o fratelli. 

Un padre spirituale si intende di altra Parola, altri percorsi intraprende anche se, per secondo mestiere, s’interessa variamente di scrittura. Giorni fa, appena  la notizia che il Leicester era diventato campione nella Premier, alcuni giornali mi hanno chiesto di fare delle dichiarazioni che ho fatto di buon grado, così come ora, per la prima volta, scrivo di mister Ranieri. 

Cosa è cambiato?  Penso che sia giusto rendere onore ad un uomo che oltre il personaggio ha saputo conservare i valori in cui ha creduto e che non si è lasciato trascinare dall’onda anomala del ‘così fan tutti’. E’ ovvio che dietro ogni personaggio pubblico ci sia la sua vita privata, la sua famiglia, la sua storia, ma se ne parla solo quando l’eccesso vince, quando lo scandalo furoreggia o la stravaganza trionfa. 

Restare normali, vivere di affetti condivisi, restare “semplicemente” e “prima di tutto” marito, padre, fratello, figlio, nonno, amico con la timida trasparenza di un uomo normale, sempre alla ricerca di se stesso, senza la presunzione di essere chi sa chi, non fa notizia. 

Restare un uomo di fede, profonda, autentica pronta a fare domande e a cercare risposte, interessa ancora di meno. Solo ora la stampa si accorge che Ranieri è tanto credente che anche per la sua squadra inglese ha voluto il pellegrinaggio a Cascia per ringraziare Santa Rita a cui è profondamente devoto. 



 

Non c’è stata squadra allenata da Claudio fino ad oggi che non abbia fatto il suo ritiro precampionato a Roccaporena, a pochi passi dal santuario umbro. Tenace come un marinaio che vede l’approdo anche in mezzo alla tempesta, non si è mai lasciato vincere dalla sconfitta o esaltare dalle vittorie e ha sempre rilanciato, riproposto a se stesso e alla sua famiglia nuove avventure. 



 

Il calcio, la sua passione, il suo lavoro, ma l’onestà, non solo intellettuale, resta il suo verbo. Non è un panegirico, sarebbe facile per chi ha saputo scrivere una pagina di storia calcistica impareggiabile, è la vita di un uomo normale che ha saputo fare della sua passione un campo d’incontro etico. 

Conoscendolo si schernirà, si imbarazzerà per questa inedita fotografia, ma credo che  Renata, sua madre, Rosanna la sua dolce moglie, Claudia sua figlia ne resteranno contente, forti di un convincimento come il mio, che un campione lo è in campo perché lo è fuori e si è  campioni veri solo se si è saputo esserlo nella vita. 



 

Claudio dice di essere un uomo fortunato e per tanti lo sarà per il successo, per il suo conto in banca, per la gloria di questi giorni, non c’è dubbio. Ma lo è di sicuro perché non ha perso un solo amico lungo il corso della sua vita e questo può avvenire solo se un uomo è generoso e leale. 

Mi ha detto qualche giorno fa che la gioia di vincere da vecchi fa più emozione, che il lavoro alla lunga ripaga. Una bella storia da raccontare anche a chi fatica la vita e spesso acchiappa poco. 

Altre storie davvero, ma mi piace credere che sia possibile un sogno e passarlo a chi si sente vinto, a chi fa i conti con i conti che non tornano. Una speranza che gli ultimi, come il  Leicester, possano diventare primi. 

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