Click Day: la lotteria dell'immigrazione

Maria Rita Latto (February 08, 2011)
E' scattato in Italia il Click Day, l’operazione di presentazione per via telematica delle domande di assunzione di immigrati in base alle quote previste. Verranno accettate le domande arrivate per prime sul sito del Ministero degli Interni

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Il primo giorno, lunedì 31 gennaio appunto, è stato dedicato a 52.080 lavoratori di nazionalità “privilegiate”, cioè di quei Paesi che hanno sottoscritto accordi di cooperazione in materia migratoria con l’Italia: Albania, Algeria, Bangladesh, Egitto, Filippine, Ghana, Marocco, Moldavia, Nigeria, Pakistan, Senegal, Somalia, Sri Lanka, Tunisia, India, Perù, Ucraina, Niger, Gambia, solo per citarne alcuni.

Nel secondo appuntamento, fissato per mercoledì 2 febbraio, sempre alle 8, è stato il turno delle domande relative solo a colf e badanti di nazioni differenti da quelle del precedente elenco, con  30mila posti in palio. Infine, l’ultima scadenza è stata quella di giovedì 3 febbraio, destinata alla conversione in permessi di soggiorno per lavoro subordinato non stagionale di 11mila permessi per studio, tirocinio, lavoro stagionale ed altre tipologie, nonchè all’ammissione di 4mila extracomunitari che abbiano completato programmi di formazione nel Paese di origine.
 

Tutto è avvenuto via computer: collegandosi al sito www.interno.it il datore di lavoro ha trovato una pagina in cui erano riportate le fasi della procedura, da seguire tutta sul web. Il sistema informatico, hanno spiegato al Ministero, “è collaudato e non dovrebbero esserci disguidi. Per garantire il funzionamento ottimale del servizio, inoltre, dalle 7 di ogni Click Day e per le due ore seguenti, l’apparato sarà disponibile solo per l’acquisizione delle domande e non per le altre operazioni (registrazione, richiesta, compilazione, preparazione per l'invio etc)”. Il consiglio è stato comunque molto chiaro: non perdere tempo ed inviare alle 8 in punto la domanda. Per essere certi dell’orario di invio è stata data la possibilità di impostare precedentemente l’ora del proprio pc attraverso il collegamento al sito www.inrim.it.

Le graduatorie, infatti, seguiranno l’ordine cronologico della ricezione delle richieste, così come vengono gestite dal sistema. Sarà poi il Ministero del Lavoro ad attribuire territorialmente le quote a livello provinciale. Le domande verranno quindi vagliate dalla Direzione Provinciale del Lavoro e dalle questure. Sulla base di queste valutazioni lo Sportello unico per l’immigrazione rilascerà il nulla osta al datore di lavoro. A questo punto, il lavoratore straniero si recherà nella rappresentanza diplomatica italiana del suo Paese a ritirare il visto per entrare in Italia ed avere il permesso di soggiorno. Dal Ministero degli Interni hanno fatto sapere che ci vorrà del tempo per esaminare tutte le domande e ripartire le quote e non si prevedono tempi brevi. Basti pensare che non è stata ancora completata l’ultima sanatoria destinata a colf e badanti del settembre 2009: su 295mila domande arrivate, ne sono state definite ad oggi circa 250mila. In ogni caso, a partire dal 31 gennaio è partita una folle corsa all’ultimo click, visto che le quote verranno assegnate in ordine cronologico, ingorghi telematici permettendo. Nel 2007 le quote a disposizione vennero esaurite nel giro di un quarto d’ora.
 

Un posto di lavoro legato ad un semplice click, una lotteria che rischia di penalizzare tante persone: così è stata vista questa iniziativa dalla maggior parte dei lavoratori stranieri e non solo. Per molti questo Click Day è stato l’ennesima sanatoria travestita da decreto flussi. Infatti, l’Italia ufficialmente apre le porte ad oltre 50mila lavoratori che si suppone debbano arrivare da almeno 20 Paesi diversi non appartenenti alla Comunità Europea. In realtà questo numero di lavoratori rappresenta solo piccola una parte dei tanti che si trovano già nel nostro Paese da anni, in attesa di regolarizzare la loro posizione. E l’irregolarità spesso diventa fonte di business per molti, a cominciare da chi sfrutta gli immigrati senza documenti. Nell’agricoltura, nell’edilizia, nell’industria e nella maggior parte dei settori della nostra economia, i lavoratori senza alcun diritto vengono spremuti come limoni. Per non parlare del sociale: lo Stato non dà alcuna assistenza agli anziani non autosufficienti né ai malati costretti a lunghe degenze, non aiuta le coppie giovani con bambini, e tutto ciò spinge le famiglie italiane a cercare badanti e colf a basso costo. Ed il Click Day diventa una lotta, un’opportunità da non lasciarsi scappare. Basta guardarsi intorno e chiedere a chi lavora negli appartamenti vicini ai nostri, a conoscenti, cosa è stata quest’ora X permeata da speranza e trepidazione.

Amina, trentenne senegalese, volto ormai familiare in frequenti incontri in ascensore, colf da alcuni anni da una famiglia vicina di casa, col consueto sorriso che la contraddistingue ci comunica tutte le sue speranze che il suo datore di lavoro abbia seguito alla lettera le istruzioni del Ministero degli Interni e vede tutto il suo futuro cristallizzato in una manciata di secondi, anche se, aggiunge, “chissà quando si saprà se tutto è andato bene”. Luca, nipote adolescente di una signora ottantasettenne non in grado di usare il computer, ha “cliccato” facendo le veci della prozia, per cercare di regolarizzare la badante quarantenne dalla Moldavia che è vista come “l’unica salvezza per la zia, altrimenti non sappiamo come fare ad accudirla”. Un’occasione per tanti, ma anche un’opportunità per tutti i soliti furbetti che non hanno perso l’occasione per fare affari, offrendo falsi datori di lavoro, intermediari, o raccomandando dubbie agenzie che garantiscono il disbrigo delle pratiche, lucrando come sciacalli sulla disperazione di chi vuole essere regolarizzato, uscendo da una anomalia insopportabile, proiettandosi verso una vita diversa.

E Carmen, quarantaquattrenne rumena, ha pensato di affidare la sua vita ad un sedicente intermediario di agenzia che avrebbe risolto ogni suo problema in cambio di un migliaio di euro. “Per fortuna ho chiesto a mie amiche rumene che mi hanno detto di non fidarmi ed ho lasciato perdere. Ho rinunciato perché non ho ancora trovato un datore di lavoro che mi regolarizzi. Sarà per la prossima volta.”
 

Intanto, tirando le somme della tre giorni del Click Day si è capito che l’offerta non è stata in grado di soddisfare il fabbisogno di lavoratori stranieri espresso da famiglie e imprese, secondo quanto affermato, tra gli altri, in una nota dalla CIA (Confederazione Italiana Agricoltori) per la quale servono altri e più efficaci strumenti, ma soprattutto una nuova politica in materia di immigrazione. E proprio nel settore agricolo si avverte la necessità di regolarizzare più lavoratori stranieri rispetto a quelli proposti dal Ministero degli Interni. Infatti, la presenza di immigrati impegnati nelle campagne italiane è aumentata, secondo la Coldiretti, del 2,03%, facendo sì che nei campi italiani quasi un lavoratore su dieci sia straniero: “dalla raccolta delle fragole nel Veronese, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti in Lombardia dove a svolgere l´attività di ‘bergamini’, cioè di addetti all’allevamento delle vacche da latte, sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia”.

Per Coldiretti non si tratta di mera “manovalanza”: infatti, la presenza di lavoratori immigrati è divenuta indispensabile per le produzioni di qualità, dagli allevamenti dei bovini di razza piemontese a quelli delle vacche per il parmigiano reggiano dove quasi un lavoratore su tre è indiano mentre in Abruzzo il 90% dei pastori è macedone, ma i lavoratori extracomunitari sono diventati decisivi anche nella raccolta delle mele della Val di Non, nella produzione del prosciutto di Parma, della mozzarella di bufala o nella raccolta delle uve destinate al Brunello di Montalcino.
 

Solo il tempo potrà dire se in questo Click Day tutto sia filato liscio. Per ora resta solo la consapevolezza che per il futuro sarà necessario rivedere la politica dei flussi e tutto il sistema di regolarizzazione che, a giudicare dal passato ha mostrato l’assurdità di questa sorta di lotteria o di una corsa ad ostacoli che rischia di lasciare fuori tanti lavoratori che meriterebbero di uscire dalla clandestinità e dall’irregolarità.

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