Marco ed Ermanna. Errando tra vita e teatro

Giovanna Pagnotta (February 09, 2014)
Marco Martinelli ed Ermanna Montanari insieme ad Alessandro Renda raccontano, presso la sede dell'Istituto di Cultura a New York, la storia del Teatro delle Albe. Fondato da loro trentasette anni fà, è in tour negli Stati Uniti in questi giorni

Tutto ha inizio trentasette anni fa quando Marco Martinelli e Ermanna Montanari si sposano. “Avevamo appena vent’anni. Come tutti i ventenni non capivamo nulla, ma come tutti i ventenni avevamo un fuoco dentro, un desiderio di vita enorme e questo desiderio ha preso la forma del teatro”.

Marco Martinelli, fondatore insieme alla moglie Ermanna Montanari e altri 2 collaboratori Luigi Dadina e Marcella Nonni, racconta così l’inizio di questo pellegrinaggio tra vita e teatro.
 

“Abbiamo iniziato ad errare tra vita e teatro” spiega Marco, errare intenso come andare, camminare ma anche come sbagliare.

La loro esperienza teatrale infatti non si è voluta basare su nessuna scuola di teatro ma come Shakespeare, Moliere e molti altri, gli artisti del Teatro delle Albe hanno imparato facendo teatro, anche sbagliando, provando e riprovando.
 

“Abbiamo cercato da asinelli che eravamo di diventare asinelli sapienti”. La metafora dell’asino risulta centrale nella concezione di vita e di teatro di questa compagnia.

L’asino infatti, inteso alla maniera di Scorate e Giordano Bruno, è colui che sa di non sapere e proprio per questo motivo è affamato e desideroso di conoscere.
 

Da quattro protagonisti la compagnia va pian piano crescendo, il forte desiderio di essere un gruppo stabile li porta a creare una tribù di trenta persone. Trenta compagni con un concetto di vita comune che condividono vita, emozioni, lavoro e stipendi.
 

“Ciò che ci distingue è il sapere, la conoscenza non il pane che ci dividiamo” aggiunge Marco. La dimensione etica ed estetica che condividono, la continua ricerca della bellezza non è un concetto che riguarda solo il teatro ma un vero e proprio imperativo di vita,  punto cardine della loro unicità. 
 

Segno distintivo comune a tutti gli artisti della tribù è l’uso della voce. “Il lavoro sulla voce è un lavoro abissale, è come essere continuamente dentro a un buco pensando di annodare i fili di un tappeto volante”. Ermanna racconta infatti di aver saputo parlare solo il dialetto romagnolo fino all’età di sei anni, in questo modo cominciando le scuole si rende conto di non avere una lingua e di non avere quindi neanche una voce. Decide così di volerla inventare, e si avvicina alla poesia creando un nuovo linguaggio quasi come fosse un disegno.

L’uso della voce e della poetica è una caratteristica fondamentale del Teatro delle Albe. Laura Caparrotti, direttrice artistica di IN Scena! Italian Theater festival NY, racconta la forte emozione provata dopo aver assistito all’Isola di Alcina nel 2001, nonostante gli anni passati, nonostante non le fosse stato possibile comprendere tutto il testo scritto in dialetto romagnolo, rimane vivo il flusso di emozioni creato da quella voce che ha in se un qualcosa di magico.

Alessandro Fiore parte attiva della tribù ormai da quindici anni ci spiega come sia importante per la compagnia non produrre solo i propri show ma adattare questa filosofia di lavoro e di vita anche con i ragazzi. Nasce cosi il progetto “non-scuola” in cui la tribù e i ragazzi mettono in scena insieme paure, sogni e sentimenti con la stessa poetica di qualsiasi altro spettacolo. Con la convinzione di essere quindi “ asini in mezzo ad altri asini” e di poter così crescere tutti insieme.  

Ed è proprio da un’esperienza con i giovani che nasce “Noise of the waters” “Rumori di acque”  in scena fino al 16 Febbraio al La Mama Theatre di New York. (ma la Mama non è il solo posto dove potrete apprezzare il loro lavoro. Trovate alla fine dell'articolo altri eventi parte della tournee americana)

Noise in the waters è un’opera emblematica dell’idea estetica del teatro delle albe. Questo spettacolo debutta a Ravenna nel 2010. L’idea nasce da una serie di viaggi che Marco, Ermanna e Alessandro fanno in Sicilia per lavorare con un gruppo di adolescenti. Inevitabilmente entrano in contatto anche con giovani tunisini emigrati dal loro paese natale. Iniziano così a sentire racconti di persone che dal fondo dell’Africa attraversano deserti e mare per arrivare in Italia. Quello che colpisce subito i tre nel sentire questi racconti è l’attenzione e l’importanza che viene data al ricordo delle persone morte durante la traversata. Queste storie diventavano quindi come dei veri e propri riti della memoria di quelle persone ingoiate dal Mar Mediterraneo.

Lo spettacolo prende forma dalla voglia di renderci coscienti di questa tragedia che ha portato alla morte di più di ventimila persone negli ultimi venti anni e da una visione di Ermanna.

Ermanna vede infatti l’immagine molto forte di un isola vulcanica emersa tra zampilli di lava e colonne di fumo vicino alla Sicilia inabissatasi poi pochi mesi dopo. (l’Isola Fernandea che poi si scoprì essere realmente esistita a metà Ottocento).

Nasce così Noise in the waters che racconta la storia di un generale presidente, interpretato da Alessandro Fiore, che accoglie nella sua isola le anime dei morti. In opposizione all’allora Ministro degli Interni Italiano che utilizzava la politica dei respingimenti per arginare il problema dell’immigrazione, il generale presidente adotta una politica degli accoglimenti e conta tutte le anime che si presentano nella sua isola, ci spiega Marco. Mentre li conta, questi spiriti inquieti cominciano a prendere volto e a raccontare le loro storie attraverso la persona del generale. La voce delle vittime che viene dal mare resa attraverso le musiche dei fratelli Mancuso, straordinari musicisti siciliani, fanno da corto circuito con la voce gracchiante e metallica del generale.

Come ci spiega Fabio Troisi dell'Istituto Italiano di Cultura, l’uso dello spazio, del corpo e della voce, la fusione tra musica e testo rendono unica questa rappresentazione.
 

La vera parte sperimentale è la connessione tra il passato e il presente che sembrano fondersi in un dialogo continuo. Testi classici come quelli di Aristotele e Shakespeare vengono resi vivi e alla portata della nostra realtà.
 

Noise in the waters è una rappresentazione che racconta la storia di immigrati provenienti dalle coste a sud del Mediterraneo che vanno verso l’Europa, ma è in realtà anche metafora di vita e storia di tutti noi.

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New York
Rumore di Acque a La MaMa
La MaMa - First Floor Theatre
30 gennaio - 16 febbraio
giovedì-sabato ore 19.30/domenica ore 14.30
www.lamama.org

Eresia della Felicità a New York
Workshop dal 15 gennaio. Esito finale del workshop (a cura di Marco Martinelli e Alessandro Renda): 11 febbraio
Middle School-Liceo campus
406 East 67th Street
www.lascuoladitalia.org

Incontri
Casa Italiana Zerilli-Marimò/New York University
28 gennaio - ore 18.00
www.casaitaliananyu.org
Istituto Italiano di Cultura di New York
5 febbraio - ore 18.00
www.iicnewyork.esteri.it

New Jersey
Laboratorio Marco Martinelli e Ermanna Montanari 
Life Hall Dance Studio 
4 febbraio - ore 10.00 -12.30
www.montclair.edu/inserra/events
Laboratori alla Montclair State University
Laboratorio Enzo e Lorenzo Mancuso
Leshowitz Recital Hall
13 febbraio - ore 10.00 -12.45
www.montclair.edu/inserra/events

Rumore di Acque alla Montclair State University
Leshowitz Recital Hall-John J. Cali School of Music
18 febbraio - ore 19.00
montclair.edu/inserra/events

Chicago
 Rumore di Acque al Links Hall
Links Hall - STUDIO A
21 e 22 febbraio - ore 19.00
linkshall.org

La tournée del Teatro delle Albe negli Usa è sostenuta da La MaMa, La Scuola d'Italia Guglielmo Marconi, NY, Inserra Chair in Italian and Italian American Studies at Montclair State University NJ, NYU (Casa Italiana Zerilli-Marimò e Center for European and Mediterranean Studies), gli Istituti Italiani di Cultura di New York e Chicago e la Northwestern University of Chicago, IL.

Per maggiori informazioni:
www.teatrodellealbe.com/ita/albe-negli-usa
www.casaitaliananyu.org

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