Jazz, Sicilia e vita in musica per Francesco Cafiso

Tommaso Cartia (June 11, 2016)
Il noto sassofonista siciliano, incanta la platea dell’Istituto Italiano di Cultura di New York e si racconta ad i-Italy

6 Giugno – L’Istituto Italiano di Cultura di New York ha ospitato nella sua serie di concerti jazz il sassofonista siciliano Francesco Cafiso, prodigio e stella del jazz contemporaneo.

È stata un’occasione unica poter ascoltare dal vivo uno dei più grandi talenti del jazz contemporaneo, il sassofonista (contralto) di origine siciliana Francesco Cafiso, prodotto e presentato dal guru del jazz newyorchese Enzo Capua come uno dei bambini prodigio della storia della musica.

Il suo Francesco Cafiso QuartetConcert, composto da Domenico Sanna al piano, Marco Panascia al basso e Jerome Jennings alla batteria, ha incantato la platea dell’Istituto Italiano di Cultura regalando suggestive atmosfere musicali, tra rivisitazioni di pezzi classici e composizioni inedite, in un superbo connubio tra virtuosismo ed appassionante trasporto interpretativo.

L’artista siciliano non è di certo nuovo al pubblico americano, con cui si è già confrontato dall’età di tredici anni dopo l’incontro provvidenziale con Wynton Marsalis. Il grande trombettista jazz lo ha portato in concerto al Linconln Center oltre che al Birdland, Iridium, Dizzy’s Club Coca Cola, BB King jazz club di New York e in vari festival importanti tra cui l’Umbria Jazz Festival.

Il sassofonista ha avuto anche il grande onore di essere tra gli ospiti musicali di uno dei momenti più importanti della storia americana degli ultimi anni, i festeggiamenti in onore del presidente Barack Obama e del Martin Luther King Day.

Frizzanti momenti di disimpegno musicale si sono alternati ad arie più morbide e sensuali, evocative degli struggenti, viscerali scenari della sua Sicilia dalla quale prende dichiaratamente la sua grande ispirazione artistica.

Pezzi come La Banda e la Festa, richiamano il folklore delle feste di paese siciliane, con tutto il loro incalzante ritmo sospeso tra sacro e profano. Il pubblico è meravigliato, divertito, commosso e cullato da una musica che sa cogliere tra i suoi chiaroscuri, tra gli alti, i bassi, i soprani e i contralti, tutte le sfumature delle passioni umane. Applausi e standing ovation per la sua musica trasparente, che trasuda qualcosa di puro, di immediato, seppur ricamata tra i fraseggi del virtuosismo tecnico. Un virtuosismo agile, che vola, complessità tecnica che si fa leggerezza. 

Aperto e comunicativo è anche il musicista quando racconta la genesi dei suoi pezzi, scherza con il suo pubblico, fa autoironia, e si ferma a parlare con noi.

Come e quando nasce la tua passione per la musica?

È nata a 7 anni in modo molto spontaneo, ho semplicemente espresso il desiderio di imparare a suonare il sassofono e mio padre me ne ha subito comprato uno. La presenza di mio padre è stata fondamentale, mi ha sempre supportato, siamo andati insieme alla ricerca di un maestro, un jazzista che mi ha indirizzato verso questo genere musicale, e da lì è partito tutto.

Qual è il tuo rapporto con la città di New York? New York è un posto pazzesco, un grande laboratorio dove hai la possibilità di avere tanti stimoli, confrontarti con una scena di musicisti ricchissima. Tutti devono prima o poi venire qui, e godere di tutto quello che questa città offre perché è veramente tanto. Io sono qui da un mese e mezzo, ho visto mediamente due o tre concerti a sera, ho girato per ascoltare tutta la musica che c’è qui, una tappa fondamentale per un artista. Ho anche registrato tre album qualche hanno fa e poi l’ultimo che fa parte di un trittico suonato con la London City Orchestra.

Quanto della tua Sicilia porti dentro la tua musica? La mia sicilianità, le mie radici, il mio retaggio culturale me li porto dentro ed emerge anche dalla musica in modo del tutto naturale e spontaneo. Questo è un momento molto fertile per me dal punto di vista compositivo, ho scritto tantissimi brani che sono confluiti in tre repertori distinti e separati che poi ho registrato. Uno dei dischi è proprio interamente legato alla Sicilia, alcuni brani che ho suonato stasera sono tratti da lì. Un progetto ambizioso, tre dischi in un unico cofanetto, tre tessere di un puzzle che formano la mia identità artistica; uno dedicato alla Sicilia - La Banda - uno dedicato al mio senso di spiritualità, la mia concezione intima della vita trasferita in musica –Contemplation - ed un altro più jazz sia da un punto di vista estetico che formale – 20 cents per Note

L’album di Francesco Cafiso, 3 (Alfredo Lo Faro Produzioni), contenente i CD Contemplation – La banda – 20 cents per Note è uscito il 3 Marzo 2015.

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